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Redazione

Venerdì 21 agosto

Belvedere di Villa Rufolo, ore 19.30

Gustav Mahler Jugendorchester

Herbert Blomstedt, direttore

Musiche di Mozart, Dvořák

Posto unico € 50

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)

Sinfonia n.39 in Mi bemolle Maggiore, KV.543

Antonín Dvořák (1841-1904)

Sinfonia n.9 in Mi minore, op.95 - “Dal Nuovo Mondo”

Per contrapporla alla successiva Sinfonia in Sol minore, ritenuta appassionata e cupa, Bernhard Paumgartner giudicava la Sinfonia n.39 in Mi bemolle Maggiore, terzultima nel nutrito lotto mozartiano, “viennese e romantica”. Difficile sfuggire alla tentazione di considerare come un progetto unitario l’insieme delle tre ultime miracolose sinfonie mozartiane, scritte nel breve volgere di un’estate, quella del 1788. Sempre Paumgartner vede nella pagina in Mib Maggiore il tassello “più lieto e terreno del trittico”, in ciò confortato dall’opinione di Hans Joachim Moser, che la definiva “la dolce sorella del Don Giovanni”. Essa dimostra, ove mai ce ne fosse bisogno, come Mozart sapesse elevarsi, nell’atto di far musica, al di sopra degli affanni della vita. Scritta, infatti, in un periodo di gravi difficoltà economiche e personali, si lascia presto alle spalle ogni chiaroscuro nell’ampio e solenne Adagio introduttivo per accedere a sonorità sognanti, melodie seducenti ed alla “sensuale gioia di vivere” (Paumgartner) che scaturisce, in special modo, dal Menuetto, uno dei più celebri di Mozart. Non si può che dar ragione a Hermann Abert, altro fondamentale biografo mozartiano, quando sottolinea “quanto poco il mondo fantastico di Mozart, ossia il suo vero mondo, avesse a che fare con le miserie quotidiane”.

Dal 1891 al 1895, Dvořák visse negli Stati Uniti, invitato a dirigere il Conservatorio di New York. Il clou di questo periodo, sotto il profilo della visibilità personale e degli esiti musicali, è rappresentato dal debutto della Sinfonia n.9 in Mi minore, eseguita per la prima volta alla Carnegie Hall il 16 dicembre 1893. Celeberrimo è il titolo, conferitole dall’autore stesso, con il quale la partitura sarebbe passata alla storia: “Dal nuovo mondo”. Come osserva Giacomo Manzoni, Dvořák, durante la sua residenza americana, si occupò a fondo di spirituals e di canto derivato dalla tradizione indiana. E non vi è dubbio che la presenza di atmosfere legate al composito folklore americano ricorra nel corso dell’ampia pagina sinfonica, al di là di puntuali citazioni, per lo più evitate. Tuttavia, per quanto indiscutibile, l’influenza dell’ambiente americano sembra innestarsi su un linguaggio già connotato da fluente invenzione melodica e coinvolgente vivacità ritmica, nutrito comunque da una solida base europea e dal ricorso ad ampi tratti della tradizione boema. La Sinfonia dal Nuovo Mondo resta, insomma, un meraviglioso esempio di contaminazione ante litteram, caratterizzata da ricchezza di idee e temi. Un unicum nel suo genere, destinato ad avere scarso seguito, se si considera che la via americana alla musica, nel Novecento, sarebbe stata altra ed autonoma, fino ai giorni nostri.

