È tutto pronto: fra poche ore al Teatro San Carlo si accenderanno le dodicimila lampadine geometricamente assemblate e divise tra la sfera di luce che evoca una grande luna sospesa sul paesaggio deserto e le arcate di una festa sivigliana che, tra la gente, mutano di tinta e intensità svelando agli occhi gli impulsi delle tante emozioni, del canto e delle azioni in scena. Intorno, un'atmosfera di sogno, fatta appunto di luce pura e colore, per rileggere in formula inedita quanto originalissima e, se vogliamo, universale, una delle storie più vibranti ed amate entro il trinomio di "libertà, amore e morte" dell'intera tradizione dell'opera.
È la storia di "Carmen" secondo la nuova rilettura firmata dal mago del surreale circense Daniele Finzi Pasca, da oggi domenica 13 dicembre (ore 20.30) in apertura di stagione lirica al Teatro San Carlo, capolavoro di George Bizet creato rielaborando con gli arguti librettisti Meilhac e Halévy l'omonima novella scritta trent'anni prima da Prosper Mérimée, quindi opera presentata nel 1875 segnando un punto fermo per le imminenti prospettive veriste e al contempo un azzardo nella tradizione del palcoscenico dell'Opéra-comique (dove quel comique significava non comico bensì recitato, quindi con dialoghi in puro parlato alternati al canto come ad esempio nel genere del Singspiel austriaco e tedesco), fino a lasciar freddo, ma poi crescentemente addirittura indignando, pubblico e impresari di quel teatro parigino per lo scandalo di un omicidio compiuto sotto la luce del sole e per una singolare concentrazione di personaggi, se si esclude l'onesta e coraggiosa Micaëla, tutti di malaffare, fra zingare seduttrici, contrabbandieri, sigaraie, ladri e toreri. Dopo le molteplici Carmen di Bizet varate al Teatro San Carlo di Napoli, ricordando per eccentricità su tutte almeno quella con la regia della Wertmüller con auto d'epoca in scena nel 1986 e quella di quindici anni fa con l'Escamillo alla Elvis Presley in estroso rosa shocking di Pappi Corsicato, stavolta il titolo torna con la regia delicata e vibratile dell'artista e regista di recente applauditissimo al Lirico napoletano per una rilettura di "Pagliacci" di bellezza mozzafiato, parimenti firmata appositamente per il San Carlo. Uno spettacolo inaugurale (in apertura e sotto, le foto di scena di Luciano Romano) che balza inoltre in primissimo piano nazionale e non solo fra la presenza nel palco reale del Presidente Sergio Mattarella e del grande Zubin Mehta sul podio, per le misure d'eccezione contro eventuali attacchi terroristici, con la doppia diretta (su Rai 5 e Radio 3) da un Teatro superblindato e già quasi del tutto sold out fino alle ultime recite, tanto da aver aggiunto in locandina una data in più. Infine la cena per il Presidente, al termine dello spettacolo, preparata del cuoco campano Pietro Parisi.
«Non si tratta semplicemente di un titolo del grande repertorio - ha sottolineato il direttore artistico Paolo Pinamonti nel presentare la Carmen inaugurale ed esprimendo al contempo la gioia e l'immenso onore per la presenza del Capo dello Stato alla première di stasera - ma opera emblema di un mito, vero e proprio archetipo della modernità. Basti la lunga avventura percorsa a partire dalla novella di Mérimée dopo l'iniziale insuccesso d'esordio all'Opéra-comique e fin su verso i maggiori palcoscenici del mondo e persino sul grande schermo: dagli hollywoodiani Amori di Carmen di Charles Vidor (1948), con la rossa Rita Hayworth accanto a Glenn Ford, al più recente Prénom Carmen di Jean-Luc Godard (1983), Leone d'Oro quale miglior film al Festival di Venezia, o al film-opera di Francesco Rosi (1984) con l'Orchestre National de France diretta da Lorin Maazel con il tris di voci Migenes-Johnson, Domingo, Raimondi. E fino alla U-Carmen sudafricana in lingua Xosa, Orso d'Oro al Festival di Berlino 2006».
