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  • Paola De Simone

Al pari dei maggiori palcoscenici d'Europa e del mondo, torna al Teatro San Carlo di Napoli il balletto romantico emblema del Natale, lo Schiaccianoci di Čajkovskij (nella foto di Francesco Squeglia in apertura, il tradizionale allestimento sancarliano con le scene di Nicola Rubertelli) proposto, negli ultimi due anni, nelle rispettive edizioni coreografate dall'ex vertice Alessandra Panzavolta e dal maître de ballet Lienz Chang.

E mentre al Massimo di Palermo si sta applaudendo proprio in questi giorni (dal 21 al 28 dicembre) con successo il titolo nella versione coreografica del nostro nuovo direttore del Corpo di Ballo, l'étoile internazionale con radici campane Giuseppe Picone (nella foto a destra), qui lui ha voluto riprendere in nuova formula il magico allestimento firmato per scene e costumi rispettivamente da Nicola Rubertelli e da Giusi Giustino, dunque realizzato dai laboratori interni alla Fondazione, ma con una novità assoluta per il Lirico napoletano: da giovedì 29 dicembre e fino a mercoledì 4 gennaio 2017, con un totale di 6 recite e due giorni a doppio spettacolo, andrà infatti per la prima volta in scena con il Corpo di Ballo del Lirico la versione coreografica creata nel 1997 da Charles Jude (nella foto sopra) per il "suo" Ballet de l’Opéra National de Bordeaux. Ex étoile dell’Opéra di Parigi e dal 1996 nominato direttore artistico di tale Balletto dal direttore generale dell’Opéra di Bordeaux, Thierry Fouquet, Jude ha praticamente rivoluzionato il repertorio della sua Compagnia privilegiando le riprese dei grandi classici (Lo schiaccianoci appunto nel 1997, Giselle nel 1998, Coppélia nel 1999, La bella addormentata nel bosco nel 2000, Il lago dei cigni nel 2002, Il principe di legno nel 2003, Don Chisciotte nel 2006, Romeo e Giulietta nel 2009) quanto, al contempo, puntando su un'estrema varietà degli stili. Ne ha inoltre ampliato la programmazione includendo titoli della tradizione neoclassica, moderna e contemporanea, nonché l'eredità preziosa dei Ballets Russes di Serge Diaghilev proponendo il Nijinskij del Prélude à l’Après-midi d’un faune nel 1996, Michel Fokine con Petrouchka e Le spectre de la rose nel 1998, Léonide Massine con Le tricorne e Parade nel 2003. Quindi lavorando anche sulle coreografie di Serge Lifar (Icare nel 1996, 2001 e 2003; Suite en blanc nel 2001) e di George Balanchine (Les quatre Tempéraments nel 1997 e 2002; Serenade, Who cares? e Sonatine nel 2004). Cosa succede con il capolavoro di Čajkovskij dedicato al Natale? «Quando ho avuto l’opportunità di creare per il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux una nuova coreografia e una messa in scena dello Schiaccianoci - spiega il coreografo Charles Jude - ho voluto allontanarmi dal libretto di Alexandre Dumas, seguito fedelmente dalle versioni tradizionali come quella di Marius Petipa, a beneficio dell’universo più fantastico e psicologico di Hoffmann. La posta in gioco era sicuramente quella di mantenere l’universo fiabesco proprio del racconto, servito in modo magnifico dalla musica di Čajkovskij ma, anche, di utilizzare le facilità narrative autorizzate dal racconto per tracciare il percorso iniziatico di una fanciulla che, partendo da un regalo ricevuto a Natale, lo “Schiaccianoci”, muta ed entra nel mondo del sogno, che le viene offerto per svegliarsi alla vita e scoprire la sua sessualità». Dunque, pur restando immutata la drammaturgia di base, rispetto alle versioni canoniche del balletto, fonte d’ispirazione per lo sviluppo narrativo nella coreografia di Jude non è la versione di Dumas padre, bensì il racconto suddiviso in 14 piccoli capitoli dal titolo Schiaccianoci e il re dei topi (Nußknacker und Mausekönig) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, pubblicato nel 1816. E, dopo i vari abbinamenti che hanno visto esibirsi in qualità di protagonisti lo stesso Giuseppe Picone, Alessandro Macario, Alessandro Staiano e Salvatore Manzo con Jurgita Dronina, Anbeta Toromani, Claudia D'Antonio, Sara Sancamillo e Luisa Ieluzzi, leggermente diversa sarà stavolta anche la coppia di punta che vedrà debuttare al San Carlo, nel doppio ruolo (qui per fortuna di nuovo riunito) di Marie e Fata Confetto, Ekaterina Oleynik (29, 30 dicembre e 4 gennaio, spettacoli delle ore 21), ballerina solista dell'Estonian National Ballet (nelle foto a seguire), al fianco del sempre impeccabile Alessandro Macario (nella foto sottostante) nei panni del Principe Schiaccianoci (29 e 30 dicembre, spettacolo delle ore 21) appunto interpretato lo scorso anno ma accanto alla propria compagna nella vita e nell'arte Anbeta Toromani.