La Gustav Mahler Jugendorchester è stata fondata a Vienna nel 1986 su iniziativa di Claudio Abbado. È stata riconosciuta quale miglior orchestra giovanile al mondo ed è stata premiata dalla Fondazione Culturale Europea nel 2007. In occasione delle audizioni, che si svolgono ogni anno in più di 25 città europee, una giuria seleziona i candidati da un numero medio di 2000 aspiranti. L’elevato livello artistico e il successo internazionale hanno portato l’orchestra a collaborare, oltre che con Abbado, con David Afkham, Herbert Blomstedt, Pierre Boulez, Myung-Whun Chung, Sir Colin Davis, Ivan Fischer, Daniele Gatti, Bernard Haitink, Mariss Jansons, Philippe Jordan, Kent Nagano, Seiji Ozawa, Antonio Pappano e Franz Welser-Möst. Tra i solisti, citiamo Martha Argerich, Yuri Bashmet, Renaud e Gautier Capuçon, Matthias Görne, Thomas Hampson, Leonidas, Kavakos, Evgenij Kissin, Christa Ludwig, Radu Lupu, Yo-Yo Ma, Anne-Sophie Mutter, Maxim Vengerov e Frank Peter Zimmermann.

La GMJO ha suonato nelle piu prestigiose sale da concerto del mondo ed è stata ospite di grandi istituzioni: Musikverein di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Suntory Hall di Tokyo, Mozarteum Argentino di Buenos Aires, Festival di Salisburgo e Festival di Pasqua di Salisburgo, Festival di Edimburgo, BBC Proms, Semperoper Dresden e Festival di Lucerna. Molti ex membri della GMJO sono ora membri di prestigiose orchestre europee.

La GMJO e stata nominata Ambasciatore Unicef per l’Austria in occasione del suo 25° anniversario.

Nato negli Stati Uniti da genitori svedesi, Herbert Blomstedt inizia i suoi studi musicali all'Accademia Reale di Musica di Stoccolma. Successivamente studia Direzione alla Juilliard School di New York, Musica contemporanea a Darmstadt e Musica antica alla Schola Cantorum Basiliensis. Ha collaborato con Igor Markevich a Salisburgo e con Leonard Bernstein a Tanglewood. Nel 1954 debutta come direttore con la Orchestra Filarmonica di Stoccolma. È stato Direttore principale della Oslo Philharmonic, delle Orchestre della Radio Svedese e Danese. Dal 1975 al 1985 è stato Direttore principale della Staatskapelle Dresden, con la quale continua tuttora a collaborare. Per dieci anni è stato Direttore musicale della San Francisco Symphony dove è ancora presente come Direttore onorario. Dal 1996 al 1998 Blomstedt è stato Direttore musicale della NDR di Amburgo. Dal 1998 al 2005 ha assunto l’incarico di Direttore musicale della Gewandhausorchester di Lispsia. Collabora regolarmente con questa orchestra come Direttore onorario.

In aggiunta agli incarichi citati, Blomstedt appare come direttore ospite con le più grandi orchestre al mondo; Berliner Philharmoniker, Royal Concertgebouw Orchestra, Orchestre de Paris e le maggiori orchestre del Nord America. Nel 2011 ha debuttato con i Wiener Philharmoniker con i quali ha immediatamente iniziato una regolare collaborazione.

La sua estesa produzione discografica include registrazioni con la Staatskapelle di Dresda, la Danish Radio Symphony e la San Francisco Symphony Orchestra. DECCA ha rilasciato un box con 15 CD intitolato “The San Francisco Years”. Herbert Blomstedt ha ricevuto molti dottorati onorari ed è uno dei membri eletti della Swedish Music Academy.

Sabato 22 agosto

Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.30

Cunto di Tristano

Liberamente tratto da “Tristano” (di Goffredo di Strasburgo), “Tristano e Isotta” (di Richard Wagner), “Finestra con le sbarre” (di Klaus Mann)

Vincenzo Pirrotta, regista, attore e cuntista

Arrangiamenti da Wagner e musiche originali di Roberto Molinelli (sotto, nella foto di Luigi Angelucci)

Giampaolo Bandini, chitarra | Cesare Chiacchiaretta, fisarmonica | Gaetano Di Bacco, sassofoni | Roberto Molinelli, viola

Dario Argento, maniante

Testo di Stefano Valanzuolo liberamente tratto da “Tristano” (di Goffredo di Strasburgo), “Tristano e Isotta” (di Richard Wagner), “Finestra con le sbarre” (di Klaus Mann)

In occasione dei 150 anni dalla prima rappresentazione del “Tristan und Isolde” di Wagner, Fucina Italia e Ravello Festival presentano il “Cunto di Tristano”, uno spettacolo-progetto originale in cui la vicenda immortalata da Wagner viene riletta in forma di canto epico e popolare, muovendosi in equilibrio tra toni da leggenda (come vuole la tradizione medievale) e le atmosfere romantiche dell’opera in musica.

