Per 350 recite, più distribuzione in cassetta con etichetta Rai, Gatta Cenerentola ideale (edizione 1990) nel capolavoro di Roberto De Simone mentre, per la classica pura, ha ovunque svettato nel mondo con rarità del repertorio barocco al fianco dei migliori ensemble specializzati, interpretando lo Stabat Mater di Rossini nella Sala Nervi in Vaticano per il Santo Padre diretta da Lopez Cobos, primeggiando a Salisburgo, scelta da Muti, nel Mozart della Betulia liberata, o dando voce alla Dircea nel Demofoonte di Jommelli sempre nella città di Mozart, quindi a Ravenna e a Parigi. Così come per la pagina sacra di pari, magnifico compositore di Scuola napoletana, in programma qualche anno fa per riaprire il San Carlo dopo il radicale restauro della sala.
Maria Grazia Schiavo (nella foto al lato), napoletana del rione Chiaja (via Bausan), formatasi al Conservatorio “San Pietro a Majella” con Raffaele Passaro e soprano dalla voce agilissima quanto rara per la speciale luminosità del metallo, è la vera novità dell’originale Traviata firmata nel 2012 per il Teatro San Carlo dal regista Ferzan Özpetek (nella foto d'apertura) ed ora in ripresa per la lirica a partire da martedì 3 novembre e per 10 recite, fino al 13 del mese, debuttando proprio nella sua città nel ruolo di Violetta in alternanza ad un’altra napoletana, Cinzia Forte.
Diplomatasi nel 2000 in canto, col massimo dei voti, interpretando la Maria di Rohan di Donizetti e laureatasi nel 2007 con votazione 110/110 lode e menzione speciale per meriti artistici nel quadro del secondo livello previsto dal nuovo ordinamento, con tesi e prova pratica sulle scene di follia del Sei e Settecento, la Schiavo si è fin qui esibita con i maggiori gruppi di musica antica tra cui Le Concert des Nation di Jordi Savall, l’Europa Galante di Fabio Biondi, I Turchini di Antonio Florio, La Risonanza di Fabio Bonizzoni, il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, Al Ayre espanol di Lopez Banzo e l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone. Fra le sue interpretazioni, Zerlina nel Don Giovanni diretto da Maazel per l’inaugurazione del Palau de las Arts di Valencia, di Aristea nell’Olimpiade di Pergolesi-De Simone al San Carlo di Napoli, Susanna nelle Nozze di Figaro di Mozart al Lirico di Cagliari con la direzione di Hubert Soudant, Berenice nel Farnace e Arianna nel Giustino di Vivaldi al Theater an der Wien e al Théâtre de Champs Elysées con la direzione di Stefano Molardi, fra le voci soliste nei Carmina Burana diretti da Muti a Chicago con la Chicago Symphony Orchestra, Lucia nella “Lammermoor” al Regio di Torino diretta da Bruno Campanella, Konstanze nel Ratto del Serraglio di Mozart all’Opera di Roma con Gabriele Ferro sul podio o Donna Anna nel Don Giovanni sempre a Torino sotto la direzione di Christopher Hogwood.
«Avevo solo dieci anni – racconta Maria Grazia – quando mi regalarono uno degli allora miei primissimi cd. Era la Traviata, cantata da Kiri Te Kanawa. Ne rimasi folgorata al punto da pensare: “Voglio fare questo”». Ebbene, per la prima volta la voce barocca per eccellenza di Napoli, darà vita al celebre quanto assolutamente non facile ruolo verdiano drammatico e d’agilità. E ne è felicissima, persino divertita. La sua Violetta? «Ne ho un'idea precisa: è una ragazzina, così come nel romanzo, che dovrebbe avere appena 16 anni. Una ragazzina – spiega al termine dell’incontro stampa organizzato nella sala della sovrintendenza al San Carlo – che mantiene il suo candore pur sforzandosi di vivere da donna matura. Resto in pratica un’adolescente, più semplice e forse più vera rispetto a quanto non si interpreti di solito nella tradizione del teatro musicale». Quanto allo stile e al percorso sin qui alle sue spalle, ha poi aggiunto: «Il canto barocco mi ha aiutata moltissimo nella disciplina, nell’analisi verticale della partitura, nel controllo delle armonie e della scrittura».
Appositamente venuto a Napoli per rimontare con qualche ritocco e «qualche narghilè di meno» è invece il geniale regista Ferzan Özpetek (nella foto sotto), autore di una Traviata in bilico fra il suo tipico neo-surrealismo cinematografico e l’idea di una Parigi screziata di proustiane turcherie, affidata alla non meno arguta lettura scenica del triplo oscar Dante Ferretti (The Aviator 2005; Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street 2008; Hugo Cabret 2012).
