«La nomina di Daniel Oren per la direzione musicale stabile del Teatro San Carlo? Prima che mi facciate domande - ha tamponato la sovrintendente Rosanna Purchia rivolgendosi ai giornalisti in apertura di conferenza stampa per la presentazione della Fedora di Umberto Giordano, in scena dal 3 maggio con l'esordio nel ruolo del titolo del grande soprano Fiorenza Cedolins (nella foto) - ribadisco che l'argomento, al momento, non è previsto all'ordine del giorno del prossimo Cdi fissato per giovedì 28. Quanto al nome - ha ribattuto a seguito della nostra anticipazione rimbalzata anche su altre testate e implicitamente andando a confermare una scelta già partita e ben sostenuta dallo zoccolo duro del Teatro - non lascerò certo la decisione al governatore o ai sindacati. Avvicinare grandi direttori per la crescita della nostra Orchestra è sempre stato un obiettivo importante della Fondazione. E Oren, senz'altro, è uno di quei grandi maestri». Quindi, sul punto nodale, taglia corto concludendo: «È una decisione che spetta a me, sovrintendente, dopo un percorso profondo e in accordo con il Cdi».
Passando quindi alla Fedora di Umberto Giordano, alto esempio di teatro musicale nato nell'ultimissimo Ottocento (1898) e dunque ben oltre i dettami radicali seppure lungo la scia del Verismo musicale, come d'altra parte attesta l'affinità d'elezione con il taglio storico-poliziesco della Tosca pucciniana tratta sempre dal drammaturgo francese Victorien Sardou, è stato presentato con orgoglio il ritorno di un titolo assente da ben ventisette anni, forte del prezioso allestimento di Lamberto Puggelli (qui ripreso da Salvo Piro) con i costumi di Luisa Spinatelli e affidato all'esordio della coppia Fiorenza Cedolins (Fedora) - Giuseppe Filianoti (Loris). Sul podio delle compagini della Fondazione, il bravo Asher Fisch apprezzatissimo sia per il sinfonico (qui, alla Rai sempre per il San Carlo) che per il repertorio lirico (Parsifal). «Fedora - spiega la Cedolins in merito al suo lavoro fatto sul ruolo - è un personaggio teatralissimo quanto, al contempo, una donna vera, che sbaglia e che, con coraggio, ne paga le conseguenze: ha sangue e passione, è estremamente umana, istintiva, finanche violenta nel seguire un istinto ferino sia nell'odio che nell'amore. Ecco il mio obiettivo: restituire una verità al personaggio, cosa possibile grazie ad un partner speciale come il tenore Filianoti - per farlo capire ed amare al pubblico oltre l'oblio che spesso copre simili capolavori. La chiave? È nella scena del suicidio con il veleno contenuto nella sua gemmata croce bizantina che, secondo la lettura di Puggelli, non avviene celatamente ma come gesto salvifico mirato a fermare la vendetta omicida di Loris». Per Giuseppe Filianoti si aggiunge invece l'emozione della sua prima volta al San Carlo, che commenta così: «Ho cantato ovunque nel mondo ma mai qui, in uno dei più belli. Basti pensare che, restando in tema Fedora, anche la storia sarebbe probabilmente cambiata per Giordano, Caruso che ne cantò per primo il ruolo di Loris, per De Lucia. Un Teatro magico e un'opera che necessita di grandi interpreti innanzitutto per l'impegno della recitazione. La lettura della lettera è quasi un recitar cantando e proprio al tenore resta affidata un'Aria "cult" (Amor ti vieta) nell'intero repertorio lirico. La nostra sfida? rileggerla con accenti più dolci e gentili, appunto più da Belcanto che in stile verista, andando a sfrondare molte inflessioni non presenti in partitura ma via via acquisite dalla comune tradizione». Infine l'allestimento, portato al Covent Garden di Londra, allestito in America e, da lì, venduto al Regio di Torino (sfondo di interpretazioni passate alla storia con Plácido Domingo, José Carreras, Mirella Freni e tanti altri). Poi l'approdo alla Scala di cui, qui, si riprendono i costumi lavoratissimi. A parlarcene è stata Luisa Spinatelli (che firma scene e costumi), testimone con lo scomparso Puggelli della nascita del progetto registico-scenografico portato al vaglio del direttore Gavazzeni che, a sua volta, aveva personalmente conosciuto l'autore Umberto Giordano. «Al centro della rilettura - racconta la Spinatelli - non la consueta tripartizione fra le ambientazioni in Russia, Parigi e Svizzera, bensì una soluzione a pedana girevole incernierata sul cardine del salotto di fine Ottocento. Una gabbia scenica di luce, quasi una serra, pronta a sintetizzare secondo i tempi della musica i luoghi e a proiettare il rifugio svizzero verso un ideale luogo di calma, amore, confessione e morte». (nella foto, da sinistra in conferenza stampa, Bruno Trimarchi, Rosanna Purchia, Fiorenza Cedolins, Luisa Spinatelli, Franco Andolfi, Giuseppe Filianoti)