Il “Cunto di Tristano” sovrappone diversi livelli di scrittura e linguaggio, trovando un riferimento complessivo e unificante nella figura affascinante di Ludwig II, mecenate di Wagner e protagonista di un libro di Klaus Mann ("Finestra con le sbarre") in cui l'identificazione tra Ludwig e Tristano e tra Elisabetta d'Austria e Isolde è efficacemente perseguita. I testi attingono liberamente anche al poema medievale di Goffredo di Strasburgo e, naturalmente, al libretto wagneriano.

Vincenzo Pirrotta, attore-regista siciliano di cinema e teatro, mette in scena lo spettacolo e lo interpreta ricorrendo alla seduzione del cunto popolare e della musica di accompagnamento, affidando alla parola ed al movimento dei pupi un “Tristano” di strada, struggente e mediterraneo.

Le musiche originali e le riduzioni da Wagner, elaborate dal compositore-violista Roberto Molinelli, rimandano a sonorità immediate a cominciare dalla scelta degli strumenti: un piccolo organico di suonatori ambulanti.

Vincenzo Pirrotta è stato allievo di Mimmo Cuticchio e si è diplomato alla scuola di teatro dell’ Istituto Nazionale del Dramma Antico. Ha lavorato con molti dei più grandi registi ed attori del teatro italiano Dal 1996 conduce una ricerca sulle tradizioni popolari applicando pratiche arcaiche al teatro di sperimentazione. I suoi spettacoli teatrali sono ospitati dai maggiori teatri e festival europei (Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Germania, Portogallo, Inghilterra).

Tra i suoi titoli più importanti citiamo Eumenidi per la Biennale di Venezia 2004; Sagra del signore della nave per il Teatro di Roma; U ciclopu, Terra matta, Diceria dell’untore per il Teatro Stabile di Catania; Filottete per l’Unione dei Teatri d’Europa; Donne al parlamento per il Teatro Greco di Siracusa.

Nel teatro lirico ha collaborato con l’Opera di Roma ed il San Carlo di Napoli. Ha diretto Le nozze di Figaro per il teatro Manoel di Malta. Per il Massimo Bellini di Catania ha firmato Carmen (2012) e Attila (2014).

Per il grande schermo è stato tra i protagonisti del film Prove per una tragedia siciliana, diretto da John Turturro e Roman Paska. Ha partecipato al film Noi credevamo per la regia di Mario Martone. Ha diretto il docu-film Ninnarò.

Tra i libri pubblicati: N’Gnanzo’ù storie di mare e di pescatori per i tipi di Plectica; Eumenidi per Bonanno editore; Nell’occhio di chi guarda per Donzelli editore.

Nel 2004 ha ricevuto il prtemio premio ETI Olimpici del teatro per il testo Malaluna; nel 2005 premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro per U Ciclopu quale migliore spettacolo dell'anno. Nel 2011 gli è stato conferito, per Diceria dell’untore, il premio “Le Maschere del teatro italiano” quale miglior spetttacolo d’innovazione.

È da poco in libreria Guasta semenza, il suo primo romanzo, edito da Mesogea.

Roberto Molinelli

Fin da giovanissimo suona come violista con orchestre e in recital, vincendo primi premi assoluti in concorsi nazionali e internazionali ed esibendosi in prestigiose sale da concerto in Italia (Sala Verdi e Teatro alla Scala di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Parco della Musica di Roma) e all’estero. I suoi dischi sono stati segnalati da “Piano Time”, “Diapason”, “Fanfare”.

