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Paola De Simone

Un pianismo dolcissimo quanto ben saldo tecnicamente, consapevole dei tracciati sia stilistici che formali, ben centrato nelle scelte di metri, timbri e dinamiche, luminoso e diciamo pure "al femminile" nella tornitura del suono così come raffinato nelle non rare inflessioni coreutiche.

Un pianismo non solo interessante per quel suo speciale motore ritmico che sa già come innervare al meglio e scolpire i movimenti ternari, fioriti o in staccato ma, soprattutto, sorprendente perché, ad averlo offerto al pubblico plaudente di Villa Pignatelli questa mattina in apertura del contest promosso dal Maggio della Musica col titolo "Il Maggio del Pianoforte" e la particolarità di spettatori che votano per ascoltare il vincitore nella successiva stagione, è stato il talento di una pianista ancora bambina, appena tredicenne, già vincitrice di una sfilza di concorsi, protagonista lo scorso anno in Cina di un'esibizione accanto al fenomeno Lang Lang e di svariati concerti in prestigiose sale della Mitteleuropa. Parliamo di Laetitia Hahn, tedesca e primo nome fra i sei prescelti per l'edizione della singolare staffetta fra giovani e giovanissimi talenti del pianoforte preselezionati dal direttore artistico Michele Campanella per l'iniziativa creata e guidata da Luigia Baratti con Sergio Meomartini. Dato di ulteriore rilievo, la varietà del programma della prova d'ascolto alla luce dei rispettivi esiti di volta in volta messi a segno dall'interprete: dal Bach della Suite francese n. 6, cesellato con cura vivace differenziandone il carattere e i ritmi delle singole danze, al Beethoven robusto e dai pieni contrasti della Sonata "Patetica"; dal Mozart non facile del Rondò K. 511 che con allure preromantica strizza l'occhio variando la galanterie dell'Aria di Amore dall'Orfeo gluckiano, e all'ancor più difficile equilibrio dinamico-espressivo del Rondò capriccioso di Mendelssohn (entrambi i brani in sostituzione del previsto Improvviso op. 90 di Schubert) diviso com'è fra ridondanze romantiche e nervosi passaggi da elfi in punta di piedi, ad un Liszt affilato e pregnante quale quello della Tarantella da "Venezia e Napoli". E fino a toccare il vertice emotivo con lo Chopin dello Studio op. 10 n. 3, "Tristesse", scelto come graditissimo omaggio fuori programma.

Al termine, un paio di riflessioni: una positiva, sul sicuro quanto brillante futuro schubertiano della Hahn anche se non ne ha eseguito l'Improvviso proposto inizialmente in locandina confessandoci, genuinamente e fuori performance, di "non amarlo per nulla"; l'altra, negativa, per la totale assenza fra il pubblico di una sia pur minima rappresentanza delle centinaia e centinaia di ragazzi che a Napoli affollano le classi di pianoforte, con esiti disparati, tra gli ambiti dell'insegnamento sia pubblico che privato, tra l'altro a fronte di una tradizione pianistica qui da sempre importante. Infine si ricorda il prossimo appuntamento, domenica 16 ottobre parimenti alle ore 11 e a Villa Pignatelli, con il quindicenne padovano (nato a Torreglia) Davide Scarabottolo che darà suono e forma a brani di Mozart, Debussy, Schubert e Liszt.

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