«Riuscire a mantenere la verità del messaggio musicale attraverso un classicismo registico che, al contempo, vuole essere innanzitutto rispetto e la giusta luce per restituire al pubblico i grandi capolavori del teatro musicale. Partendo da un’attenta analisi della fonte letteraria, del contesto storico e dalle fondamentali interazioni fra libretto e partitura». Sulle modalità d’approccio drammaturgico-musicale per qualsiasi titolo in nuovo allestimento e, nello specifico, sul Mozart delle dapontiane Nozze di Figaro in scena a partire da stasera (ore 20.30) in chiusura del San Carlo Opera Festival (sopra, nelle foto di Luciano Romano), non ha dubbi Chiara Muti (sotto, nella foto di Francesco Squeglia) che ne firma la regia esordendo dopo il Petruzzelli di Bari ora al Lirico napoletano. Una chiave di rilettura di saggia autenticità, intelligentissima quanto forte di tanta cultura musicale respirata in casa fra il padre Riccardo Muti e la madre Cristina Mazzavillani, cantante e anima del Ravenna Festival, nonché forgiata su se stessa fra i molteplici ruoli d’attrice sulle assi del teatro di parola. E lei, che ad appena 8 anni incontrava per la prima volta alle prove del padre il Mozart delle “Nozze” e di Così fan tutte alimentando in parallelo – come ha rivelato alla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo – una profonda passione per la regia teatrale, decisa in merito dichiara: «Per proporre oggi la lirica? Non ritengo ci si bisogno di ricorrere a bizzarre reinvenzioni in un cimitero, in un hangar o in un manicomio (casuale ma inevitabile, nei nostri occhi, il rinvio alla recente Suor Angelica di Andrea De Rosa, ndr). In questo caso c’è Mozart. Un Mozart che ci sopravvive esattamente come la Cappella Sistina e che, dunque, non ha bisogno di jeans». Di qui le coordinate del suo spettacolo, nitido secondo l’alta lezione del Maestro Giorgio Strehler, dalle tinte leggere, pastello, ma vivacissimo in scena e con grande cura scolpito nei caratteri del singolo quanto nelle relazioni d’insieme. Compresi i personaggi apparentemente di contorno come Marcellina e don Basilio «le cui arie – precisa Chiara Muti – non saranno tagliate secondo quanto a me ribadito con forza da mio padre».
E così, infatti, sarà. Con piena elaborazione anche delle loro piccole storie scolpite nei rispettivi numeri chiusi. «Tutto ha inizio da quel fervore velocissimo – prosegue la regista – staccato dalla Sinfonia d’apertura subito a seguire ripreso da Figaro che entra affaccendato misurando i metri fra le stanze del conte. È un impulso straordinario che innerva la vita stessa della “folle journée” narrata dal testo originale di Beaumarchais e ulteriormente potenziata, trasformata addirittura in magia, dal binomio Da Ponte-Mozart. “Nozze” in particolare – sottolinea la regista nata a Firenze, nel febbraio 1973 – è una Commedia simbolo di un cambiamento: umano e sociale. Non solo un conte innamorato di una servetta, cosa che all’epoca suscitò nella cieca nobiltà grande scalpore e cinque anni di censura, ma una vera e propria classe nuova, quella borghese e fatta da sé, che stava saltando fuori. Ed è appunto da tali due piani che ho iniziato a lavorare, guardando sempre all’intera Trilogia originale (Il barbiere di Siviglia, Le nozze di Figaro e La madre colpevole) del drammaturgo francese, per poi tornare all’analisi del dettato musicale mozartiano. Di qui un teatro pari alla vita, con personaggi ben saldi, ciascuno, nel proprio carattere. Personaggi che qui vivono, parlano, interagiscono in modi diversi e che devono riuscire a far parte di noi». Dunque opera rivoluzionaria per ideologia (Figaro e Susanna sono gli emblemi del terzo stato), meccanismi d’intreccio (ben 11 personaggi con relativa trasversalità delle relazioni amorose), unità del flusso musical-strumentale assieme al primato delle forme dialogate e concertate sulle arie. E poi, in primo piano, quella tematica amorosa vista attraverso le diverse fasi di un’intera vita: «C’è quello misterioso della scoperta adolescenziale attraverso il personaggio-chiave en travesti di Cherubino – spiega la Muti – e quello passionale tra Figaro e Susanna; quindi, quello stanco, tradito e annoiato fra il Conte in perenne ricerca di donne, fin nelle trame della Mère coupable, e una Contessa troppo lontana dalla bella e vivace Rosina conosciuta nel Barbier de Séville. Poi, c’è un ulteriore e diversa forma d’amore: quella del perdono che tanto avvicina Mozart a Dio. È nel momento in cui, nel giardino e di notte, i personaggi tirano giù le loro maschere per arrivare a perdonare le umane menzogne. Qui non si gioca più, siamo davanti al pubblico. Ed è la forza musicale, ben oltre i contenuti del testo – conclude Chiara Muti - a rendere tale momento un simbolo di magia teatrale universale». Se intanto Mozart e il Gluck dell'Orfeo ed Euridice restano i capisaldi del suo itinerario registico per la lirica, un prossimo desiderio c'è e a conferenza finita ce lo confessa : «Mi piacerebbe portare in scena il Falstaff di Verdi, Commedia in musica assolutamente geniale. Speriamo che qualche Teatro me la proponga».