Quindi, oggi, la nuova visione registica del geniale fantasista (classe 1964) Daniele Finzi Pasca, ideatore del "teatro della carezza" per l’intimità e l’estrema sensibilità con cui cerca di avvicinare il grande pubblico all’incanto dello spettacolo teatrale, da quello circense più raffinato, all’opera lirica più passionale, attore, regista, coreografo, autore, mimo, clown, di origini svizzere, tornato a Napoli dopo lo straordinario successo al San Carlo (e successivamente in tournée a San Pietroburgo) con "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo. La sua Carmen? È «un'opera onirica», dunque contrariamente a quanto da sempre portato in scena per nulla realistica, più evocata che rappresentata, entro la delicata Siviglia appena suggerita dalle scene di Hugo Gargiulo.
Una dimensione surreale che, in linea con l'opera e con la sua musica staordinaria, evoca una Carmen piena di passione, «ma, soprattutto - precisa Maria Bonzanigo (nella foto a sinistra, tra la Compagnia), con lo scenografo Hugo stretta collaboratrice della Compagnia Finzi Pasca e autrice delle nuove coreografie, stavolta non solo per acrobati ma per le donne della Compagnia di Balletto sancarliana più mimi - una lettura che ne rivela la grande fragilità».
E «dramma della fragilità, attualissimo» lo definisce appunto il grande maestro indiano Zubin Mehta (nella foto a destra con Daniele Finzi Pasca), corteggiatissimo dal San Carlo di Napoli così come attestano le mozioni a firma dei vertici del Lirico e di una quota delle maestranze ai fini di un rapporto più stabile alla testa dell'Orchestra del Lirico numero uno del nostro Sud. Il Maestro, che in questi giorni alloggia all'Albergo Vesuvio con la moglie e con il suo inseparabile gatto, torna di nuovo al San Carlo a distanza di pochi mesi dal pieno successo registrato in occasione di un'altra inaugurazione, quella della corrente stagione concertistica con le Sinfonie n. 4 e n. 6 di Čajkovskij, alternandosi stavolta sul podio il direttore francese Jacque Delacôte. Di Napoli, pur non avendo mai avuto troppo tempo per poterne visitare i tanti luoghi, confessa di essere rimasto incantato «dalle architetture e dai palazzi», ma, anche, «dalla vivacità delle strade e di una folla che, pur senza la sporcizia e le vacche, ricorda - ha commentato sorridendo - tanto la mia meravigliosa India». Quanto alla partitura, «strettissimo sarà il rapporto di parole e musica» seguendo la versione originale in francese dell'Opéra-comique e «pura musica e tensione sfodererà la scena finale nell'arena, drammaticissima, fra Carmen e Don José, fra le più alte dell'intero teatro musicale» . Il cast «sarà speciale», annuncia Mehta, e avremo «due Micaëla realmente straordinarie».
Nel doppio cast due infatti le artiste internazionali sia per la gitana Carmen, Marìa José Montiel e Clementine Margaine, mentre l'astro in brillante ascesa di Eleonora Buratto e Jessica Nuccio interpretano il ruolo di Micaëla (personaggio presente nel libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, ma assente nel testo di Mérimée). Brian Jagde e Andeka Gorrotxategui si alterneranno in Don José, Aris Argiris e Kostas Smoriginas rispettivamente primo e secondo cast per Escamillo (nella novella di Mérimée il picador Luca).
