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Paola De Simone

Si è scritto abbastanza su Gaetano Veneziano, compositore, organista e maestro di cappella del secondo Seicento e del primo Settecento sacro napoletano, di origini pugliesi, formazione con Francesco Provenzale in uno dei quattro Conservatori partenopei, il Santa Maria di Loreto, primo maestro di quell'istituzione e organista della Real Cappella, nonché vertice musicale nel ruolo palatino durante l'assenza di Alessandro Scarlatti e maestro di cappella in alcuni dei massimi luoghi di culto della città in età vicereale quali il Carmine Maggiore (nella foto d'apertura), Santa Chiara e lo Spirito Santo. Si è scritto, ma spesso citando e ricitando le solite e datate fonti bibliografiche, il tutto accanto a recenti incisioni di qualche sua pagina rara custodita nella Biblioteca dei Girolamini (o Gerolomini, o di San Filippo Neri), a tutt'oggi sotto sigilli. Vale a dire, interesse e studi non sono mancati, ma fin qui mai sono arrivati al punto di aver tirato fuori dettagli genealogici fondamentali ed altre verità che stanno invece in questi ultimi mesi riaffiorando grazie all'attività di ricerca di alcuni studiosi di nuova generazione e che ritroveremo in un'interessante, concreta operazione di approfondimento e puntuale ricostruzione degli eventi ritual-musicali articolata in doppio appuntamento, domani, sabato 12 dicembre al MeMUs, e mercoledì 30 nella Basilica del Carmine Maggiore, sotto l'unico titolo di “Mottetto Pastorale in lode del SS.mo Crocifisso del Carmine”.

Ossia, per la prima volta in tempi moderni, sarà riproposta fedelmente l’antica celebrazione dello svelamento del miracoloso Crocifisso al Carmine Maggiore. A curare i due esclusivi appuntamenti ideati in seguito alla riscoperta di documenti riguardanti le antiche cerimonie che erano solite svolgersi presso tale Santuario, sarà l’esordiente Associazione Culturale “I Figlioli di Santa Maria di Loreto” con il patrocinio del Comune di Napoli, del Teatro di San Carlo e dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, unitamente al sostegno dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, alla collaborazione della Fondazione Pietà de’ Turchini, delle Associazioni “I Sedili di Napoli- Onlus” e “Officina delle Idee”, del Fanzago Baroque Ensamble.

Ispirandosi al nome dell'antico Conservatorio citato in apertura, l’Associazione Culturale “I Figlioli di Santa Maria di Loreto” fonda dunque il proprio impegno sulla ricerca documentale e sul recupero del patrimonio musicale napoletano, attraverso la riscoperta, lo studio, la ricostruzione filologica e l’esecuzione dell’immenso corpus di partiture a stampa e manoscritte conservate nei fondi e negli archivi cittadini e non solo. Il tutto, a dimostrazione della diffusione, del prestigio e dell’influenza che la Scuola Musicale Napoletana ha esercitato nella corso della Storia. Ebbene, la festa che “I Figlioli di Santa Maria di Loreto” andranno a riproporre il prossimo 30 dicembre è quella del 1685, quando Gaetano Veneziano (1656 – 1716), al tempo Maestro di Cappella del Carmine Maggiore, pose in musica un Mottetto in Pastorale in lode del Santissimo Crocifisso del Carmine, a nove voci, violini, tromba, due flauti e due cornetti. La partitura del Mottetto è custodita presso la Biblioteca dei Girolamini di Napoli e oggi torna alla luce in tale formula dopo più di trecento anni. Il Mottetto sarà eseguito con strumenti antichi e con la partecipazione di musicisti e cantanti provenienti da tutta Italia e dall’estero. A seguire, la scaletta degli eventi:

