top of page
Redazione

Pagina sacra dalle radici antiche, ben salda nella tradizione immutata di un testo latino ispirato al Vecchio Testamento con relativo apice nel martellamento trocaico delle visioni terrifiche del giorno del Giudizio ma, attraverso i secoli, in metamorfosi musicale costante, con vette al sublime a firma di Mozart, Verdi, Brahms, Fauré. Ed è così che, nel catalogo di uno dei più interessanti compositori contemporanei di scuola napoletana, Gaetano Panariello, autore tra l'altro della partitura per il Peter Pan coreutico in questi giorni al San Carlo per i più giovani, si annovera anche un Requiem, composizione somma e, in genere, presente nelle fasi mature di un itinerario creativo. Ne ricordiamo bene, nel caso appunto del Requiem firmato da Gaetano Panariello, la prima esecuzione, avvenuta con successo e in formula ridotta, per soli, coro, pianoforte e vibrafono, a Napoli nel marzo 2010 nella chiesa di Santa Caterina da Siena per la stagione del Centro di Musica Antica. Negli esiti della prima assoluta, testo immutato ma singolare reinvenzione del rapporto fra metrica poetico-drammatica e musica. La versione attuale, proposta sabato 30 gennaio (ore 20.30) nella Chiesa di San Rocco a Chiaia in occasione del Concerto della Memoria e, in replica, domenica 31 (ore 19) nella Chiesa di San Procolo al Rione Terra di Pozzuoli (con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili), manterrà invariato l’assetto vocale (solisti e coro) ma amplierà l’ensemble strumentale impiegando anche un organo.

Ogni singolo numero del Requiem di Panariello presenta un suo “suono speciale”, definito da un proprio particolare colore, determinato sia dall’uso delle voci che degli strumenti scelti di volta in volta. Al centro, il testo della messa dei morti, vera chiave di volta dell'intera, variegata quanto articolatissima architettura sonora: parole che generano diversi suoni, gesti figurali ed emozioni in tensione costante fra pubblico ed esecutori. Pertanto, un ascolto emotivo e fortemente evocativo che intende avvolgere l'ascolto entro l'aura intensa di una preghiera collettiva.

Il canto dei solisti (alcuni con un rilievo maggiore, come per il tenore) è concepito quale voce delle singole anime che, di volta in volta, vengono occasionalmente fuori dalla massa (l’intero coro) per poi rientrare nel "Tutti", come assorbiti da un organismo dal quale non possono definitivamente staccarsi. Tra i momenti apicali, Dies irae a parte, l’Hostias, al momento dell’Offertorio: una preghiera collettiva per la quale non c’è presenza strumentale. Qui è la voce pura degli uomini e delle donne (dei fedeli riuniti in preghiera) che ricordano le anime per le quali si invoca il passaggio dalla morte alla vita eterna.

Quindi lo scatto oltre il modello imposto dal Vecchio Testamento. L’opera si allontana infatti dalla tradizionale rappresentazione musicale del terrore dell'uomo serrato nel confronto con la propria natura, ribelle di fronte alla morte e sgomento alla soglia dell'ignoto. Piuttosto, l'intenzione è qui rivelare la disillusione e la tristezza dell’uomo contemporaneo dinanzi alla consapevolezza dei propri limiti.

La singolare proposta, in realtà, rientra in una più organica e nuova formula progettuale varata dalla Pietà de’ Turchini. Formula che, dal 30 gennaio al 13 febbraio nell'arco di tre appuntamenti con Gaetano Panariello e l’ensemble La.Vi.Co., intende avviare e alimentare un percorso sulla produzione napoletana dei nostri giorni. Nell’ambito della Stagione concertistica in corso, infatti, si terrà una mini-rassegna dal titolo “Dall’antica alla contemporanea pratica nel segno della Scuola Napoletana”, iniziativa ideata dalla direttrice artistica Federica Castaldo e a cura del maestro Gaetano Panariello. Il progetto nasce da una domanda: esiste una “Scuola” compositiva che possa differenziarsi e caratterizzarsi con una sua identità a Napoli, come esisteva nei secoli passati? Per scoprirlo la Pietà de’ Turchini ha scelto come partner uno dei più prolifici autori di musica del territorio, che ha coltivato nei tanti anni di insegnamento nei Conservatori della Campania, una vera e propria “scuola” compositiva ricca di personalità creative riunite sotto la sigla La.Vi.Co. (Laboratorio Vivo di Composizione). Dopo il Requiem si proseguirà quindi, sempre alla Chiesa di San Rocco a Chiaia e con il gruppo La.Vi.Co., il “vulcanico” Laboratorio Vivo di Composizione guidato dal maestro Panariello e formato da giovani compositori-esecutori delle proprie opere, con due originali performance, nelle quali gli strumenti tradizionali si fondono con la musica elettronica. Sabato 6 febbraio, da un’idea di Luigi Frezza docente all’Università di Salerno, il gruppo eseguirà in prima assoluta un'inedita sonorizzazione dal vivo del film “La Signora delle Camelie” (1915) di Gustavo Serena. Sabato 13, invece, il La.Vi.Co. racconterà in musica sei scene dell’Orlando Furioso, per celebrare i 500 anni dalla prima pubblicazione del capolavoro di Ludovico Ariosto.