A loro si alterneranno Anna Chiara Amirante (30 dicembre, spettacolo delle ore 17; 3 gennaio) e Claudia D'Antonio (4 gennaio, spettacolo delle ore 17) rispettivamente con Alessandro Staiano (30 dicembre, spettacolo delle ore 17; 3 gennaio; 4 gennaio, spettacolo delle ore 21 ) e Salvatore Manzo (4 gennaio, spettacolo delle ore 17). (Nelle foto sotto: Alessandro Macario, Anna Chiara Amirante e Claudia D'Antonio con Salvatore Manzo in applaudita coppia lo scorso anno).

Nell'occasione, sul podio dell’Orchestra del Teatro San Carlo e del Coro di Voci bianche preparato da Stefania Rinaldi, ci sarà l'inglese David Coleman, direttore attivo sia nel repertorio d'opera che sinfonico e per lo più specializzato nella rilettura e persino nella riformulazione di balletti. Formatosi presso l’Orff Institut di Salisburgo, dove ha studiato composizione con lo stesso Carl Orff e con Hans Keller, pianoforte con Ingrid Haebler e Lilo Gersdorf, quindi presso il Mozarteum di Salisburgo, dirige regolarmente all’Opéra di Parigi, anche in occasione delle sue principali tournées. Promuove esecuzioni dedicate alla "nuova musica" e, nel 2007, ha diretto una nuova versione - da lui rielaborata e riveduta - della Bella addormentata di Čajkovskij alla Semperoper di Dresda. Nel 2012, alla Scala, fece scalpore per essere arrivato in clamoroso ritardo ad una delle repliche del balletto Marguerite and Armand di Frederick Ashton. Fu infatti momentaneamente sostituito in emergenza e per mezz'ora dal pianista collaboratore del ballo salito sul podio in tuta e senza bacchetta. Si pensò ad una dimenticanza dell'orario fissato nel primo pomeriggio anziché in serata, come d'altronde capitò al grande Maazel. Coleman spiegò invece che si era trattato di un malore improvviso. Quindi precipitatosi in Teatro, avrebbe proseguito a dirigere scalzando il miracoloso sostituto Marcello Spaccarotella.

In palcoscenico, per il nuovo Schiaccianoci sancarliano, ci saranno anche gli allievi della Scuola di Ballo, guidata da Stéphane Fournial.

Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840 – 1893) compose le musiche del balletto tra il 1891 e il 1892, seguendo rigorosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa e in seguito quelle del suo successore Lev Ivanov. L'opera fu commissionata dai Teatri Imperiali Russi e la prima rappresentazione ebbe luogo il 18 dicembre 1892 al Mariinskij di San Pietroburgo, mentre per il debutto italiano si dovette attendere quasi mezzo secolo, per la precisione il 1938 sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Al San Carlo arrivò poi il 4 ottobre del 1952 con il London’s Festival Ballet.

Titolo di grande popolarità, trasposto in innumerevoli versioni teatrali e cinematografiche, la fortuna dello Schiaccianoci è stata indubbiamente favorita dalla splendida musica scritta da Čajkovskij che rivela una fantasia inesauribile nel rievocare una dimensione magica e fatata legata al sogno e all’infanzia.

Ed infatti colori, sogni, meraviglia sono gli ingredienti che hanno sin qui ispirano i costumi creati da Giusi Giustino (a destra, un bozzetto per l'allestimento degli scorsi anni) per il balletto natalizio per antonomasia che il Teatro San Carlo ha portato in anni recenti e nelle prossime sere in nuova edizione qui a Napoli con il primo titolo di balletto (dunque Autunno Danza a parte) in Stagione entro la programmazione coreutica disegnata dal nuovo Direttore del Corpo di Ballo, Giuseppe Picone.

Teatro di San Carlo

giovedì 29 dicembre 2016 ore 20.00

venerdì 30 dicembre 2016 ore 17.00 ed ore 21.00

martedì 3 gennaio 2017 ore 20.00

mercoledì 4 gennaio 2017 ore 17.00 ed ore 21.00 (Abbonamento Danza)

Pëtr Il'ič Čajkovskij/Lo Schiaccianoci

balletto in due atti e tre scene

basato su uno scenario di Marius Petipa dalla versione di Alexandre Dumas padre del racconto di E. T. A. Hoffmann Nußknacker und Maüsekönig (Schiaccianoci e il re dei topi)

San Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 18 dicembre 1892.