Al fianco della regista durante l'incontro con la stampa, la sovrintendente Rosanna Purchia ha espresso grande soddisfazione per «il bel lavoro fatto sullo spettacolo, ormai prossimo al sold out». e «per la presenza di Chiara Muti al San Carlo, a cui mi legano – ha detto il vertice del Lirico alludendo ovviamente a Strehler – i ricordi di una storia che non c’è più». Quindi il direttore artistico Paolo Pinamonti, dopo aver sottolineato l’alta qualità del cast, ha illustrato le peculiarità del capolavoro di Mozart e Da Ponte. In rappresentanza del cast, inoltre c’erano Marina Comparato (notevolissima in Cherubino, così come rilevato al suo esordio qui a Napoli dieci anni fa e poi ovunque), Alessandro Luongo (Figaro) e Laura Cherici (Marcellina), tutti d’accordo sulla rara efficacia della raffica di indicazioni drammaturgico-musicali date nell’occasione dalla giovane regista. Infine il direttore d’orchestra, Ralf Weikert: «Finalmente nella lirica – ha esordito il maestro austriaco – c’è qualcuno che sa raccontare la storia, i movimenti, la logica di ogni relazione tra i personaggi. In Germania ad esempio, e mi fa rabbia, non lo sanno fare proprio più».
SAN CARLO OPERA FESTIVAL
Teatro di San Carlo
Sabato 24 settembre 2016 ore 19.00 (Turno A)
Domenica 25 settembre 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)
Martedì 27 settembre 2016, ore 18.00 (Turno B)
Mercoledì 28 settembre 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)
Venerdì 30 settembre 2016, ore 20.30 (Turno C / D)
Domenica 2 ottobre 2016, ore 17.00 (Turno F)
Martedì 4 ottobre 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)
Con la presente il Teatro coglie l’occasione di segnalare che a causa dell’indisposizione della Signora Barbara Frittoli, il ruolo della Contessa di Almaviva – nella produzione de Le nozze di Figaro – sarà sostenuto dalla Signora Eleonora Buratto, le cui recite saranno: 24 settembre (Turno A) – 2 ottobre (Turno F) – 4 ottobre.
LE NOZZE DI FIGARO
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Direttore | Ralf Weikert
Regia | Chiara Muti
Scene | Ezio Antonelli
Costumi | Alessandro Lai
Luci | Vincent Longuemare
Interpreti
Il Conte di Almaviva, Simone Alberghini/Christian Senn
La Contessa di Almaviva, Eleonora Buratto (24, 27, 30 Settembre e 2 Ottobre) / Cinzia Forte
Susanna, Rosa Feola (24, 27, 30 Settembre e 2 Ottobre) / Maria Mudriak
Figaro, Alessandro Luongo (24, 27, 30 Settembre e 2 Ottobre) / Marko Mimica
Cherubino, Marina Comparato (24, 27, 30 Settembre e 2 Ottobre) / Giuseppina Bridelli
Marcellina, Laura Cherici / Marilena Laurenza
Bartolo, Fabrizio Beggi
Basilio, Bruno Lazzaretti
Don Curzio, Saverio Fiore
Barbarina, Giulia Semenzato
Antonio, Matteo Peirone (24,28,30, 2 e 4 Ottobre) /Marco Camastra
Coproduzione fra Lirico Sinfonico Petruzzelli e Teatri di Bari, Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, Fondazione Teatro Massimo di Palermo
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Dopo Madama Butterfly e Aida, va in scena sabato 24 settembre 2016 alle ore 19.00, per 7 recite fino al 4 ottobre (già quasi tutte sold out), Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, titolo conclusivo della III edizione del San Carlo Opera Festival, affidato alla regia di Chiara Muti e alla direzione d'orchestra di un interprete mozartiano d'esperienza come Ralf Weikert.