Infine i legami dell'autore e dell'opera con Napoli. Umberto Giordano, nato a Foggia nel 1867 e morto a Milano nel 1948, dopo i primi studi nella città di origine si sarebbe presto trasferito a Napoli per completare la propria formazione musicale al "San Pietro a Majella". Conservatorio che, in prima battuta lo rifiutò (tanto che Giordano avrebbe proseguito privatamente con Paolo Serrao, a sua volta allievo del grande Mercadante) per poi ammetterlo solo più tardi, nel 1882, facendolo seguire dai maestri Marco Enrico Bossi (organo), Martucci (pianoforte), Ferni (violino) e appunto Serrao per la composizione e il contrappunto. Relativamente alla fonte, quindi, si ricorda che Giordano vide per la prima volta la Fedora di Sardou proprio a Napoli, al Teatro Bellini nel 1889, e ne restò a tal punto ammaliato sia dal soggetto che dalla interpretazione dell'attrice principale, Sarah Bernhardt, che il musicista avrebbe chiesto immediatamente al drammaturgo i diritti per poter ridurre il dramma in libretto (a firma di Colautti) e quindi mettere in musica Fedora. Sardou acconsentì, ma solo dopo che Andrea Chénier aveva attestato il consenso del pubblico e il successo per il compositore, nel 1896. Vero romanzo giallo di ambientazione borghese portato in scena, Fedora è genericamente e pur con qualche forzatura inserita nel repertorio Verista, per il periodo in cui fu composta ma anche per la continuità narrativa che andava a superare le forme chiuse in favore di un nuovo stile di canto declamato, più aperto ed espressivo. Fedora dunque, su libretto di Arturo Colautti, debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 17 novembre 1898, con lo stesso autore sul podio, un giovane Enrico Caruso nella parte di Loris e l’affermata Gemma Bellincioni nei panni della protagonista. Un grande successo che sarà poi ripetuto a Vienna (addirittura sotto la bacchetta di Gustav Mahler) e a Parigi nel Teatro di Sarah Bernhardt. Il debutto sancarliano è del 1901, nel cast figuravano Angelica Pandolfini, Fernando De Lucia, Rina Giachetti, Edoardo Camera, sul podio Leopoldo Mugnone. L’attuale è la diciottesima produzione ad andare in scena sul palcoscenico del San Carlo dove, nel corso degli anni per il ruolo della principessa Fedora Romazoff si sono alternate stelle come Gemma Bellincioni (1902), Renata Tebaldi (1961), Magda Oliviero (1965). L'ultima rappresentazione di Fedora al San Carlo è datata 1989, con regia e costumi Attilio Colonnello.
Stavolta sul podio di Orchestra e Coro del San Carlo ci saranno il maestro Asher Fisch (3, 5, 7 e 8 maggio) e Maurizio Agostini (10 e 11 naggio). Ad interpretare la principessa Fedora Romazoff in alternanza con la Cedolins nelle nelle quattro recite del primo cast ci sarà Elena Rossi (7 e 10 maggio), Giuseppe Filianoti e Gustavo Porta vestiranno i panni del conte Loris Ipanov, a Barbara Bargnesi e Anna Corvino è affidato il ruolo di Olga Sukarev; torna al San Carlo anche Roberto de Candia, applauditissimo Falstaff lo scorso marzo e questa volta impegnato nel ruolo di De Siriex (che nelle recite del 7 e 8 maggio avrà la voce di Sergio Vitale).
Completano il ricco sistema dei personaggi, Francesca Russo Ermolli (Dimitri, ragazzo / Un piccolo savoiardo), Cristiano Olivieri (Desiré, domestico del conte), Gianluca Sorrentino (Il barone Rouvel), John Paul Huckle (Cirillo, cocchiere / Boroff, medico), Daniele Piscopo (Grech).
Al margine, domani alle ore 18.30 Simona Marchini racconterà a suo modo l'opera mentre, nelle date 3 e 7 maggio, il Teatro si unirà con l'iniziativa "Salus in Musica" alla campagna di Prevenzione Cardiologica in occasione delle Giornate Europee dello Scompenso Cardiaco.
APPUNTAMENTO FUORI PROGRAMMA
Teatro di San Carlo
Mercoledì 27 aprile 2016, ore 18.30
Simona Marchini racconta Fedora
Amante da sempre dell’opera lirica, Simona Marchini, con la sua verve, la raffinata ironia, la straordinaria abilità di comunicare e capacità di coinvolgere gli spettatori, racconterà, in un appuntamento davvero unico, la trama di Fedora, le passioni, gli intrighi, gli aspetti polizieschi, i tradimenti, i coups de théâtre di una trama che si snoda tra San Pietroburgo, Parigi e l'Oberland Bernese in Svizzera.
L'incontro sarà preceduto da una presentazione a cura di Antonella Rizzo e da un intervento musicale a cura dei ragazzi coinvolti nel progetto Alternanza Scuola Lavoro.
Biglietto intero euro 10; under 30, euro 5.
