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Redazione

Presentato in conferenza stampa dai vertici del Lirico napoletano e con alcuni protagonisti dello spettacolo il titolo inaugurale della stagione 20XVI/ 20XVII del Teatro San Carlo: è l'Otello di Gioachino Rossini, tragedia lirica in 3 atti, che ritorna in scena il prossimo 30 novembre (alle ore 20) a 200 anni dalla composizione, con prima assoluta avvenuta il 4 dicembre 1816 al Teatro del Fondo e non al San Carlo a causa dell’incendio che aveva distrutto il Real Teatro nel febbraio del medesimo anno. Quindi, praticamente a 150 dall'ultimo allestimento ottocentesco a fronte dell'assenza di riprese nello scorso secolo per il sorpasso dell'omonimo capolavoro di Boito-Verdi creato nel 1887. Nell'occasione, a firmare per la prima volta una regia lirica e in nuova produzione per Napoli l'allestimento interamente realizzato dai Laboratori di Scenografia del Teatro di San Carlo, è Amos Gitai (nella prima foto d'apertura), regista di origine israeliana, dalla quarantennale esperienza e con più di cinquanta pellicole alle spalle (ricordiamo ad esempio Kippur del 2000, Free Zone del 2005, Rabin, the last day del 2015), molte delle quali presentate e apprezzate ai Festival cinematografici più importanti. I premi Oscar Dante Ferretti (nel 2000 per The Aviator di Martin Scorsese; nel 2008 per Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street di Tim Burton; nel 2012 per Hugo Cabret sempre di Martin Scorsese) e Gabriella Pescucci (nel 1994 L'età dell'innocenza, The Age of Innocence ancora di Martin Scorsese) firmano inoltre, rispettivamente, scene e costumi mentre le luci sono curate da Vincenzo Raponi. La direzione dell'Orchestra più Coro della Fondazione è affidata ad uno specialista del repertorio rossiniano ma al suo debutto in Otello, Gabriele Ferro, già direttore musicale del Teatro di San Carlo dal 1999 al 2004 e con un bagaglio di esperienza che contempla più di 230 titoli affrontati durante l'intera sua carriera.

Nel cast, interpreti acclamati dalla critica internazionale, quali John Osborn (nella foto in basso a destra) che si alterna a Sergey Romanovsky nel ruolo di Otello, Nino Machaidze (nella foto a sinistra) e Carmen Romeu nel ruolo di Desdemona, che fu di Isabella Colbran, Maria Malibran e Giuditta Pasta per citare solo alcune interpreti passate alla storia; Dmitry Korchak e Giorgio Misseri in Rodrigo, Juan Francisco Gatell e Francisco Brito in Jago, Gaia Petrone per Emilia, Mirco Palazzi per Elmiro, Nicola Pamio il Doge, Enrico Iviglia, il Gondoliere. Opera dei "tre tenori", dunque, in quanto i tre ruoli principali (Otello, Jago e Rodrigo), devono essere interpretati appunto da tre voci maschili appartenenti a tale registro vocale.

«Per questo nuovo allestimento – ha dichiarato nell'occasione Paolo Pinamonti, direttore artistico del Teatro di San Carlo (sotto, nella foto di Francesco Squeglia, con il regista e il direttore d'orchestra Gabriele Ferro) - Amos Gitai, una delle figure di spicco nel panorama artistico contemporaneo, architetto, regista cinematografico, sceneggiatore, scrittore, legato, anche per ragioni biografiche, ai terribili drammi dei conflitti odierni, ha cercato una lettura di attualità del dramma di una figura archetipica dell’immaginario letterario occidentale come Otello.

Amos Gitai, è coadiuvato da Dante Ferretti per le scene e Gabriella Pescucci per i costumi, che danno forma ad una visione dello spettacolo che cerca in più punti di instaurare un ponte tra il 1816 e il 2016, tra le scene imponenti dei tre atti, i costumi e le proiezioni che evocheranno drammi moderni. Gabriele Ferro è un direttore di raffinatissima sensibilità musicale, che può apportare ad una partitura ricca e complessa come l’Otello la sottolineatura delle cangianti atmosfere sonore protoromantiche. La sua dimestichezza con Rossini, e con il Rossini serio, è una garanzia anche in termini di prassi esecutiva e di organici».

Otello venne riproposto al Teatro di San Carlo in 22 edizioni diverse e più di 200 recite solo nell’Ottocento (la prima nel gennaio del 1817, pochi mesi dopo la riapertura, l’ultima nel novembre del 1867), una fortuna che coronò il titolo per 50 anni consecutivi; in seguito all’Otello di Verdi (composto nel 1887 e rappresentato a Napoli per la prima volta nel febbraio 1888), il titolo rossiniano venne trascurato e al San Carlo mai più riproposto per tutto il Novecento, fino all’allestimento odierno.

Quanto alla ripresa dei nostri giorni, la sovrintendente Rosanna Purchia ha sottolineato: «Il nostro Otello rossiniano è un capolavoro, un vero diamante incastonato nella grande corona del melodramma. Un'opera che siamo felici di riportare nuovamente alla luce, a 200 anni dalla composizione, e a 150 dall’ultima esecuzione al San Carlo, con un team creativo di fama internazionale, Amos Gitai, Dante Ferretti, Gabriella Pescucci, con Gabriele Ferro sul podio dei nostri complessi artistici, e un cast davvero importante. Per continuare questa ‘preziosa’ metafora, legata alla bellezza dell’opera, non è un caso che Bulgari sia partner nella serata inaugurale ed esponga alcuni gioielli della sua straordinaria collezione. Il legame con la Maison riconduce a una lontana identità napoletana, che lega le due istituzioni già dalla fine dell’Ottocento, quando Sotirio Bulgari, nel 1881, arrivò a Napoli. Due brand storici che hanno fatto della propria arte un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo».