Con tale ciclo di appuntamenti la Pietà de’ Turchini apre dunque un nuovo percorso sulla musica contemporanea, una proposta artistica che, in parallelo alla ricerca e alla produzione nel campo dei repertori antichi e in particolare del Sei-Settecento, abbraccerà generi e forme musicali dei giorni nostri, di produzione italiana e internazionale, pronta ad arricchirsi in futuro di altri contenuti e altre iniziative trovando nella sede di San Rocco a Chiaia un suo privilegiato centro performativo e formativo.

Quanto all'autore del Requiem, particolarmente ampio e interessante il curriculum di Gaetano Panariello (nella foto a sinistra) che, sempre per la Fondazione di Federica Castaldo e Marco Rossi, ha recentemente creato un'altra, ancor più bella pagina sacra con lo Stabat Mater ascoltato nel maggio 2015 in Santa Caterina da Siena (sopra, nella foto di Luigi Maffettone). Compositore e didatta napoletano classe 1961, Panariello è stato allievo di Aladino Di Martino e Franco Donatoni per la composizione, quindi di Carmen Gambardella e Tita Parisi per il pianoforte. Docente nei Conservatori Italiani dal 1982, dal 2008 è titolare della cattedra di Composizione presso il Conservatorio di musica “S. Pietro a Majella” di Napoli. E’ stato docente a contratto di Musicologia presso l’Università degli studi di Salerno. Dal 2000 al 2005 è stato Direttore del Conservatorio di musica “D. Cimarosa” di Avellino. Attivo dal 1980 come autore di musica lirica, sinfonica e da camera, entra nel 1992 a far parte delle programmazioni del Teatro San Carlo di Napoli con il balletto Immago, divenendone subito uno dei principali compositori-ospiti: Pinocchio, Il Guarracino, Biancaneve, Sogno di una notte di mezza estate, I Cantori di Brema, Al lupo, al lupo, Viaggio in Italia, Peter Pan, Un bambino di nome Gennaro sono infatti alcune delle opere espressamente da lui composte per il Massimo napoletano e replicate con successo e con ampi consensi della critica al Nuovo Piccolo di Milano nelle stagioni della Scala, al Palazzo Tè di Mantova, al Teatro Giuditta Pasta di Saronno, alla Scuola Civica di Milano, al Piccinni di Bari, al Rendano di Cosenza, al Verdi di Salerno, al Gesualdo di Avellino, al Ravello Festival, al Festival Nuova Consonanza di Roma. La carriera internazionale, oltre che in Europa, lo ha portato anche negli Stati Uniti con importanti commissioni (inaugurazione del CAC Center of Tulsa in Oklahoma nel 2006; celebrazione del 25° della fondazione della John Hopkins Orchestra di Baltimora nel 2008 con il Triplo Concerto per pianoforte, oboe, fagotto e orchestra e successiva touneè nel New Jersey nel 2009) ed in Brasile (Il libro degli esseri immaginari). Autore di musica sacra (due oratori - Nativitas e Sacrum Opus - l'attuale Requiem, un Magnificat per tre cori, numerosi Mottetti e composizioni sacre entrate stabilmente nel repertorio di prestigiose associazioni corali di tutto il mondo) ha pubblicato ed inciso musica per la prestigiosa Casa Musicale Sonzogno (Milano), per la Simeoli (Napoli), pe la E.S.I. (Edizioni Scientifiche Italiane), per la Casa Editrice Gruppo Elettrogeno (Roma). A partire dal 2016 ha avviato un percorso di residenza artistica con un gruppo di allievi riuniti sotto la sigla La.Vi.Co. (Laboratorio Vivo di Composizione) per la Chiesa di San Rocco in collaborazione con la Fondazione Pietà de’ Turchini, dal titolo “La Scuola Napoletana nella contemporanea pratica”.

