Un rarissimo esempio di “pianoforte a cristallo” napoletano della metà dell’Ottocento, ritenuto perduto fra le collezioni di strumenti del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella”, è stato ritrovato dallo stesso direttore Elsa Evangelista (nella foto, accanto allo strumento ritrovato) durante i lavori di riordino dei depositi e ampliamento del Museo vantato dalla gloriosa istituzione.
«La particolarità di tale strumento è la sua discendenza dall’illustre modello della glassharmonica» dichiara in merito Elsa Evangelista, impegnata in questi giorni nel recupero di altre sale del Conservatorio. «Lo strumento – spiega – è un “pianoforte a cristallo” costruito probabilmente in relazione all’interesse suscitato dall’uso della glassharmonica in opere eseguite al San Carlo in quegli anni, entrando poi a far parte della collezione Del Balzo confluita infine nelle raccolte del Conservatorio agli inizi del secolo XX. Il “pianoforte a cristallo” riscoperto al Conservatorio di Napoli è a forma di tavolino con quattro gambe in mogano e ha una tastiera di quattro ottave, con una bella decorazione al centro della tavoletta. La meccanica si compone di una coppia di xilofoni rovesciati, con 25 lamine di cristallo ciascuno, accordate per mezzo della differenza di lunghezza e di spessore, incollate sui margini di legno della scatole di risonanze degli xilofoni. Le lamine sono percosse dai martelletti di legno mossi dalla tastiera del pianoforte. Quando tornerà, dopo il restauro, all’originario splendore, sarà possibile godere dello straordinario timbro purissimo di questo gioiello».
Tra i tesori del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, recentemente dichiarato bene di interesse Storico-Architettonico italiano, figurano centinaia di strumenti musicali antichi e di pregio, catalogati già dal Santagata (1930), recentemente restaurati, studiati e risistemati. A maggiore ragione suscita grande sorpresa la scoperta di un ulteriore, nuovo pezzo nei depositi del complesso monumentale. D'altra parte, è dal 2013 che l’Evangelista ha avviato un progetto di recupero degli ambienti architettonici e soprattutto dell’ingente patrimonio storico-artistico del Conservatorio, con l'obiettivo di trasformare l’intero complesso in una moderna struttura museale di livello internazionale. Dopo il recupero dell’antico foyer della Sala Scarlatti, oggi Sala dedicata a Riccardo Muti e scelta quale sede di mostre a tema del patrimonio, nonché dopo altri interventi sulla sistemazione dei luoghi, entro la fine del 2015 sarà quindi inaugurata una nuova parte del Museo, recuperando spazi finora chiusi e destinati a deposito.
«Il ritrovamento di questo strumento così raro – prosegue infatti il direttore - è avvenuto durante i lavori di recupero degli spazi per le nuove Sale espositive del Museo, che inaugureremo entro la fine del 2015. La sala in questione viene da noi chiamata la sala del “tesoro nascosto”, in quanto contiene strumenti, cimeli e quadri di notevole valore ma dimenticati. Il mio progetto prevede l’allargamento del percorso di visita rispetto alla parte del piano nobile che per primo il mio predecessore Francesco Cilea, aveva voluto nel 1925 come ampliamento visivo della Biblioteca storica. L’utilizzo delle nuove sale consentirà di esporre per la prima volta - a fianco ai già noti capolavori di Stradivari e alle tastiere di Paisiello e Cimarosa - tutta la collezione degli strumenti ad arco, a partire dal settecentesco violoncello Matteo Goffriller, la collezione Gagliano e Postiglione, e tutti gli strumenti a fiato dell’Ottocento da rivalutare, oltre a tutti i cimeli appartenuti ai grandi maestri della scuola napoletana. Sono in corso inoltre nuovi restauri di strumenti che torneranno in condizione di suonare. Nell’occasione dell’apertura delle nuove Sale, sarà realizzato in un apposito locale anche il primo “Museo virtuale del Conservatorio”, dove i visitatori saranno introdotti in un viaggio simulato attraverso la storia dei quattro antichi Conservatori napoletani (S. Maria di Loreto, Pietà dei Turchini, Sant’Onofrio a Capuana e Poveri di Gesù Cristo) giungendo poi alla vita del Conservatorio San Pietro a Majella dal 1826 fino ad oggi. Naturalmente si tratta di uno sforzo enorme per un'istituzione scolastica italiana. Auspico dunque per questi progetti – conclude il vertice del Conservatorio napoletano – l’intervento di sensibili sponsor che possano sostenerci in questa realizzazione di grande importanza culturale».
Intanto, per lo strumento ritrovato, l’Evangelista ha già ideato un programma concertistico ispirato alla musica suonata su tale tipologia di strumenti, in primo luogo i capolavori di Mozart. Particolarmente amata dal compositore di Salisburgo (si vedano l’Adagio e il Rondò KV 617 in do minore e l’Adagio in do maggiore KV 356/617a che andò ad interrompere la stesura del Flauto Magico nel 1791), la “glassharmonica” è un raro strumento legato non solo alla creatività di Mozart ma anche, e in seguito, all'interesse di Berlioz, Beethoven, Strauss.
Tra le imminenti novità nel riavvio delle attività del Conservatorio di Napoli, si segnala infine la riapertura al pubblico dal 3 settembre della Biblioteca storica dopo la pausa estiva, anche se con la brutta sorpresa delle nuove quanto per la ricerca proibitive tariffe previste dal recentissimo Regolamento interno. Quindi, la partecipazione attiva del Conservatorio napoletano (il 20 settembre) alle “Giornate Europee del Patrimonio 2015” del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Nell’occasione, apertura straordinaria delle Sale della Biblioteca Storica e dell’Archivio Storico del Conservatorio di Napoli, dalle ore 16 alle 22.