Era l'estate dell'anno 1999 quando, nella chiesa di San Gennaro a Pozzuoli, il Giugno Barocco dell'Accademia Musicale Napoletana riportava lo Stabat Mater nella terra in cui giovanissimo si era spento nel 1736 l'autore, il marchigiano Giovan Battista Pergolesi, con l'insigne direzione di René Clemencic e il suo specializzato "Consort". Occasione nella quale visitammo i luoghi da lungo tempo abbandonati del Rione Terra, la spettrale Cattedrale ridotta in macerie fra l'incendio del 1964 e i furti seguiti ai fenomeni sia bradisismici (1970) che tellurici (1980), gli interessantissimi scavi multistrati ma iniziati da poco e dall'alto, fra le erbacce, la fossa comune della Cattedrale dove era stato gettato, in quanto forestiero e morto in povertà, il corpo del compositore appena ventiseienne eppur tra i massimi esponenti della Scuola musicale napoletana. Esponente di punta entro la prima generazione con opere quali Il prigioniero superbo e relativo Intermezzo in due parti della Serva padrona, l'Olimpiade, Lo frate 'nnamorato e appunto un capolavoro sacro quale lo Stabat scritto presumibilmente negli ultimi giorni di vita, in quel Convento dei Cappuccini poi trasformato in carcere femminile nella panoramica via che di quel meraviglioso compositore reca a tutt'oggi il nome. Poco più di un anno dopo, nel dicembre 2000, si presentava invece nella sede della Soprintendenza archivistica della Campania, a Palazzo Marigliano, l'inedito cd con etichetta Agorà dedicato alla trascrizione fattane da Giovanni Paisiello nella revisione ed esecuzione di Giuseppe Camerlingo alla guida del suo Ensemble Cosarara. Revisione curata partendo da un'edizione parigina a stampa conservata nella Biblioteca "San Pietro a Majella di Napoli", databile nell'anno (1810) dell'avvenuta esecuzione partenopea e così intitolata: "Stabat Mater a due voci con violini, viola e violoncello del Pergolese alla quale vi sono aggiunti gli stromenti da fiato senza dipartirsi dall'originalitá dal signor cavaliere Paisiello". Ebbene oggi, a sedici anni di distanza da quelle due importanti iniziative, a duecentottant'anni dalla morte di Pergolesi e dai duecento che si stanno celebrano per Paisiello, il Teatro San Carlo unisce tali premesse e nuove risorse turistico-culturali per un evento, per tanti versi, senza precedenti: la prima esecuzione in tempi moderni dello Stabat Mater di Pergolesi, ma nella trascrizione da due a quattro voci più fiati accanto agli archi firmata da Giovanni Paisiello per l'esecuzione al Duomo di Napoli il 16 settembre 1810 e nella nuova edizione di Camerlingo, nel Tempio-Cattedrale dell'acropoli del Rione Terra di Pozzuoli, di recente restituito all'umanità in una ricostruzione geniale che ne esalta le schegge dell'arte e della memoria fra originali colonne greco-romane e l'abside barocca, i tre dipinti di Artemisia Gentileschi fin qui conservati al Museo di Capodimonte, la disposizione sul soffitto di punti-luce nell'esatta riproduzione della costellazione così come descritta nella Bibbia da San Paolo al suo arrivo in Puteoli (in alto e in basso a destra nelle foto di Luciano Romano). Insomma, un miracolo che riporta finalmente il prossimo venerdì 25 marzo alle ore 20,30, nel luogo dove il Venerdì Santo si eseguiva lo Stabat, prima di Alessandro Scarlatti e poi pergolesiano, fino a quel fatidico incendio avvenuto nella notte fra il 16 e il 17 maggio del '64, con l'Orchestra della Fondazione diretta da Maurizio Agostini e le voci soliste della straordinaria Maria Grazia Schiavo (soprano), di Eufemia Tufano (mezzosoprano), Leonardo Cortellazzi (tenore) e di Antonio Di Matteo (basso).
Un evento che, nato dalla sinergia fra l'amministrazione comunale della città flegrea e il Teatro San Carlo all’interno della convenzione stipulata dalla Carta dei Comuni, reso inoltre possibile grazie alla disponibilità della Diocesi di Pozzuoli, vuole essere un primo segno importante e non occasionale di una strategia culturale ben radicata nell'identità quanto mirata alla piena valorizzazione del territorio.
