Commozione e ammirazione, una tristezza profonda, un grande affetto. E c'è la viva quanto salda consapevolezza del privilegio di averlo potuto conoscere come uomo, come attore, come mentore entusiasta nella lettera che i suoi giovani allievi della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Napoli, recentissimamente affidatagli, hanno voluto scrivere a Luca De Filippo (nella foto d'apertura), nel giorno dei funerali laici di oggi 30 novembre al Teatro Argentina di Roma e nel giorno del lutto cittadino proclamato a Napoli dal sindaco Luigi de Magistris.
Sono le parole scritte dai ragazzi fra i 18 e 26 anni che hanno visto spezzarsi all'improvviso quel sogno pronto ad unirli alla più alta tradizione teatrale napoletana e italiana attraverso
l'ampio progetto di formazione per il triennio 2015/2018 affidato dal direttore dello Stabile (nella foto sotto) e neopromosso Teatro Nazionale, Luca De Fusco, direttamente nelle mani di Luca De Filippo.
Non diverse infatti le parole del vertice del glorioso Mercadante, ex Teatro del Fondo, De Fusco, con le quali ha invitato il pubblico della "sua" Orestea eschilea in scena in queste sere a ricordare con un minuto di raccoglimento il grande Luca, raccontandone «la sorprendente gioia e l'amore dimostrati, a fronte di un'ironia consueta e del frequente disincanto, già solo pensando di poter tramandare la sua sapienza e la sua passione teatrale ai giovani, selezionando con amore docenti e allievi. Ne è sigla quell'ultimo sms inviatoci lunedì scorso per avvertirci con rammarico di non poter essere con noi ad inaugurare l'anno e, dunque, per esprimere: "Buon lavoro miei giovani colleghi". Pensavo, pensavamo tutti fosse un "ciao" - spiega il regista e direttore dello Stabile - e invece era un "addio"» .
(a sinistra, un'immagine dai funerali romani)
A seguire il testo, integrale, della lettera:
Te piace o’ presebbio? No! Noi ti abbiamo conosciuto così.
Noi che abbiamo avuto la fortuna di recitare per te, farti sorridere, stringerti la mano e forse regalarti qualche emozione. Grazie per averci dimostrato che la nostra città ha ancora qualcosa di buono da offrire, per la fiducia che hai saputo infonderci, rendendo possibile con la tua scelta, la nostra scelta! Avremmo voluto “rubare” e imparare il più possibile da te, facendo tesoro di tutti i tuoi insegnamenti ed è per questo che sentiamo in piccola parte il peso di un eredità enorme che arriva in anticipo, ma che siamo onorati di ricevere, quella di uomo semplice che aveva radicato in sé il rispetto per gli uomini che a volte sono attori. Ti vedremo ogni volta che riusciremo ad entrare a fondo dentro le cose, dentro alla vita. Per te, la nostra responsabilità si carica del tuo medesimo desiderio, porteremo avanti questo progetto con tenacia e con la tua stessa cura, sicuri che tu ci accompagnerai, sperando di poter vivere di teatro come hai fatto tu! Per oggi il sipario resterà chiuso, ma sappiamo che lo spirito dei maestri non muore mai. Il tuo ricordo resterà nella speranza dei giovani pronti a mettersi in gioco.
Nennì te piace o’ presebbio? Si! Adesso si! Non è quindi un addio. A domani maestro.
Come hai voluto tu, i tuoi giovani colleghi.
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