Alla guida dell'organico, al pari del citato, bellissimo Stabat, ci sarà Davide Troia, diplomato in Musica Corale e Direzione di Coro con Carmine Pagliuca, in Composizione con Aladino Di Martino e con lo stesso Gaetano Panariello, nonché in Strumentazione per Banda, in Pianoforte e in Canto. Ha frequentato il corso biennale di perfezionamento in Direzione di Coro con Norbert Balasch presso l'Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma, il corso di Direzione di Coro, pratica corale e vocalità antica "R. Goitre" con G. Acciai, corsi sulla musica corale contemporanea con B. Zanolini, G. Hollerung, G. Graden. Ha seguito seminari di musica antica con artisti quali Cavina, Banditelli, Ansermet, Invernizzi, Florio e, alla Civica Scuola di Musica di Milano, con Gini e Miatello. E' fondatore e direttore, dal 1990, del Coro Polifonico "Exsultate Deo", alla cui guida ha partecipato a prestigiosi festivals e ottenuto riconoscimenti e premi in concorsi nazionali ed internazionali. Dal 2013 dirige il Coro della Pietà de’ Turchini e dal 2015 il Coro di voci bianche di San Rocco.

Affianca all'attività di direttore quella di controtenore, svolgendo attività solistica e in gruppi vocali. Ha realizzato numerose elaborazioni per coro; ha ricoperto il ruolo di giurato in importanti concorsi di Composizione Corale. E' docente di Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio "L. Canepa" di Sassari.

Infine, il Coro della Pietà de’ Turchini, formazione nata nel 2013 dal progetto "liberi di cantare" per la valorizzazione della Chiesa di San Rocco a Chiaia, composta da 40 elementi e affidata alla direzione di Davide Troìa. Il repertorio esplorato è molto ampio: sacro, profano e popolare, a cappella e con strumenti, dal Rinascimento al Contemporaneo. La partecipazione al Coro è aperta a tutti e avviene attraverso audizioni periodiche avendo, quale principale obiettivo, l'accostamento alla musica e all'attività concertistica in maniera gioiosa. In meno di tre anni di vita ha già portato a compimento diversi progetti ed eseguito molti concerti per la stagione del Centro di Musica Antica e per altre rassegne in Campania.

Ingresso gratuito

Prenotare inviando una mail a coordinamento@turchini.it oppure telefonando allo 081402395 dalle 9.00 alle 15.00, dal lunedì al venerdì.

Dall'antica alla contemporanea pratica nel segno della "Scuola Napoletana"

Ciclo a cura di Gaetano Panariello

In collaborazione con

La.Vi.Co. (Laboratorio vivo di composizione)

30 gennaio ore 20.30

Chiesa di San Rocco a Chiaia

31 gennaio ore 19.00

Chiesa di San Procolo

Rione Terra, Pozzuoli

Requiem di Gaetano Panariello

Per la Giornata della Memoria

Coro della Pietà de' Turchini

Giuseppe Lettiero, vibrafono

Luigi Del Prete, pianoforte e organo

Davide Troìa direttore

SOPRANI

  1. Rosa Andreone*

  2. M. Teresa Cataldi

  3. Graziella D’Acierno

  4. Renata Greco

  5. Maria Pia Prisco

  6. Valentina Scepi

  7. Lia Scognamiglio*

  8. Rosanna Sodano*

  9. Fabrizia Spada

  10. Antonella Venditti

CONTRALTI

  1. Antonella Ausanio*

  2. Eleonora Brescia

  3. Daniela Candreva

  4. Paola Ciranni

  5. Tiziana De Bellis*

  6. Carla Ranavolo

  7. Gabriella Sisillo*

  8. Marilia Tortora

  9. Marina Vagnoni

  10. Elena Vellusi

TENORI

  1. Salvatore Di Fraia

  2. Daniela Esposito

  3. Roberto Franco

  4. Giovanna La Fianza*

  5. Salvatore Morelli

  6. Lucia Pariante

  7. Leopoldo Punziano*

  8. Gabriella Valente

  9. Edgardo Visciola

BASSI

  1. Fulvio Acciavatti

  2. Enzo Bucciero

  3. Carlo Calabrò

  4. Claudio Ciliberti

  5. Giuseppe Di Prisco

  6. Aldo Fiorillo

  7. Stefano Di Fraia*

  8. Sergio Petrarca

  9. Vincenzo Vasca

* voci soliste

SCARICA PDF

Comments


In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page