«Credo fermamente negli esiti dei buoni progetti - ha dichiarato in apertura di conferenza stampa Alfonso Artiaco, assessore alla Cultura del Comune di Pozzuoli - e su un sistema di rete fra le nostre migliori risorse storico-artistiche quali appunto il Duomo, l'Anfiteatro Flavio, Villa Avellino, la Darsena. Siti preziosi attualmente in ristrutturazione ma, presto, da inserire entro un unico percorso progettuale mirato a promuovere eventi profondamente legati al nostro dna culturale. Di qui l'idea di una tale, prima iniziativa importante in occasione della Pasqua e di una liturgia che ci invita a sostare spiritualmente e in preghiera nei diversi luoghi che sono stati caratterizzati dalla Passione, morte, sepoltura e risurrezione di Gesù Cristo. La sera del Venerdì Santo, giorno memoriale della morte di Cristo, in questa nostra Cattedrale, vogliamo appunto fermarci ai piedi della Croce, insieme alla Madre di Gesù e al Discepolo diletto, per cercare il senso di quella morte e di ogni morte. E vi sosteremo nell’ascolto dello Stabat di Pergolesi: la musica ci aiuterà ad elevare il nostro spirito e, attraverso la sua bellezza, a non restare indifferenti di fronte alle tante morti e calvari del mondo che ancora oggi sono intorno a noi. Un evento da cui tra l'altro - ha anticipato - nascerà un video emozionale realizzato grazie allo speciale sodalizio già in essere fra il Premio Civitas e il Teatro San Carlo».
Orgoglioso dell'iniziativa si è naturalmente detto anche il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia che, nel ringraziare il Vescovo Gennaro Pascarella per l'apertura della Cattedrale del Rione Terra, ha ribadito l'importanza di una politica puntata alla promozione delle risorse locali, culturali, archeologiche e, come in questo caso, spirituali.
«L’esecuzione dello Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi nella Cattedrale di Pozzuoli - ha infatti ricordato il primo cittadino di Pozzuoli - è un’antica tradizione che ritorna ma, per noi puteolani, è anche un segno dei tempi. È la testimonianza ulteriore, tangibile, che il Rione Terra (nella foto a sinistra) è tornato a vivere e diventa sempre più parte integrante della città, come lo era un tempo. Dunque Pozzuoli non è soltanto archeologia. L’età moderna, soprattutto tra Seicento e Settecento, disegna un itinerario artistico di grande spicco, concentrandosi soprattutto sul Rione Terra, dove il tempio-duomo diventa un palinsesto incredibile per rileggere la storia millenaria di questi luoghi. Non è dunque un caso che la Cattedrale di San Procolo sia un contenitore privilegiato per esperienze musicali, soprattutto se l’esecuzione è un omaggio a Pergolesi. Genio musicale prematuramente scomparso proprio a Pozzuoli. Lo Stabat Mater riprende una tradizione quaresimale che intendiamo rinnovare, indirizzo di una politica culturale che si spinge nel senso dell’identità e della promozione delle migliori attestazioni artistiche del territorio.
Ripensare il Rione Terra significa anche questo: ripartire dalla valorizzazione fruibile del patrimonio monumentale, rendendolo scenario di appuntamenti di spessore, legati alla realtà delle presenze artistiche. L’intento? È che questa esperienza non resti isolata. Pozzuoli e il Rione Terra devono essere proiettati in una dimensione di ampio respiro che riscatti i decenni passati, segnati dal degrado e da un inconcepibile abbandono del promontorio più denso di memorie dell’area flegrea. Due anni fa il Duomo di San Procolo Martire ha riaperto al culto e da alcuni mesi intere generazioni stanno riscoprendo il valore di quanto è conservato nelle viscere della millenaria rocca con la fruizione del percorso archeologico sotterraneo. Passo dopo passo, pezzo dopo pezzo stiamo portando avanti la nostra opera più importante: restituire alla città il Rione Terra e renderlo vivo. E in questo la Cultura ha un ruolo predominante, è un valore aggiunto, un formidabile volano di sviluppo. Nel processo di valorizzazione di questa antica rocca, i beni archeologici, le strutture museali, assieme alle iniziative culturali, assumono un’importanza strategica. Opere come lo Stabat Mater del Pergolesi, lo straordinario compositore e musicista morto e sepolto a Pozzuoli nel 1736, e la collaborazione nata con la Fondazione Teatro San Carlo, non possono che contribuire ad accrescere il livello dell’offerta culturale e l’interesse nei confronti del Rione Terra, della città di Pozzuoli e dell’intero territorio flegreo. Siamo come su un treno in corsa, in cui crediamo fortemente».