Collabora con Erwin Schrott, Gustav Kuhn, Cecilia Gasdia, Anna Caterina Antonacci, Andrea Griminelli, Valeria Moriconi, Federico Mondelci, Enrico Dindo, Domenico Nordio, Danilo Rossi, Sara Brightman. Molte sue première sono state eseguite da alcune grandi orchestre sinfoniche in sedi illustri: Orchestra Filarmonica della Scala, Kremerata Baltica, Moscow Chamber Orchestra, Orchestra Sinfonica Rossini, Orchestra di Padova e del Veneto, Carnegie Hall di New York, I Suoni delle Dolomiti. Il Teatro “Pavarotti” di Modena gli ha commissionato una nuova opera lirica, Olympia 2000, che ha debuttato due anni fa con grande successo.

Come compositore e direttore d’orchestra ha reso omaggio, di recente, ad Armando Trovajoli in una serie di spettacoli con Enrico Montesano. Ha collaborato anche con molti artisti pop, come Lucio Dalla e Enrico Ruggeri.

Ha orchestrato alcuni dei più importanti successi internazionali di Andrea Bocelli, eseguiti in tutto il mondo. Ha arrangiato e diretto l’Orchestra del Festival di Sanremo nelle edizioni 2005 e 2009, venendo premiato dalla Giuria di Qualità del Festival. Membro e Presidente della Giuria di SanremoLab per tre anni consecutivi, dal 2009 è Direttore artistico per l’innovazione dell’Orchestra Sinfonica “Rossini”.

Dal 2012 porta in tutta Italia lo spettacolo “The fool on the hill”, ispirato ai Beatles, per il quale ha scritto e arrangiato musiche orchestrali. Nell’estate 2015 ha diretto in un ciclo di concerti l’Orchestra “Haydn” di Bolzano e Trento.

Domenica 23 agosto

Villa Rufolo, ore 21.30

Le Quattro Stagioni…reinventate

Gilles Apap & The Colors of Invention

Musiche di Vivaldi, Kreisler, de Falla e tradizionali

Posto unico € 35

Gilles Apap, violino

The Colors of Invention

Ludovit Kovac, cimbalom | Myriam Lafargue, fisarmonica | Philippe Noharet, contrabbasso

FRITZ KREISLER (1875-1962)

Preludio e Allegro nello stile di Gaetano Pugnani

ANTONIO VIVALDI (1678-1741)Le Quattro Stagioni, da “Il cimento dell’Armonia e dell’Inventione” “La Primavera”, RV 269

“L’Estate”, RV 315

MANUEL DE FALLA (1876-1946) Danza spagnola da “La Vida Breve”

ANTONIO VIVALDI Le Quattro Stagioni, da “Il cimento dell’Armonia e dell’Inventione “L’Autunno”, RV 293

“L’Inverno”, RV 297

Nel corso del concerto verranno, inoltre, eseguiti brani delle tradizioni bluegrass, gitana, klezmer, irlandese, scozzese, bretone, rumena

Una straordinaria reinvenzione timbrica delle celebri Stagioni di Vivaldi proposte assieme a musica tradizionale irlandese, gitana e bluegrass: il tutto condito da improvvisazioni continue e imprevedibili. Una vera festa della musica che finirà con il coinvolgere inevitabilmente anche il pubblico più serio e paludato.

Gilles Apap

Definito da Yehudi Menuin “il violinista esemplare del XXI secolo”, Apap è famoso in tutto il mondo non solo per le sue virtuosistiche interpretazioni dei classici, ma anche per il suo stile cordiale e appassionato, in grado di comunicare a chiunque lo ascolti la pura gioia del fare musica, che si tratti di Bach, Mozart, Ravel o di world music.

Nato nel 1963 in Algeria da una famiglia francese, Apap è cresciuto a Nizza. Si è successivamente trasferito negli Stati Uniti per frequentare il Curtis Institute, stabilendosi infine in California dove tuttora risiede.

