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Paola De Simone

Due autori "cardine" della grande letteratura musicale della Mitteleuropa, fra radici tedesche e sviluppi viennesi per il nuovo capitolo sinfonico in locandina al Teatro San Carlo, sabato 6 febbraio (ore 20.30) e domenica 7 (ore 18.00). Si inizia con il Beethoven del bellissimo Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra, op. 37, scritto nel 1800 e in prima esecuzione il 5 aprile 1803 con lo stesso Beethoven solista che, non avendo portato a termine la propria parte, suonò su alcuni appunti. In campo, un'autentica sfida nel genere all'apice dello Stile classico maturo in quanto definitivo superamento dei modelli mozartiani attraverso la reinterpretazione sinfonica della forma "Concerto" e l'accelerazione drammatico-espressiva sul pedale dello slancio virtuosistico. A interpretarlo, nell'occasione sancarliana, sarà uno dei maggiori interpreti beethoveniani del secolo Ventesimo, più volte tornato a esibirsi sul massimo palcoscenico partenopeo e sempre con partiture del genio di Bonn: Rudolf Buchbinder (in apertura, nella foto di Alexander Basta), pluripremiato pianista del repertorio classico-romantico con uno speciale primato agli esordi del proprio itinerario artistico essendo stato ammesso - caso senza precedenti - all'età di appena cinque anni alla Musikhochschule di Vienna. Innumerevoli sin qui i concerti accanto alle migliori compagini internazionali e, nell'arco della lunga carriera dell'artista appassionato di letteratura e dedito quando possibile anche alla pittura, fondamentale l'integrale delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven eseguite in mezzo mondo guardando fedelmente al manoscritto originale.

A seguire, nel bel programma diretto da Ralf Weikert, musica tedesca di cent'anni dopo e un efficace doppio volto del tedesco Richard Strauss: quello fortemente attratto da un'energica temperie arcaica e barbarica espressa attraverso il bagliore della tecnica e la tensione sgargiante della materia sonora, nello specifico affidato alla "Danza dei sette veli" dall'opera in un atto Salome (Dresda, 1905, da Oscar Wilde), pagina al termine della quale la giovane chiede di ricevere su un piatto d'argento la testa mozzata di Jokanaan e, dall'altra, la decadente sensualità viennese, entro la vertigine di un valzer di eleganza nostalgica e struggente, propria della Suite per orchestra tratta dall'incantevole commedia musicale Der Rosenkavalier (1911) in scena parimenti a Dresda, ma su libretto dello straordinario viennese Hugo von Hofmannsthal, in ventennale, straordinario tandem poetico-musicale con Strauss a partire dalla geniale Elektra.

Entrambi di estrazione austriaca, Rudolf Buchbinder (nato nel 1946 a Leitmeritz, nella Repubblica Ceca) e Ralf Weikert (originario di Sankt Florian, classe 1940, nella foto in basso a destra) sono riconosciuti tra i maggiori interpreti del repertorio sette-ottocentesco: Rudolf Buchbinder, come accennato, tra i massimi esponenti della tradizione interpretativa beethoveniana mentre, Ralf Weikert, è maggiormente noto per l’esegesi mozartiana e rossiniana.

Teatro di San Carlo

Sabato 6 febbraio 2016, ore 20.30

Domenica 7 febbraio 2016, ore 18.00

Programma

Direttore, Ralf Weikert

Pianoforte, Rudolf Buchbinder

Orchestra del Teatro di San Carlo

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra, op. 37 (1803)

Allegro con brio

Largo (mi maggiore)

Rondò. Allegro

Richard Strauss (1864 -1949)

“Salome”, Danza dei sette veli (1905)

"Der Rosenkavalier", Suite per orchestra, op. 59 (1911 – suite del 1944)

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