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Paola De Simone

Giornata intensa, quella di ieri, al Teatro San Carlo. La mattina, in sovrintendenza, la conferenza stampa con i vertici del Lirico e la maggior quota dei cast per presentare l’operetta La vedova allegra di Franz Lehár, terzo titolo in stagione dopo Carmen e Schiaccianoci affidato a nomi di spicco del circuito operistico maggiore quali Carmela Remigio, Valeria Esposito, Bruno Praticò e Filippo Morace (più, dal teatro partenopeo, un “esordiente eccellente” come Peppe Barra nel ruolo di Njegus), in scena a partire da venerdì 22 gennaio più prova generale aperta al pubblico (giovedì 21 ore 18) in favore dell’Unicef per salvare i bambini migranti attraverso il Mediterraneo. Poi, a stretto giro, centinaia di presenze di nuova generazione fra i 500 giovanissimi in sala per lo Schiaccianoci versione “Suite” e gli 800 lavoratori-studenti arrivati poco dopo per assistere alle prove della “Vedova” con il progetto “Inform-azione”. Mentre, a un’ora dal concerto diretto da Patrick Fournillier e con le sorelle Labèque protagoniste del “doppio” di Poulenc, l’onore e l’orgoglio dell’arrivo (alle ore 19,15) del ministro ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Dario Franceschini (sotto nelle foto, con la sovrintendente). «Il ritorno del Ministro – ha dichiarato in merito la Sovrintendente Purchia, significativamente in giorni piuttosto caldi fra il toto-candidature per la poltrona in Palazzo San Giacomo e l’esigenza di un allineamento sulla Bagnoli commissariata sotto Nastasi – testimonia l’attenzione del Governo nei confronti del territorio e del suo patrimonio storico, artistico e musicale».

Così, dopo l’itinerario diviso fra la Biblioteca dei Girolamini e il Museo di Capodimonte, il ministro Franceschini è tornato dopo la prima della Carmen nuovamente al San Carlo dove, guidato dalla Purchia, dal direttore artistico Paolo Pinamonti e dai membri del Consiglio d’indirizzo, ha voluto rivedere la platea, la tela del Cammarano sul soffitto e le decorazioni principali. Quindi, il passaggio per la Sala Giardini, dove ha assistito ad una breve prova del Coro di Voci Bianche guidato da Stefania Rinaldi. Poi, la salita in sartoria, dove si stava lavorando alacremente ai costumi di Vedova allegra, Peter Pan e Norma, quest’ultima con i costumi del Premio Oscar Franca Squarciapino. A guidarlo, la responsabile Giusi Giustino. A seguire, il Ministro è stato accompagnato alla Scuola di Ballo e alle sale prove della Compagnia di Balletto, dove era appena terminata la prova dei bambini.

Qui il ministro ha incontrato il direttore della Scuola Stéphane Fournial, il vertice del Corpo di Ballo Lienz Chang e la presidente onoraria a vita della Scuola, Anna Razzi. Al termine, le parole di Franceschini che hanno espresso l’emozione di tornare al San Carlo e ribadito i vantaggi dell’adesione all’Art Bonus, uno strumento ancora in fase di sperimentazione che però nel primo anno di applicazione ha già portato risultati significativi, tra l’altro entrato a tutti gli effetti nella legge di stabilità per permettere alle istituzioni culturali di reperire nuovi fondi essendo, quelli pubblici, ad oggi insufficienti.

Quanto alla presentazione della Vedova allegra, invece, riproposta con altro cast ed altra bacchetta (il viennese Alfred Eschwé) nello stesso allestimento firmato da Federico Tiezzi (nel video al lato, con l'Hanna Glawari di Valeria Esposito) sei anni fa con le scene “decò” di Edoardo Sanchi e i costumi di Giovanna Buzzi, si è voluto sottolineare la trasversalità culturale di un taglio registico (qui ripreso da Francesco Torrigiani) pronto a guardare al contempo al mondo storico-economico di quel fatidico anno 1929 con accenni al cinema di Fred Astaire e a quel che sarebbe stato il Tanztheater di Pina Bausch. Una produzione che ricordiamo elegante, moderna, d’effetto, divertita e divertente. «Ripensando la “Vedova” in una prospettiva brechtiana, punteggiata di umorismo, ironia e parti recitate che rinviano al cabaret tedesco alla Weill – ci aveva all’epoca spiegato infatti Federico Tiezzi – ho spostato l’azione dal tradizionale salotto parigino alla Hall di una Banca in un anno ben preciso: il 1929, l’anno della grande crisi. Bancarotta, nel merito della trama, del favolistico Pontevedro quanto, nella realtà di oggi, altalena economica, evidente ogni giorno». Ma non solo. Sullo sfondo delle avanguardie, si rielabora e si va oltre la verve leggera del testo di Léon e Stein. «C’è leggerezza ma ispirata ai film danzati anni Trenta con Fred Astaire e Ginger Rogers, per intenderci, alla Berkeley. E c’è il sogno di un passato, di un mondo già scomparso. C’è il tema della famiglia scoppiata ed il cinismo della verità, ad esempio, nella celebre massima del Conte Danilo con cui, direi, sono d’accordissimo: “Innamorarsi molto, fidanzarsi raramente, sposarsi mai”. Cosa resta? L’erotismo. La sensualità pura, fine a se stessa, vista attraverso lo specchio della doppia coppia, come in due diverse età della nostra vita».