Assente all'incontro, ma rappresentato da padre Giovanni Varriale, responsabile delle programmazioni musicali della Diocesi, il Vescovo Pascarella ha tenuto anch'egli a sottolineare con un suo messaggio il significato del concerto: «Uscire dal Teatro come edificio e fare musica come Teatro sul territorio grazie a strumenti e progetti quali la Carta dei Comuni che il Teatro di San Carlo ha istituito per consolidare in maniera vitale e capillare un legame sempre più forte con il territorio; rinnovare ed eseguire parte dello sterminato patrimonio musicale del Settecento napoletano, in un contesto di repertorio e tradizioni, che conferiscono a Napoli un primato, nella musica come nelle arti: questi sono solo alcuni dei valori che hanno portato a realizzare il concerto del prossimo 25 marzo e concretizzare il sogno di riportare in vita l’antica tradizione dello Stabat Mater di Pergolesi (nell'immagine sopra a sinistra) nel Duomo di Pozzuoli, il Venerdì Santo. La versione scelta per le imminenti festività pasquali è quella di Giovanni Paisiello (nell'immagine in basso a destra), di cui quest’anno si ricordano i 200 anni dalla morte (1740 - 1816) e che più volte il Teatro di San Carlo cita nella programmazione 2016.
L’affinità elettiva tra il Teatro di San Carlo e la Città di Pozzuoli non nasce solamente da una vicinanza geografica e da un antico rapporto che si è consolidato nel tempo, ma germoglia in un’ottica di valorizzazione del patrimonio storico e artistico campano, di cui il Duomo di Pozzuoli è emblema importante, una delle meraviglie della Regione, tornato a risplendere dopo un imponente e lungo lavoro di restauro». Infine le parole della sovrintendente del San Carlo, Rosanna Purchia, e del direttore artistico Paolo Pinamonti: «Siamo particolarmente felici di riprendere una tradizione ferma dal 1964 e con una pagina musicale che è testamento emblematico dell'autore così come sarebbe avvenuto più tardi con il Requiem di Mozart. Il mistero della committenza - ha aggiunto il vertice artistico - e l'anticipo di dieci ducati purtroppo non sufficienti a coprire le spese di un dignitoso funerale hanno poi contribuito al grande mito romantico su Pergolesi. Un mito d'altra parte ben leggibile - ha concluso Pinamonti in accordo con l'interprete Maria Grazia Schiavo (nell'ultima foto), presente all'incontro - nella trascrizione romantica che ne fa appunto Paisiello, cambiandone l'organico e dunque le sonorità, pur sempre nel rispetto dell'originale».
Ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria a euro 2.
Info e prenotazione online www.teatrosancarlo.it
Oppure presso la Biglietteria del Teatro di San Carlo.
Il concerto verrà trasmesso in diretta su Tele Campi Flegrei, canale 551 HD 877 HD del digitale terrestre Streaming e on demand www.tvcampiflegrei.it
Inoltre si ringrazia Paolo Lubrano e il Premio Civitas che realizzerà un video emozionale dell’evento.
La volontà, manifestata dalle istituzioni coinvolte, è quella di costruire, anche a seguito della sottoscrizione alla Carta dei Comuni (progetto istituito dal Teatro di San Carlo), solide basi per pianificare progetti non sporadici ma continui, e il concerto del 25 marzo 2016 nello splendido Duomo di Pozzuoli, è solo il primo di una lunga serie di appuntamenti.
Carta dei Comuni
Il progetto Carta dei Comuni, istituito dalla Fondazione Teatro di San Carlo, intende implementare e promuovere i rapporti con i Comuni della Regione Campania. Il nuovo assetto dislocativo socio-urbanistico, risultante dalle politiche di decentramento che si sono susseguite nel corso dell’ultimo ventennio, impone infatti un ripensamento integrale delle politiche di incentivo alla fruizione lirica e sinfonica, tale da consentire un accesso agevolato a più fasce di pubblico, purtroppo, sovente, non sufficientemente tutelate dalle istituzioni culturali del nostro paese.
La Carta dei Comuni nasce dunque, innanzitutto, quale strumento operativo a disposizione di quelle Municipalità che intendano procedere in tale direzione, offrendo al cittadino una nuova tipologia di servizio trasversale, in quanto attinente alle molteplici sfere della formazione del gusto, della politica sociale, della gestione del tempo libero. L’adesione alla Carta dei Comuni costituisce, al tempo stesso, un ottimo vettore per l’incremento della visibilità dei centri sostenitori e delle relative Amministrazioni, nonché una diretta quanto incontestabile conferma della loro vocazione culturale.
Stabat Mater di Pergolesi nella trascrizione
di Giovanni Paisiello (1740-1816)
Per soli e orchestra
soprano, Maria Grazia Schiavo
mezzosoprano, Eufemia Tufano
tenore, Leonardo Cortellazzi
basso, Antonio Di Matteo
Orchestra del Teatro di San Carlo
Direttore Maurizio Agostini
Duomo di Pozzuoli
Venerdì Santo
25 marzo 2016, ore 20.30
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