- Paola De Simone
- 10 giu 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Sarà interamente dedicato a Čajkovskij il penultimo appuntamento in cartellone al Teatro San Carlo per i concerti 20XV/20XVI The Golden Stage, ultimo capitolo prima della pausa estiva entro il percorso monografico sul grande compositore russo. Protagonisti della doppia performance proposta domani, sabato 11 giugno alle ore 18.00 e domenica 12 alle ore 20.30, due grandi interpreti, rispettivamente al violino solista e sul podio dell'Orchestra della Fondazione: il primo, è Gil Shaham (nella foto d'apertura), celebre violinista apprezzato nel mondo e di nuovo al San Carlo dopo 11 anni di assenza con un capolavoro della letteratura per violino e orchestra, il Concerto in re maggiore op. 35, unico esempio offerto dall'autore in tale genere, scritto nella primavera del 1878 durante un soggiorno sul lago di Ginevra e pagina fra le più alte in termini di virtuosismo ed espressione con vertice emotivo nella rinomata Canzonetta centrale. Nato nel febbraio 1871 ad Urbana, nell'Illinois, da genitori israeliani entrambi scienziati (il padre Giacobbe, astrofisico, e la madre Meira, citogenetista, giunsero occasionalmente all'Università di Urbana-Champaign per una borsa di studio), Gil Shaham sarebbe rientrato a Gerusalemme dall'età di due anni, crescendo in Israele e intraprendendo da subito una carriera strepitosa che lo avrebbe portato a debuttare, appena undicenne, con la mitica Israel Philharmonic. All'età di sette, aveva infatti cominciato a prendere lezioni di violino da Samuel Bernstein alla Rubin Academy of Music di Gerusalemme mentre nel 1980, a nove anni, aveva avuto il privilegio di suonare per Isaac Stern, Nathan Milstein e Henryk Szeryng, quindi l'opportunità di frequentare l'Aspen Music School in Colorado studiando con Dorothy Delay (docente di alcuni dei migliori archetti mondiali quali Itzhak Perlman, Pinchas Zukerman, Sarah Chang) e Jens Ellerman.
Artista versatile e apprezzato in tutto il mondo, ha al suo attivo un progetto di esibizioni e di incisioni interamente dedicato agli anni '30 con esecuzioni al fianco delle Orchestre di Baltimora, Boston, New York, Chicago, Montreal, San Francisco, Kansas City, Parigi, Tokyo e Concerti di autori come Barber, Berg, Stravinskij, Britten, Bartók e Prokof'ev. Shaham è sposato con la violinista di origine australiana Adele Anthony ed ha tre figli, Elia, Ella Mei e Simon.

Altro graditissimo ritorno al San Carlo, nell'occasione sul podio partenopeo dopo due anni per dar forma anche alla Sinfonia n. 2 in do maggiore di Čajkovskij, è quello di George Pehlivanian (nella foto sopra), ospite regolare all'interno delle stagioni concertistiche del Teatro San Carlo e interprete da sempre assai apprezzato soprattutto nel repertorio sinfonico. Nato a Beirut e cresciuto a Los Angeles, Pehlivanian, classe '64, si è formato con Pierre Boulez e Lorin Maazel. Direttore ospite principale dell’Orchestra dell’Aia, della Wiener Kammerorchester e del Teatro Lirico di Cagliari, ha diretto, tra le altre compagini, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Israel Philharmonic Orchestra, la BBC Philharmonic, la London Philharmonic e la Philharmonia Orchestra di Londra, l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Denominata “Piccola Russia” per le melodie popolari ucraine che la ispirarono, la Seconda Sinfonia venne composta nel 1872 e revisionata nel 1879. Eseguita per la prima volta a Mosca il 26 gennaio 1873 riscosse subito, rispetto all'iniziale insuccesso registrato invece dall'op. 35 accolta dallo sfavorevole, ormai leggendario giudizio di Hanslick sulla Neue Freie Press ("Il violino non è più suonato ma straziato e fatto a pezzi"), un enorme consenso, ottenendo il plauso sia del pubblico che della critica; fu sottoposta a numerose revisioni, soprattutto nel movimento iniziale, giungendo infine nel 1880 alla versione definitiva. D'altra parte, anche la meravigliosa Canzonetta incastonata come Andante nel cuore del Concerto čajkovskiano per violino orchestra, nella stesura d'origine, in realtà non c'era. Il movimento sostituito sarebbe stato poi riutilizzato dall'autore con il titolo di Meditation per aprire il trittico del Souvenir d'un lieu cheur op. 42. Il tutto, su consiglio e unitamente ai ritocchi per l'Allegro moderato d'apertura di quel giovane violinista Josef Kotek che fu tra gli allievi prediletti dal compositore russo e interprete di tanta musica in quel felice soggiorno a Clarens sul lago di Ginevra, compresa la Symphonie espagnole del francese Édouard Lalo da cui avrebbe tratto ispirazione l'op. 35.
Il programma
Direttore | George Pehlivanian
Violino | Gil Shaham
Pëtr Il'ič Čajkovskij, Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35
Sinfonia n. 2 in do maggiore, op. 17 “Piccola Russia”
Orchestra del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo
Sabato 11 giugno 2016, ore 18.00 (Turno P)
Domenica 12 giugno 2016, ore 20.30 (Turno S)
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