Il nuovo allestimento è frutto di una coproduzione tra Coproduzione fra Lirico Sinfonico Petruzzelli e Teatri di Bari, Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, Fondazione Teatro Massimo di Palermo
“Si consolida un forte legame tra le più importanti istituzioni culturali del Mezzogiorno: il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli a Bari e il Massimo di Palermo. Se tra queste istituzioni già erano in vigore rapporti di grande collaborazione e comunanza di intenti, ora si suggella un accordo a tre, una sinergia fortemente auspicata dai ministri Bray e Franceschini, per le grandi fondazioni liriche. Sono anche molto felice che questa produzione vanti la regia di Chiara Muti, figlia di un grande Maestro napoletano, molto legato a Napoli e al Teatro di San Carlo.” Rosanna Purchia, Sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli
Le nozze di Figaro, assente dalle scene sancarliane dal marzo 2006, sfoggia in questo nuovo allestimento le tinte pastello, sobrie e raffinate, dei costumi di Alessandro Lai, delle scene di Ezio Antonelli e delle luci di Vincent Longuemare.
La regia di Chiara Muti, dedica particolare attenzione al carattere dei personaggi “Mozart – spiega la regista – ci disegna per quello che siamo, descrive e sublima i vizi e le virtù...Descrive la miseria della natura umana ed allo stesso tempo la grandezza che l'uomo ha nel far fronte al proprio destino, e di perdonarsi, nonostante tutto! Nonostante i nostri peccati e le nostre miserie...”.
Nel cast vocale Simone Alberghini e Christian Senn ad interpretare il Conte di Almaviva, Eleonora Buratto, di nuovo a Napoli dopo il grande successo dello scorso dicembre quando applauditissima fu la sua Micaela nella Carmen inaugurale, canterà uno dei ruoli a lei più congeniali, la Contessa di Almaviva, alternandosi con Cinzia Forte; Rosa Feola e Maria Mudriak si alterneranno nel ruolo di Susanna, Alessandro Luongo e Marko Mimica in quello di Figaro. Cherubino avrà la voce di Marina Comparato e Giuseppina Bridelli, Laura Cherici e Marilena Laurenza ricopriranno il ruolo di Marcellina. E ancora, Fabrizio Beggi sarà Bartolo, Bruno Lazzaretti Basilio, Saverio Fiore Don Curzio, Giulia Semenzato Barbarina, Matteo Peirone e Marco Camastra Antonio.
Primo frutto della collaborazione tra Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) e Lorenzo Da Ponte (1749 – 1838) Le nozze di Figaro, commedia in quattro atti tratta da La folle journée, ou le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, fu rappresentata per la prima volta il primo maggio del 1786 al Burgtheater di Vienna, appena due anni dopo il debutto della pièce di Beaumarchais sulle scene della Comédie-Française, e tre anni prima della rivoluzione francese (nelle Nozze palesi sono le critiche all’Ancien Régime e nell’ironia espliciti gli ideale che poi sfoceranno nell’evento storico) secondo capitolo della trilogia, avviata con Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile (1775), che poi terminerà con L'Autre Tartuffe ou la Mère coupable (1792).
Le nozze di Figaro hanno già ben definita la psicologia dei personaggi, che ulteriormente cambierà, come cambieranno gli eventi nell’ultimo atto della trilogia di Beaumarchais.
Motore dell'intera vicenda è l'impulso amoroso e il modo in cui esso agisce sull'uomo nelle diverse fasi della vita. Sulla tavolozza dell'esistenza, Da Ponte e Mozart dipingono tutte le età dell'amore, quello ingenuo dei giovanissimi Cherubino e Barbarina, quello sicuro e consapevole di due giovani adulti come Figaro e Susanna, quello stanco e vittima della routine del Conte e della Contessa. L’intreccio è serrato, intrigante e avvincente, e vede i personaggi rincorrere ognuno a suo modo la felicità, inanellando situazioni sempre diverse e impreviste. Ad uscirne vincitori, i servi tenaci e intelligenti a discapito di una nobiltà pigra e ancora saldamente arroccata sulle proprie posizioni e nella difesa dei propri privilegi.
Si ricorda infine l’appuntamento di mercoledì 28 settembre a Memus (Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo), avrà luogo alle 16.30 la presentazione del libro E Susanna non vien. Amore e sesso in Mozart, di Leonetta Bentivoglio e Lidia Bramani (Feltrinelli 2014). Saranno presenti le due autrici, moderate da Titta Fiore, Responsabile Cultura e Spettacoli del quotidiano Il Mattino.
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