Nel 1985, dopo l’affermazione alla prestigiosa "International Menuhin Competition", Gilles si è guadagnato la stima e l’affetto di Lord Menuhin con il quale è rimasto in amicizia fino alla sua scomparsa. Proprio quando Menuhin morì, i due violinisti stavano lavorando assieme a un film sul Concerto per violino n.3 di Mozart, ispirato alla famosa cadenza di Gilles per il terzo movimento. Il film fu poi completato postumo per ARTE e continua a essere regolarmente trasmesso dalle principali TV europee.

Gli impegni internazionali di Gilles Apap comprendono concerti nei cinque continenti. Ha suonato come solista con Philadelphia Orchestra, San Francisco Symphony, Gewandhausorchester Leipzig, Berliner Symphoniker, Dresdner Philharmonie, Orchestre d’Ile-de-France, Orchestre de chambre de Genève, Berner Symphonieorchester, Hungarian Symphony Orchestra, Russian National Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra.

È apparso in molti festival internazionali tra cui Lille Mozart Festival, Festival d’Ile-de-France, MI-TO Settembre Musica, Deutsche Mozartfestival, Rheingau Music Festival, Dresdner Musikfestspiele, Ludwigsburger Schloßfestspiele, Tokio Festival.

Gilles Apap è sempre più ricercato anche come direttore di orchestre da camera di rinomanza internazionale ed è ospite regolare della International Menuhin Foundation, oltre a tenere masterclass e seminari in festival e accademie in tutto il mondo.

Il regista Bruno Monsaingeon, noto per i suo film su Glenn Gould e Sviatoslav Richter, ha realizzato due documentari dedicati a Gilles Apap.

The Colors of Invention

Questo insolito terzetto di fisarmonica classica, cimbalom e contrabbasso ha accompagnato per la prima volta Gilles Apap nel 2001 in occasione della sua seconda registrazione discografica: “No piano on that one”. Il successo di questo CD ha portato a una serie di concerti al Théâtre du Chatelet di Parigi. Da allora il gruppo ha effettuato numerose tournée in America del Nord e del Sud, Europa, Giappone, Australia, e si è esibito in molti dei più grandi festival internazionali, presentando la sua straordinaria interpretazione delle Quattro Stagioni di Vivaldi, poi registrate nel 2002 in un CD che si è guadagnato i massimi riconoscimenti della stampa tra cui l’ambito premio “Choc” du Monde de la Musique. Una nuova registrazione discografica con opere di de Falla, Mozart, Ravel, Saint-Saëns e intitolata “Sans orchestre” è apparsa alla fine del 2008.

Nonostante i componenti del gruppo abbiano tutti una solida formazione di ambito classico, curiosità e flessibile virtuosismo consentono loro di esplorare un’ampia varietà di generi, proponendo affascinanti programmi che alla musica di area “classica” accostano il bluegrass americano, la musica irlandese, il jazz, la tradizione gitana o quella kletzmer.

La fisarmonicista francese Myriam Lafargue ha vinto numerosi premi sia in ambito esecutivo tradizionale sia in ambito classico. Si esibisce regolarmente come solista e con orchestra in Francia, Europa e Giappone. Dal 2010 insegna Fisarmonica al Conservatorio di Bordeaux.

Nato in Slovacchia, Ludovit Kovac ha avuto la sua formazione classica al Conservatorio Bartok di Budapest. Il suo repertorio va ben oltre quello tradizionalmente attribuito al suo strumento. Suona Liszt o Chopin ma è anche un’entusiasta interprete della musica contemporanea e del jazz.

Philippe Noharet a diciassette anni ha suonato sotto la direzione di Gardiner e di Nagano. Attualmente è primo contrabbasso dell’Orchestre de l’Opéra de Paris. Ma è facile trovarlo sul palco con Michel Legrand e Alexandre Desplat, in tour con Ute Lemper o in studio di registrazione con Aznavour.

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