L’opera, la seconda del periodo napoletano di Rossini (1815 - 1822) scritta su commissione di Domenico Barbaja che, si dice, abbia rinchiuso Rossini senza permettergli di uscire per costringerlo a terminare in tempo la musica per il libretto di Francesco Berio di Salza, attinge solo in parte a The Tragedy of Othello, the Moor of Venice, di William Shakespeare (soprattutto nel finale), più nitidi sono invece i riferimenti all'Othello, ou Le more de Venise di Jean François Ducis, del 1792, e a un balletto, ispirato al testo di Ducis, Otello ossia il Moro di Venezia, per la musica del conte Wenzel Roberto Gallenberg, rappresentato al San Carlo nel 1807 e che Berio vide. Studi recenti hanno inoltre messo in luce la possibile influenza di Otello, azione patetica in cinque atti del barone Giovanni Carlo Cosenza, rappresentato sempre a Napoli nel 1813. Eccone la specifica dell'Argomento sul libretto: "Otello, africano al servizio dell'Adria (Venezia), vincitor ritorna da una battaglia contro i Turchi. Un segreto matrimonio lo lega a Desdemona figlia di Elmiro Patrizio Veneto nemico di Otello, destinata in isposa a Rodrigo figlio del Doge. Jago, altro amante sprezzato da Desdemona, ed occulto nemico di Otello, per vendicarsi de' ricevuti torti, finge di favorir gli amori di Rodrigo; un foglio poscia da esso intercettato, e col quale fa supporre ad Otello rea d'infedeltà la consorte, forma l'intreccio dell'Azione, la quale termina colla morte di Desdemona, trafitta da Otello, indi con quella di se medesimo, dopo avere scoperto l'inganno di Jago, e l'innocenza della moglie".

Durante la serata inaugurale il foyer del Teatro di San Carlo ospiterà inoltre un’esposizione curata da Bulgari Italia (materiale e foto dei gioielli al link https://we.tl/5nwTslrnYr) più una statua, raffigurante Gioachino Rossini, realizzata da Marcos Marin (in riproduzione nell'immagine sottostante) .

In occasione dell’Inaugurazione della Stagione d’Opera 2016/17 La Fondazione Teatro di San Carlo ha tra l'altro organizzato un incontro - lunedì 21 novembre 2016 ore 16.30 (Sala del Teatro di San Carlo) - su Gioachino Rossini. L’edizione critica delle opere, con focus su Otello. Interverranno: Paolo Pinamonti, Direttore Artistico Fondazione Teatro di San Carlo; Sergio Ragni, Musicologo e collezionista; Ilaria Narici Direttore dell’edizione critica Fondazione Rossini. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Fondazione Rossini di Pesaro.

All’incontro parteciperanno Amici del San Carlo, i Soci Carta Oro e Carta Platino, i Docenti di Raccontare la Musica e la Danza, le Scuole che partecipano al percorso didattico All’Opera All’Opera Lab, le Scuole che partecipano al progetto Alternanza Scuola – Lavoro.

All’interno dell’intenso palinsesto di attività educational, Otello sarà infine oggetto degli appuntamenti All’Opera All’Opera Lab, martedì 6 dicembre 2016 ore 18.00 e Raccontare la Musica e la Danza, in questa occasione i docenti incontreranno il regista collaboratore Mariano Bauduin (data da definire).

La prova generale, che avrà luogo lunedì 28 novembre alle ore 18, come ogni anno dimostra il rinnovato impegno del Teatro di San Carlo per il sociale e, come già annunciato, verrà dedicata alle popolazioni colpite dai terremoti degli ultimi mesi in Centro Italia.

Otello

Il moro di Venezia

Dramma per musica.

Libretto di Francesco Maria Berio di Salsa
Musica di Gioachino Rossini Prima esecuzione: 4 dicembre 1816, Napoli, Teatro del Fondo.

Interpreti

Otello, John Osborn / Sergey Romanovsky

Desdemona, Nino Machaidze / Carmen Romeu

Rodrigo, Dmitry Korchak / Giorgio Misseri

Jago, Juan Francisco Gatell / Francisco Brito

Emilia, Gaia Petrone

Elmiro, Mirco Palazzi

Il Doge, Nicola Pamio

Il gondoliere / Lucio, Enrico Iviglia

Direttore | Gabriele Ferro Regia | Amos Gitai Regista collaboratore| Mariano Bauduin Assistente alla regia | Jean Kalman Scene | Dante Ferretti Costumi | Gabriella Pescucci Light Designer | Vincenzo Raponi

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Nuova produzione del Teatro di San Carlo

mercoledì 30 novembre 2016, ore 20.00 Turno A

giovedì 1 dicembre 2016, ore 20.00 Turno M Opera

venerdì 2 dicembre 2016. ore 20.00 Turno C / D

sabato 3 dicembre 2016, ore 20.00 Fuori Abbonamento

domenica 4 dicembre, 2016 ore 17.00 Turno F

martedì 6 dicembre, 2016 ore 18.00 Turno B

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