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Paola De Simone

Un colpo d’occhio e un tuffo al cuore ad apertura di sipario, in occasione della serata finale dell’Autunno Danza 2015 al Teatro San Carlo, con l’uscente direttrice Anna Razzi (causa legge Madia) apparsa al centro del palcoscenico in vaporoso abito di pizzo e taffetà nero. Alle sue spalle, quale corona disciplinatissima, la Scuola di Ballo della Fondazione (nella foto sopra di Francesco Squeglia). La “sua” Scuola, da lei magistralmente rifondata e portata ai massimi livelli nell’arco degli ultimi venticinque anni. Sullo sfondo, prima dello spettacolo vero e proprio, le immagini in video di lei giovanissima étoile scaligera, in un celebre pas de deux, per quindici, intensi minuti fra commozione e applausi, ringraziamenti, riconoscimenti. A salutarla e a premiarla con la presidenza onoraria a vita della Scuola sancarliana oggi assegnata a Stéphane Fournial (nuovo vertice questa mattina presentato alla stampa), la sovrintendente Rosanna Purchia che, emozionata come non mai, ha così motivato la scelta: «perché i bambini che verranno possano conoscere anche loro la tenacia e la rettitudine di Anna». Accanto, in segno di affetto e di orgoglio da parte del Teatro e della città tutta, una targa in omaggio e le parole di stima autentica del sindaco-presidente del Cdi, Luigi de Magistris, andate ad elogiarne la sensibilità, l’umanità, l’amore, l’esempio altissimo. Esempio in linea con quanto scritto dal governatore Vincenzo De Luca in merito all’importanza del «suo presidio di tradizione a fronte del futuro cambiamento. Non solo una grande étoile e una direttrice di particolare prestigio - ha sottolineato il presidente della Regione nel suo messaggio - ma icona stessa dell’arte tersicorea, istituzione per la cultura e lo spettacolo nel nostro territorio. I campani le devono molto. Di qui la precisa volontà del governo regionale - questa la sua promessa unita al rammarico per la mancata presenza nell’occasione - custodire e promuovere tale gioiello, favorire l’integrazione e la partecipazione del Corpo di Ballo sancarliano alle più importanti rassegne di danza internazionale». Poi, la sorpresa: Anna Razzi, per poco più di cinque minuti, ha volteggiato nel Valzer scoperto e rielaborato da Nino Rota per il “Gattopardo” cinematografico nella coreografia di Fabio Gison, danzando con tenera eleganza e garbata agilità accanto ad uno dei suoi allievi oggi in vetta, Alessandro Macario, attualmente primo ballerino ospite del Lirico (sotto, nella foto di Francesco Squeglia).

Diplomata alla Scuola dell’Opera di Roma, la Razzi è stata prima ballerina e quindi étoile alla Scala fino al 1985. Ha danzato con Nureyev, Bortoluzzi, Schauffus, Petit, Dupond, invitata da Béjart, dai Teatri di New York, Richmond, São Paulo, Rio de Janeiro, Buenos Aires, Monte Carlo, Parigi Tolosa, Istanbul, Amsterdam, Lussemburgo, Bruxelles, ospite della Compagnie du Ballet Royal de Wallonie, della compagnia di Roland Petit e del Ballet du XXème siècle. Le sue parole? «Non immaginavo di ricevere parole e omaggi così belli. Ricorderò per sempre - ha concluso l’ex direttrice - il percorso qui fatto per tanti ragazzi, per aiutarli a crescere e a diventare bravi ».

«Sento di rivolgere un sentito ringraziamento – ha infatti aggiunto la Sovrintendente Rosanna Purchia - alla nostra Anna Razzi che con amore, sacrificio e abnegazione non ha mai smesso, in questi 25 anni, di educare i nostri giovani a questa meravigliosa disciplina che è la danza. Da parte nostra, negli ultimi anni, il Lirico di Napoli ha ripreso la tradizione di allestire spettacoli e nuove produzioni a cura della Scuola, realtà che è tornata ad essere costantemente invitata a partecipare a festival e rassegne internazionali di danza. I risultati raggiunti sia nella formazione degli allievi che nella produzione di spettacoli, sono un fiore all'occhiello per il nostro teatro e la Scuola di Ballo, unica nella città di Napoli e nell'intero Mezzogiorno, continua a formare, da oltre 200 anni, i futuri talenti del balletto».

Dagli esiti dello spettacolo affidato agli allievi di ogni ordine e grado, quindi, il segno concreto di quanto messo oggi a segno a partire dal 1990 dalla "Signora Razzi", come tutti amano chiamarla in Teatro: assoluta perizia nella tecnica delle punte e dei giri, nella leggerezza dei salti, nell’eleganza di arabesques e manèges, nel grande lavoro sullo stile e sulla qualità del movimento, sul portamento delle braccia, sulla sensibilità dell’espressione. Una serata, insomma, che come uno scrigno prezioso ha raccolto e svelato ad un tempo un rapporto di crescita talmente sorprendente che, senz’alcun dubbio, è esempio di didattica coreutica numero uno, dunque non solo primato in termini di storia, entro il ventaglio delle Fondazioni liriche d’Italia.

Dagli estratti da grandi titoli di repertorio (pas de deux da Il corsaro con gli ottimi Claudia D'Antonio e Stanislao Capissi, da Diana e Atteone con Chiara Amirante e l’eccellente Alessandro Staiano) accanto a pagine della danza contemporanea quali il bellissimo Io non ho paura di Dino Verga con i ragazzi dal sesto all’ottavo corso e il vibrante passo a due dall’iper-techno Expression di Edmondo Tucci, con la sempre splendida Luisa Ieluzzi e il prestante Alessandro Macario. Completava la serata (solo sulla carta è rimasto il previsto assolo da Carmina Burana, di e con l’eccezionale presenza di Giuseppe Picone), il Sogno di una notte di mezza estate con gli allievi dal quinto all’ottavo corso, coreografia della Razzi, musiche di Mendelssohn e di Gaetano Panariello. Ossia, chiudendo nel solco virtuoso di quei piccoli miracoli (Pinocchio, Il Guarracino, Peter Pan, La favola di Biancaneve) da lei creati appunto in questi anni per la Scuola.

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