  • - il 12 dicembre alle ore 16.30 presso il MeMus, Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo (ingresso dal Palazzo Reale lato Piazza Trieste e Trento) avrà luogo una Tavola Rotonda organizzata in collaborazione con il Centro di musica antica Pietà de’ Turchini dal titolo “Musica e devozione al Carmine Maggiore: cerimoniali liturgici tra Sei e Settecento” con interventi di Giuliana Boccadamo, Antonio Dell’Olio, Paologiovanni Maione, Maurizio Rea (nella foto sotto) e Giulio Sodano, in cui sarà affrontato per la prima volta un lavoro sulle celebrazioni che erano solite svolgersi presso il Carmine Maggiore di Napoli. Questo appuntamento prelude e arricchisce l’evento in cui sarà ricostruito tutto il cerimoniale dello svelamento del Crocifisso Miracoloso;

  • - il 30 dicembre alle ore 20.30 presso la Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli, quando sarà eseguito per la prima volta in tempi moderni, con strumenti originali, il Mottetto Pastorale in lode del SS.mo Crocifisso del Carmine a nove voci, violini, tromba, due cornetti e due flauti di Gaetano Veneziano (1656–1716) di cui ricorre il prossimo anno il terzo centenario della morte.

Patrocinati dal Comune di Napoli, dal Teatro di San Carlo e dall’Istituto Banco di Napoli – Fondazione e grazie al supporto dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, alla collaborazione con la Fondazione Pietà de’ Turchini, le Associazioni “I Sedili di Napoli- Onlus” e “Officina delle Idee”, ai Fanzago Baroque Ensamble, unitamente alla straordinaria partecipazione dell’Associazione Culturale NarteA, a cui è affidato il compito di ricostruire il Cerimoniale Liturgico in costumi d’epoca, e grazie al supporto tecnico di tante realtà presenti sul territorio, “I Figlioli di Santa Maria di Loreto”, fanno il loro ingresso nel panorama musicale cittadino. Questo progetto innovativo, abbandona l’idea della semplice esecuzione musicale e si impone nell’offerta culturale garantendo la possibilità di rivivere per qualche ora le atmosfere di una Festa a Napoli nel Seicento. La caratteristica di novità risiede nel fatto che le esecuzioni musicali saranno eseguite negli stessi luoghi che videro la loro produzione proprio come il caso del Mottetto Pastorale di Gaetano Veneziano.

La Storia

Presso la Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli, è custodito un Crocifisso Miracoloso del XIII secolo, protagonista di un miracolo avvenuto durante la guerra tra Angioini e Aragonesi per il possesso della città di Napoli. Le cronache raccontano che nel 1439, questo Crocifisso chinò il capo per sottrarsi a un colpo di bombarda sparato dagli Aragonesi. Da allora, con pompa solennissima, viene esposto alla venerazione dei fedeli solo nel periodo che va dal 26 dicembre al 2 gennaio. Durante i secoli, il 26 dicembre, le massime autorità della città di Napoli, andavano a prostrarsi per rendere omaggio a questo Crocifisso miracoloso. In tale occasione, il Popolo fedele del Regno di Napoli, al suono delle Campane di tutte le chiese e dai colpi di cannone di tutte le fortezze della città, si radunava presso la Basilica del Carmine Maggiore per ricordare l’evento prodigioso.

Cronoprogramma

- Rintocco di Campana; - Escono in processione dalla Sacrestia fino alla Porta Maggiore: i ministri, i frati, il Priore del Carmine con stola rossa; - Intanto sul balcone del Crocifisso vi è un frate con cotta e stola, è il Custode del Crocifisso; - I cantori intonano l’Inno Vexilla Regis appena si apre la porta della chiesa; - Alla porta della Chiesa, il Priore spalanca la porta ed entra il Vicerè con gli eletti del Popolo; - Processione all’interno della Chiesa fino alla Sacrestia; - I Nobili restano nella navata; - Il Viceré e il Priore salgono al Tabernacolo del Crocifisso; - Il frate con la cotta consegna il laccio al Viceré; - Terminato il canto del Vexilla Regis, il viceré cala il Velo, i nobili si inginocchiano e si esegue la

Sinfonia avanti il Mottetto; - Terminata la sinfonia, il frate recita l’orazione, gli attori escono; - Inizia il Mottetto in Pastorale, per tutti, soli e orchestra.

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