Al lavoro in questo giorni con un doppio cast sostanzialmente cambiato rispetto alla precedente edizione sancarliana e, soprattutto, con un nume tutelare della grande tradizione sul podio per l’opera italiana, l’oggi ottantaquattrenne Nello Santi, Özpetek nell’occasione commenta: «È la quarta volta che metto in scena Traviata, eppure, l’opera continua a stupirmi. Tra l’altro, è il mio primo incontro con il Maestro Santi: un artista straordinario, fonte d’insegnamento inesauribile per la musica. È impressionante osservare come dirige, come cambia la musica, come lavora dal podio su strumentisti e cantanti. Quasi, quasi – azzarda il regista turco naturalizzato italiano – sto pensando di costruire intorno a lui un documentario». Da parte sua il Maestro Santi, che per alcune recite sarà sostituito dal giovane direttore sancarliano Maurizio Agostini, sfoggia aneddoti e dettagli di vita teatrale vera dall’epoca d’oro della lirica, le indicazioni cui terrà fede «lasciate dal mitico Arturo Toscanini», l’«assenza del mi bemolle acuto» nella prima aria di Violetta e il «taglio della cabaletta di Germont padre» dopo il celebre Andante “Di Provenza il mar, il suol”.
Dunque, champagne ed esotismo, con veri tessuti turchi acquistati da un commerciante conosciuto per caso da Özpetek su Twitter per i bellissimi costumi creati da Alessandro Lai, due Alfredo molto diversi fra loro «più diretto Ismael Jordi, nel primo cast; più timido Stefan Popp, nel secondo», la singolare idea che Germont padre (in alternanza, Giovanni Meoni e Marco Caria) possa essere stato «un vecchio cliente di Violetta». Fermi restando, ovviamente, gli effetti speciali: il primo piano della protagonista proiettato sul siparietto in velo, lo scarto estremo fra il mondo lussureggiante dei primi due atti contro il minimalismo del quadro di chiusura nelle scene di Dante Ferretti, l’iperrealismo e il coraggio di Özpetek nel rappresentare la morte per tubercolosi di Violetta facendole vomitare un lago di sangue. Dunque, nei reciproci cast, le due Violette napoletane di Maria Grazia Schiavo (parte all’epoca creata per la sensualissima Carmen Giannattasio) e Cinzia Forte, più gli Alfredo di Jordi e Popp, i Germont padre di Meoni e Caria, di nuovo la Flora di Giuseppina Bridelli (giovane promessa piacentina, vincitrice del Concorso di Canto Barocco del nostro Centro di Musica Antica “Pietà de’ Turchini” e dunque altra voce del Settecento“doc”) in alternanza con Anastasia Pirogova.
Completano il cast indicato nel dettaglio sottostante, il Coro del Teatro diretto da Marco Faelli e la Compagnia di Balletto della Fondazione che, questa volta, danzerà un’inedita coreografia del maître de ballet Lienz Chang.
Si segnala, infine, la presentazione prevista per il 4 novembre (ore 18), presso la Feltrinelli di Piazza dei Martiri, della Traviata sancarliana di Özpetek appena uscita in dvd con etichetta Cecchi Gori (foto accanto).
LA TRAVIATA
di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Direttore: Nello Santi (3, 4, 5, 6 e 7 Novembre) / Maurizio Agostini (8, 10, 11, 12 e 13 Novembre)
Maestro del Coro: Marco Faelli
Regia: Ferzan Özpetek
Regista collaboratore: Marina Bianchi
Scene: Dante Ferretti
Assistente alle Scene: Leila Fteita
Costumi: Alessandro Lai
Maître de Ballet: Lienz Chang
Interpreti
Violetta Valéry: Maria Grazia Schiavo (3, 6, 10 e 12 Novembre) /Cinzia Forte (4, 7, 11 e 13 Novembre) / Jessica Nuccio (5 e 8 Novembre)
Flora Bervoix: Giuseppina Bridelli (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Anastasia Pirogova (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Annina: Marta Calcaterra (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre)/ Michela Antenucci (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Alfredo Germont: Ismael Jordi (3, 6, 10 e 12 Novembre) / Stefan Pop (4, 7 e 11 Novembre)/ Merunas Vitulskis (5 e 8 Novembre) / Riccardo Gatto (13 Novembre)
Giorgio Germont: Giovanni Meoni (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Marco Caria (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Gastone: Massimiliano Chiarolla (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Enrico Cossutta (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Il Barone Douphol: Fernando Piqueras
Il Marchese d'Obigny: Italo Proferisce
Il Dottor Grenvil: Francesco Musinu
Giuseppe: Giuseppe Valentino (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Mario Todisco (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Domestico di Flora: Sergio Valentino (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Antonio De Lisio (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Un commissionario: Bruno Iacullo (3, 5, 7, 10 e 12 Novembre) / Giuseppe Scarico (4, 6, 8, 11 e 13 Novembre)
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo
Allestimento del Teatro di San Carlo
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