E come a ribadire l’equilibrio sottile fra ironia, il serio e il faceto di un genere figlio di un’arte non minore, la scelta del particolarissimo mix di interpreti, in parte provenienti dal grande repertorio lirico “serio”, in parte dalla tradizione buffa o dalla ribalta di matrice napoletana. Nel primo caso, si segnalano le voci che si alterneranno per il ruolo della vedova Hanna Glawari, al San Carlo applaudita in passato con la grande Kabaivanska ed Eva Mei: il soprano Carmela Remigio (già da noi Contessa nelle “Nozze” mozartiane e Tat’jana da “oscar” nell’Onegin di qualche anno fa) che nell’occasione ha sottolineato la grande sfida non solo per il suo debutto nel ruolo, quanto per la difficoltà di un registro assai variabile quanto ambiguo. «Un dramma amoroso da recitare con ironia leggera, quasi un gioco, con momenti musicali bellissimi» ha inoltre aggiunto la Remigio; in seconda battuta, canterà invece il soprano Maria Pia Piscitelli.

Quindi, tre voci per Valencienne: Valentina Farcas, Annamaria Sarra e Valeria Esposito, soprano napoletano, quest’ultima, recentemente applaudita anche nel ruolo del titolo, grande Regina della notte mozartiana in tante riprese viennesi e Constanze che salvò, grazie alla sua sostituzione in extremis, il “Ratto” firmato Michieletto. «In fondo è un’opera femminista non solo perché converte al femminile il protagonismo del titolo ma, anche – fa notare Valeria Esposito – perché due donne così diverse ma parimenti forti sanno come governare gli uomini piegandoli a proprio piacimento». Il Conte Dànilo sara invece interpretato da Markus Werba e Marco Di Sapia, il Barone Mirko Zeta (Ambasciatore a Parigi di un piccolo stato d’invenzione, il Pontevedro) sarà il bravissimo Bruno Praticò (sopra, nel video per l'edizione al San Carlo del 2010, in cui varava il ruolo) in alternanza con l’altrettanto fenomenale Filippo Morace, giocati entrambi in un contrappunto che si preannuncia esilarante per la partecipazione straordinaria di Peppe Barra in Njegus, cancelliere dell’Ambasciatore, alla sua prima prova sancarliana.

«Qui? Fra intrigo e brio – ha osservato Peppe Barra – c’è praticamente tutto: dramma, erotismo, sensualità, divertimento». Infine le parole della presidente del Comitato Unicef Campania, Margherita Dini Ciacci: «La silenziosa strage degli oltre 700 piccoli migranti morti in mare nel solo 2015, l’arrivo dei sopravvissuti nei campi piangendo il sogno di una vita migliore, colpisce i nostri cuori. Di qui l’invito a tutti i cittadini a sostenere numerosi l’iniziativa, nel segno di una Napoli capitale solidale, impegnata nel sostegno alla cultura e al sociale».

Nell’occasione, annunciata anche l’iniziativa di una speciale visita guidata che darà il via alle celebrazioni del giorno del genetliaco di Carlo III di Borbone, dal 1735 al 1759 Re di Napoli e Sicilia, poi Sovrano di Spagna, (20 gennaio 1716 – 14 dicembre 1788) e sovrano che ordinò la costruzione del tempio lirico erede del San Bartolomeo che, ad oggi, ne porta il nome. L’itinerario, a cura di Antonella Rizzo, si terrà mercoledì 20 gennaio, alle ore 17.30. Il diritto di prenotazione è di euro 2, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Le celebrazioni proseguiranno in collaborazione con il Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo con un Maggio dei Monumenti dedicato appunto a Carlo III e, per il San Carlo, culmineranno la sera del 4 novembre (replica il 5) con l’esecuzione in forma di concerto dell’opera che lo inaugurò in quella stessa sera ma del 1737: l’Achille in Sciro di Domenico Sarro su libretto di Pietro Metastasio.