Coreografia di Charles Jude

Direttore | David Coleman

Scene | Nicola Rubertelli

Costumi | Giusi Giustino

Interpreti

Marie - La principessa di zucchero, Ekaterina Oleynik (29 dicembre; 30 dicembre e 4 gennaio, spettacoli delle ore 21) / Anna Chiara Amirante (30 dicembre, spettacolo delle ore 17; 3 gennaio) / Claudia D'Antonio (4 gennaio, spettacolo delle ore 17)

Il Principe Schiaccianoci - Principe di zucchero, Alessandro Macario (29 dicembre; 30 dicembre, spettacolo delle ore 21) / Alessandro Staiano (30 dicembre, spettacolo delle ore 17; 3 gennaio; 4 gennaio, spettacolo delle ore 21) / Salvatore Manzo (4 gennaio, spettacolo delle ore 17)

Nuova produzione del Teatro San Carlo

Orchestra, Corpo di Ballo e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo

Con la Partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo

CHARLES JUDE Ballerino étoile dell’Opéra di Parigi, Charles Jude è direttore artistico del Ballet de l’Opéra di Bordeaux dal 1° settembre 1996. Dopo gli studi al Conservatorio di Nizza, nel 1972 entra nel corpo di ballo del Ballet de l’Opéra National de Paris, dove diventa primo ballerino nel 1975, vincendo nello stesso anno la medaglia di bronzo al Concorso internazionale di Tokyo con Florence Clerc. Nel 1977 è nominato étoile a seguito di un’interpretazione magistrale di Ivan il terribile di Yuri Grigorovich. La sua danza unisce ad una fluidità felina (L’aprés midi d’un faune di Nijinskij) la raffinatezza dello stile classico (Etudes di Lander), che lo indirizzano naturalmente verso i ruoli da principe. Dal 1978 al 1996, oltre ai ruoli principali del repertorio classico, interpreta anche i titoli dei maggiori coreografi neoclassici e contemporanei quali George Balanchine, Jerome Robbins, Antony Tudor, Maurice Béjart, Paul Taylor, Merce Cunningham, John Neumeier, Jirí Kylián. Hanno danzato con lui, tra le altre, Marcia Haydée, Ghislaine Thesmar, Noëlla Pontois, Florence Clerc, Elisabeth Platel, Monique Loudières, Sylvie Guillem, Carolyn Carlson, Natalia Makarova, Isabelle Guérin, Carla Fracci, Alessandra Ferri, Elisabetta Terabust, Maïa Plisetskaya. Discepolo appassionato di Rudolf Nureyev, impara al suo fianco l’arte di danzatore ma anche quella di coreografo. Tra il 1980 e il 1992 fa parte del gruppo Nureyev & Friends regolarmente in tournée. È inoltre ballerino solista ospite delle migliori compagnie quali Royal Ballet di Londra, Balletto dell’Opera di Vienna, Balletto del Teatro alla Scala, Balletto Reale Danese. Docente al CNSM di Parigi, insegna anche con Marika Besobrasova all’Accademia di Danza di Monaco. Dopo la nomina alla direzione del Ballet de l’Opéra de Bordeaux, Charles Jude prosegue la sua carriera di interprete (L’après-midi d’un faune, Petrouchka, Suite en blanc, Les quatre tempéraments, Sérénade, Le fils prodigue, Icare, Auréole, La pavana del Moro) e si distingue nella creazione attraverso la rilettura coreografica di balletti del grande repertorio quali Lo schiaccianoci, Giselle, Coppélia, La bella addormentata, Il lago dei cigni, Il principe di legno e Don Chisciotte. Nel 2009 ha creato una nuova coreografia di Romeo e Giulietta. Charles Jude è stato Premio Nijinskij (1976) e Premio Lifar (1988) ed è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere (1990), Cavaliere della Legione d’onore (1996) e Ufficiale delle Arti e delle Lettere (2001).

Ogni stagione del Ballet de l’Opéra di Bordeaux sotto la sua direzione artistica ha visto l’ingresso di nuovi lavori nel repertorio, non solo proposte classiche e neoclassiche, ma anche moderne e contemporanee, come Les quatre saisons (1997) di Paolo Bortoluzzi, Aunis (1997) di Jacques Garnier, Troy Game (1998,1999) di Robert North, The Envelope (1998, 1999) e Brothers (1998) di David Parsons, Trois Préludes (1998) di Ben Stevenson, Before Nightfall (1998) e Purcell Pieces (1999) di Nils Christe, Hydrogen Jukebox (1999) di Carolyn Carlson, Auréole e Le sacre du printemps di Paul Taylor, La pavana del Moro (2002) di José Limon, Sextet di Thierry Malandain (2003), Le Messie di Mauricio Wainrot (2005), Adagietto di Oscar Araiz, Zatoïchi di Carlotta Ikéda (2007). Nel 2008 la compagnia ha messo in scena Quatre Tendances, composto da Valse(s) di Thierry Malandain, Les indomptés di Claude Brumachon, Click- Pause-Silence di Jirí Kylián e In the Middle, Somewhat Elevated di William Forsythe. Parallelamente, si sono moltiplicate le tournée (Giappone, Stati Uniti, Spagna, Italia) e le recite in prestigiosi teatri a Parigi, Kiev, Losanna, San Pietroburgo, oltre a una partecipazione al famoso Omaggio a Rudolf Nureyev organizzato nel 2003 a Bordeaux, Monaco, Tokyo e Mosca. La Compagnia è stata ospite anche al Festival internazionale di Edimburgo nel 2003, al festival Primavera di Budapest nel 2004, al Festival nazionale di Cuba nel 2004 e al Festival di Groningen nel 2005.

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