A dispetto del recente, immeritato taglio della quota Fus assegnata dal Mibact (dagli 85mila euro del 2014, pur avendo migliorato l’attività artistica e inventato una felice formula come il "Maggio del Pianoforte" atta a promuovere direttamente in calendario i giovani talenti e coinvolgere criticamente il pubblico, si è precipitati nel 2015 a 59.500 euro) cui si è aggiunta la défaillance del principale sponsor Bnl, il "Maggio della Musica" conferma e rinsalda anche per la nuova edizione le linee progettuali ad oggi messe a segno per il sesto anno consecutivo dal pianista napoletano Michele Campanella (nella foto d'apertura), direttore artistico della rassegna presieduta con cura e passione rara da Luigi Baratti.
Stando alla bozza del programma per l'edizione numero diciannove, presentata ai soci e alla stampa nel corso della tradizionale serata di dicembre in Villa Marinella dal vertice artistico e dal lungimirante presidente dell'Associazione "Amici del Maggio", Sergio Meomartini
(nella foto a destra), dieci saranno i concerti proposti in cartello, articolati fra l'anteprima alla Sala Agata del Museo Filangieri (6 marzo, ore 18) e i restanti, serali, nell'appena restaurata Villa Pignatelli, cui si aggiungono, per la prima volta in pari, prezioso luogo neoclassico, i sei appuntamenti con la competizione del "Maggio del Pianoforte" che, ogni domenica mattina fra ottobre e novembre, proporranno un giovane talento pianistico per un confronto finale dal quale, su votazione del pubblico, uscirà un vincitore pronto ad entrare direttamente nella stagione successiva. «È un programma - ha dichiarato in merito Michele Campanella - nato fra mille difficoltà e grandi dimostrazioni di amicizia. Il risultato? È il segno che, per tanti artisti, il nome di Napoli funziona così come per tutti noi, grazie alla forza dataci dai soci e dal pubblico, è il modo migliore per esprimere la voglia di andare avanti» (nelle immagini sotto, i luoghi: la Sala Agata del Museo Gaetano Filangieri e Villa Pignatelli).
Specificità dell'intero programma, la piena valorizzazione delle professionalità musicali nazionali, in recital solistico o in formazioni da camera che rappresentano un po' tutto il tessuto italiano. In recital ascolteremo infatti tre pianisti: Giovanni Nesi (19 maggio), nato a Firenze nel 1986, artisticamente formatosi con Maria Tipo e Andrea Lucchesini, già presente nel circuito discografico (ha inciso le Sonate di Zipoli per la Heritage mentre, per Tactus, ha registrato in prima mondiale le Bagatelle di Mario Pilati), apprezzato concertista selezionato dal "Maggio del Pianoforte" 2015 (sotto, nella foto di Guido Mazzoni); Massimo Giuseppe Bianchi (23 giugno), piemontese, perfezionatosi con Bruno Canino, interprete di un ampio repertorio dal Barocco a i nostri giorni comprese le opere rare, tanto da aver inciso nel 2011 l'integrale pianistica di Ghedini accanto a pagine cameristiche di Pick-Mangiagalli e Castelnuovo-Tedesco; Michele Campanella (6 ottobre, in chiusura) per Schumann, Prokof'ev e Musorgskij.
Per le formazioni da camera, invece, ospiti del "Maggio" saranno: l'Ottetto d'Archi dell'Orchestra Regionale della Toscana (il 6 marzo, nella Sala Agata del Museo Gaetano Filangieri in via Duomo per un'anteprima a recupero del concerto saltato nella precedente stagione) con il meraviglioso Ottetto di Mendelssohn più una pagina del parimenti romantico Max Bruch; il bravissimo Quartetto d'Archi della Scala di Milano (5 maggio, in Villa Pignatelli) darà poi il via ai quattro appuntamenti con la seconda fase del Festival Brahmsiano affidato ancora, fra i capitoli successivi, al Sestetto Stradivari (25 maggio) formato da alcuni professori della romana Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e che, in parte (i fratelli David e Diego Romano rispettivamente primo violino dei secondi e violoncello, più l'ottima prima viola Raffaele Mallozzi), ritornano l'8 giugno al fianco del pianista e vertice artistico Michele Campanella. E ancora, per Brahms, i fratelli Romano torneranno il 16 giugno stavolta accanto ad altre due brillanti prime parti della compagine ceciliana, il cornista Guglielmo Pellarin e il clarinettista Alessandro Carbonare, e alla sempre brava Monica Leone al pianoforte. (nelle foto sotto, nell'ordine: il Quartetto d'Archi della Scala, il Sestetto Stradivari nello scatto di Sonia Ponzo, la pianista Monica Leone).
Completano la proposta di quest'anno: un evento da camera (12 maggio) che riporta in campo un outsider, ossia, secondo uno degli obiettivi primari del maestro Campanella, un grande muscista da decenni uscito dai correnti circuiti concertistici quale il violoncellista Franco Maggio Ormezowski che, con la figlia Emanuela Maggio al pianoforte, darà forma a brani di Boccherini, Schubert, Schumann e all'impervia Sonata di Zoltán Kodály. Quindi, I Solisti Aquilani in rinnovatissima formazione al fianco del primo violino dell'Orchestra del San Carlo, Gabriele Pieranunzi, si esibiranno il 28 maggio con un pregiato itinerario sei-settecentesco firmato Vivaldi, Pergolesi, Vitali, Corelli e Tartini.
Infine, giocato un po' come un fuoco d'artificio sopra il cielo superclassico sin qui tracciato,
il nono concerto chiude la carrellata precedente le vacanze d'estate proponendo un vivace cammeo jazz con la voce recitante di Peppe Servillo, il mitico sax di Javier Girotto e il pianoforte di Natalio Mangalavite (sotto, nella foto di chiusura): un trio d'eccezione nella neoclassica veranda del Museo di Villa Pignatelli alla Riviera di Chiaia per presentare il loro ultimo lavoro discografico: “Parientes”.
La ripresa dunque in ottobre con il citato recital di Michele Campanella posto a sigillo dei dieci concerti e il via al nuovo contest, stavolta in terza edizione, riservato ai giovani pianisti under 35 in gara da tutto il mondo dinanzi ad un pubblico che, per una volta, si trasforma in unica giuria.
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