(Nei due video, tratti dagli Archivi storici del Teatro San Carlo, il medesimo allestimento di Federico Tiezzi, con scene di Edoardo Sanchi e costumi di Giovanna Buzzi, Teatro di San Carlo, 2010: intervista a Federico Tiezzi e intervista a Bruno Praticò)

LA VEDOVA ALLEGRA

Opera in tre atti

Musica di FRANZ LEHÁR

Libretto di Viktor Léon e Leo Stein

Dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac

In scena da Venerdì 22 gennaio 2016, ore 20.30 (turno A)

sabato 23 gennaio 2016, ore 19.00 (turno M Opera)

domenica 24 gennaio 2016, ore 17.00 (fuori abbonamento)

martedì 26 gennaio 2016, ore 20.00 (turno C/D)

mercoledì 27 gennaio 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)

giovedì 28 gennaio 2016, ore 18.00 (turno B)

venerdì 29 gennaio 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)

sabato 30 gennaio 2016, ore 19.00 (fuori abbonamento)

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00 (turno F)

martedì 2 febbraio 2016, ore 20.00 (turno M Opera)

mercoledì 3 febbraio 2016, ore18.00 (fuori abbonamento)

Il barone Mirko Zeta, Bruno Praticò (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Filippo Morace (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Valencienne, Valentina Farcas (22, 26, 28, 31 gennaio e 3 febbraio) / Annamaria Sarra (23, 27, 30 gennaio e 2 febbraio) / Valeria Esposito (24 e 29 gennaio)

Il conte Danilo Danilowitsch, Markus Werba (22, 24, 26, 28, 31 gennaio e 2, 3 febbraio) / Marco Di Sapia (23, 27, 29 e 30 gennaio)

Hanna Glawari, Carmela Remigio (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Maria Pia Piscitelli (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Camille de Rossillon, Bernhard Berchtold (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Andrea Giovannini (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Il visconte Cascada, Domenico Colaianni

Roul de St-Brioche, Enzo Peroni

Bogdanowitsch, Matteo Ferrara

Sylviane, Francesca Martini

Kromow, Donato Di Gioia

Olga, Miriam Artiaco

Pritschitsch, Dario Giorgelè

Praskowia, Lara Lagni

Con la partecipazione di Peppe Barra nel ruolo di Njegus

Direttore Alfred Eschwé

Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Regia FEDERICO TIEZZI

Regista assistente FRANCESCO TORRIGIANI

Scene EDOARDO SANCHI

Costumi GIOVANNA BUZZI

Coreografia LIENZ CHANG

Luci GIANNI POLLINI

Allestimento realizzato dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con la Fondazione Carlo Felice di Genova, la Fondazione teatro di San Carlo di Napoli, la Fondazione Arena di Verona.

Tra le più celebri e note operette del compositore austriaco Franz Lehár (1870 - 1948), ritratto veritiero di una Mitteleuropa melanconica e gioiosamente crepuscolare, La vedova allegra (Die lustige Witwe), andata in scena per la prima volta il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien e tratta dalla commedia francese L'Attaché d'ambassade (scritta nel 1861 da Henri Meilhac), raccoglie un florilegio di arie e momenti musicali noti al grande pubblico e divenuti emblematici nell’immaginario popolare e nelle citazioni del linguaggio quotidiano; ricordiamo ad esempio La canzone di Vilja, (Vilja Lied), cantata da Hanna Glawari e ancora il can can Chez Maxim , ad opera di Lolo, Jou-Jou, Frou-Frou, Clo Clo, Margot, ovvero le grisettes, o Le donne è scabroso studiar e ancora il valzer finale Tace il labbro.

È la decima volta che La vedova allegra di Franz Lehár viene allestita dal Teatro di San Carlo, per un totale di 74 recite complessive, a partire dalla prima volta, attestata nel 1959; tre edizioni andarono in scena all’Arena Flegrea (1959, 1960, 1962) e una al Maschio Angioino (1963). L’edizione del 1969 rappresentò l’ultimo ruolo sostenuto da Giuseppe Di Stefano sulle scene del San Carlo, mentre nel 1997 debuttò al Lirico napoletano Roberto Bolle, in un’edizione data in forma di balletto, con allestimento del Teatro alla Scala.

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