Nella storia delle rappresentazioni di Carmen, come sottolineato dal direttore artistico Pinamonti, Napoli ha giocato un suo ruolo importante: eseguita in prima assoluta il 3 marzo 1875 al Théâtre National de l'Opéra-Comique di Parigi, presenti tra il pubblico Charles Gounod, Jules Massenet, Léo Delibes, Jacques Offenbach, Alexander Dumas figlio, la prima italiana avrebbe avuto luogo a Napoli, al Teatro Bellini, il 15 novembre 1879, per volere dell’impresario Camille du Locle, che ne avrebbe commissionato per l’occasione la traduzione italiana. A seguire, l’opera sarebbe andata in scena al San Carlo con 42 diverse edizioni, di cui 35 sulle assi del Lirico, una ai Giardini di Palazzo Reale, 4 all'Arena Flegrea, una alla Mostra d’Oltremare, una alle Terme romane di Baia, per un totale di 317 recite. Un successo imperituro e sempre di grandissima attualità, grazie ai nomi degli artisti che in ogni epoca vi hanno dato voce e forma ma, anche, grazie all'universalità e alla modernità del messaggio di Bizet polarizzato intorno ai consueti elementi di passionalità e sensualità (Eros e Thanatos, amore e morte, i cui temi musicali si intrecciano dall’inizio alla fine dell’opera), ma non meno affascinante per l’inafferrabilità di Carmen, una giovane donna, di appena 17 anni, libera ed emancipata, capace di ammaliare Don José ed Escamillo, rispettando in pieno i dettami dell’aria L'amour est un oiseau rebelle. Tra gli ammiratori di Bizet, Friedrich Nietzsche, che così scriveva nel Caso Wagner «Ho udito ieri – lo credereste? – per la ventesima volta il capolavoro di Bizet. Ancora una volta persistetti in un soave raccoglimento, ancora una volta non fuggii. Questa vittoria sulla mia impazienza mi sorprende. Come rende perfetti una tale opera! Nell'udirla si diventa noi stessi un "capolavoro". E realmente, ogni volta che ascoltavo la Carmen mi sembrava di essere più filosofo, un miglior filosofo di quanto non fossi solito credere». Tra gli altri grandi ammiratori dell'opera anche Pëtr Il'ič Čajkovskij: «È un capolavoro nella vera accezione del termine, cioè una delle rare creazioni che traducono gli sforzi di tutta un’epoca musicale... Sono persuaso che entro dieci anni Carmen sarà l'opera più popolare del mondo».
L’inaugurazione verrà trasmessa in diretta su RAI 5 e RAI RADIO 3 mentre, al termine della "prima" di stasera, il cuoco campano Pietro Parisi (nella foto sotto) cucinerà al Teatro San Carlo una cena placé per il presidente Mattarella e per il parterre d’onore.
Un traguardo importante, per Parisi, il cuoco vesuviano che sta coronando il sogno di portare la cultura gastronomica delle campagne campane sotto i riflettori nazionali. «Per me che amo definirmi cuoco-contadino – ha dichiarato Parisi – cucinare per il presidente è un onore immenso. Farò del mio meglio per preparare un menu semplice, autentico e senza troppi fronzoli proprio come mi ha insegnato la mia più grande maestra, mia nonna Nannina. Vorrei riuscire a trasmettere al presidente Mattarella attraverso i miei piatti tutto l’impegno e la passione che tanti cittadini campani come me mettono ogni giorno nel loro lavoro, per dimostrare che la Campania è una terra sana e piena di valori». La cucina di Pietro Parisi è un modello di cucina etica e sostenibile. Etica perché valorizza le piccole produzioni territoriali e il lavoro di artigiani e contadini; sostenibile perché non tradisce l’Ambiente, rispettando le stagionalità ed evitando scorciatoie produttive e Ogm. L'esperienza maturata in alcune delle più importanti cucine d’Europa come quelle di Ducasse e negli Emirati Arabi è al centro del ristorante Era Ora di Palma Campania in cui lo chef propone un menu raffinato sempre nel rispetto delle tradizioni e della stagionalità. È di recente pubblicazione un libro, un omaggio al lavoro semplice e antico del contadino, alla terra di Palma Campania, culla di origine di Parisi, e ai prodotti buoni che ne derivano. Protagonista infine di una rubrica nella trasmissione Mi Manda rai3 per insegnare a valorizzare gli scarti in cucina.