Fedora
Musica di Umberto Giordano
Libretto di Arturo Colautti
Direttore | Asher Fisch (3, 5, 7 e 8 maggio) / Maurizio Agostini (10 e 11 maggio)
Regia | Lamberto Puggelli (ripresa da Salvo Piro)
Scene e Costumi | Luisa Spinatelli
Interpreti
La principessa Fedora Romazoff, Fiorenza Cedolins (3, 5, 8 e 11 maggio) / Elena Rossi
Il conte Loris Ipanov, Giuseppe Filianoti /Gustavo Porta (7 e 10 maggio)
La contessa Olga Sukarev, Barbara Bargnesi (3, 5, 8 e 11 maggio) / Anna Corvino
De Siriex, diplomatico francese, Roberto de Candia (3, 5, 8 e 11 maggio) /Sergio Vitale
Dimitri, ragazzo / Un piccolo savoiardo, Francesca Russo Ermolli
Desiré, domestico del conte, Cristiano Olivieri
Il barone Rouvel, Gianluca Sorrentino
Cirillo, cocchiere / Boroff, medico, John Paul Huckle
Grech, ufficiale di polizia/ Daniele piscopo
Allestimento del Teatro Regio di Torino
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo
Martedì 3 maggio 2016 ore 20.30 (Turno A)
Giovedì 5 maggio 2016 ore 18.00 (Turno B)
Sabato 7 maggio 2016 ore 19.00 (Turno M Opera)
Domenica 8 maggio 2016 ore 17.00 (Turno F)
Martedì 10 maggio 2016 ore 20.00 (Turno M Opera)
Mercoledì 11 maggio 2016 ore 20.00 (Turno C / D)
Teatro di San Carlo, foyer
Martedì 3 maggio e sabato 7 maggio 2016
Un’ora prima dell’inizio di Fedora di Umberto Giordano
Un nuovo progetto che lega il Teatro di San Carlo e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, per volere del Teatro di San Carlo, da sempre molto vicino e sensibile ai temi della prevenzione.
Questa volta si tratta della Prevenzione Cardiologica in Italia, in occasione delle Giornate Europee dello Scompenso Cardiaco, promosse dalla Società Europea di Cardiologia e dalla Heart Failure Association (HFA) dell’ESC: attività e incontri con il patrocinio del Ministero della Salute, per migliorare prevenzione e diagnosi di questa patologia, che è la prima causa di ricoveri ospedalieri per gli over 65: Salus in Musicaperché la musica è a tutti gli effetti un ausilio prezioso per prevenzione e cura, un balsamo che allevia e accompagna chi è affetto da diverse patologie.
“La musica influisce sul battito cardiaco, sulla pressione sanguigna, sulla respirazione, sullo stress, e quindi aiuta a prevenire, ma anche ad affrontare con più positività e motivazione, malattie come lo scompenso cardiaco”, afferma il Professore Trimarco, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, dell’Università Federico II di Napoli.
“Il Teatro di San Carlo e la prevenzione medica” afferma Rosanna Purchia, Sovrintendente del Teatro di San Carlo “l’iniziativa è nata grazie ad un rapporto, costante ed intenso, consolidatosi nel tempo, tra Teatro e Accademia, tra il San Carlo e, in questo caso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, in un percorso che è frutto di una progettualità e di una creatività, che investono iniziative e dipartimenti diversi, a seconda delle occasioni fornite dai titoli in cartellone, da momenti di confronto e approfondimento, come ad esempio è avvenuto per le celebrazioni shakespeariane e lo sarà nuovamente per ricordare Carlo III di Borbone il prossimo novembre, o ancora è avvenuto lo scorso autunno, in una giornata di studi consacrata al grande Eduardo. Tante le facoltà coinvolte!
La medicina e la prevenzione, anche se non appartengono alla sfera di discipline umanistiche, sono più che mai idonee ad incontrare il Teatro e il nostro San Carlo, per il ruolo principe che la musica ha sempre ricoperto in alcune prassi terapeutiche: la musica come sollievo non solo della mente, ma anche del corpo, lo affermavano già gli antichi Greci, come scopriamo grazie ad Esiodo, agli albori della letteratura greca, e a distanza di qualche secolo nei trattati di medicina di Ippocrate.
Aprire le porte alla prevenzione cardiologica, salus in musica, perché la musica aiuta il cuore, non solo perché sede eletta delle nostre emozioni ma come primo mobile del nostro organismo.”
L’Università Federico II ed il Teatro di San Carlo invitano gli spettatori di Fedora - Martedì 3 maggio 2016 ore 20.30 e Sabato 7 maggio 2016 ore 19.00, a recarsi allo stand informativo nel foyer del Teatro di San Carlo, a partire da un’ora prima dello spettacolo (3 maggio dalle 19.30 alle 20.30, 7 Maggio dalle 18.00 alle 19.00): in occasione di due recite, il Personale Medico ed Infermieristico della Cardiologia dell’AOU Federico II di Napoli, diretto dal Professore Bruno Trimarco, sarà disponibile a dare informazioni sulla prevenzione, sulla diagnosi e sulla cura dello Scompenso Cardiaco.
Info: Dottoressa Maria Angela Losi, T. 081.746.22.32 o 22 43; e-mail: losi@unina.it
SCARICA PDF