CARMEN
Musica di Georges Bizet
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Direttore | Zubin Mehta (13, 14, 16, 20 dicembre) / Jacques Delacôte
Maestro del Coro | Marco Faelli
Maestro del Coro di Voci Bianche | Stefania Rinaldi
Regia e co-creatore luci | Daniele Finzi Pasca
Creative Associate | Julie Hamelin Finzi
Coreografie | Maria Bonzanigo
Scenografia | Hugo Gargiulo
Costumi | Giovanna Buzzi
Assistente alla regia | Geneviève Dupéré
Co-creatore luci | Alexis Bowles
Effetti Speciali | Roberto Vitalini “Bashiba”
Maître de ballet e assistente alle coreografie | Lienz Chang
Assistente alla scenografia | Matteo Verlicchi
Assistente ai costumi | Ambra Schumacher
Assistente creatore luci | Marzio Picchetti
Assistente effetti speciali | Sebastiano Barbieri
InterpretiCarmen María José Montiel (13, 16, 18 e 20 dicembre) / Clémentine Margaine
Don José Brian Jagde (13, 16, 18 e 20 dicembre) / Andeka Gorrotxategui
Micaëla Eleonora Buratto (13, 16, 18 e 20 dicembre) / Jessica Nuccio
Escamillo Aris Argiris (13, 16, 19 e 20 dicembre) / Kostas Smoriginas
Frasquita Sandra PastranaMercédès Giuseppina Bridelli (13, 16, 18 e 20 dicembre) /Annunziata Vestri
Le Dancaïre Fabio Previati
Le Remendado Carlo Bosi
Zuniga Gianfranco Montresor
Moralès Roberto Accurso
Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
Le sette recite di Carmen, già in programma, si stanno avviando al sold out, per questo il Teatro di San Carlo ha ritenuto opportuno programmare una recita straordinaria di Carmen di Georges Bizet (1838 - 1875), per accontentare gli spettatori che non sono ancora riusciti a comprare il biglietto.
Il capolavoro di Bizet, tratto dall’omonima novella di Prosper Mérimée, inaugura domenica 13 dicembre, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, con Zubin Mehta sul podio e la regia di Daniele Finzi Pasca; l’opera sarà trasmessa in diretta da Rai 5 e Rai Radio 3.
Il nuovo allestimento sancarliano firmato dalla Compagnia Finzi Pasca, andrà dunque in scena ancora una volta con la direzione musicale di Jacques Delacôte con Clementine Margaine nel ruolo della gitana Carmen, Jessica Nuccio in quello di Micaëla, Andeka Gorrotxategui interpreterà Don José e Kostas Smoriginas sarà Escamillo.
Le vendite sono già aperte.
CARMEN
Musica di Georges Bizet
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Direttore | Jacques Delacôte
Maestro del Coro | Marco Faelli
Maestro del Coro di Voci Bianche | Stefania Rinaldi
Regia e co-creatore luci | Daniele Finzi Pasca
Creative Associate | Julie Hamelin Finzi
Coreografie | Maria Bonzanigo
Scenografia | Hugo Gargiulo
Costumi | Giovanna Buzzi
Assistente alla regia | Geneviève Dupéré
Co-creatore luci | Alexis Bowles
Effetti Speciali | Roberto Vitalini “Bashiba”
Maître de ballet e assistente alle coreografie | Lienz Chang
Assistente alla scenografia | Matteo Verlicchi
Assistente ai costumi | Ambra Schumacher
Assistente creatore luci | Marzio Picchetti
Assistente effetti speciali | Sebastiano Barbieri
Interpreti
Carmen Clémentine Margaine
Don José Andeka Gorrotxategui
Micaëla Jessica Nuccio
Escamillo Kostas Smoriginas
Frasquita Sandra Pastrana
Mercédès Giuseppina Bridelli
Le Dancaïre Fabio Previati
Le Remendado Carlo Bosi
Zuniga Gianfranco Montresor
Moralès Roberto Accurso
Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
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