Se si consulta il sito ufficiale del "Pompei Festival" si scopre che le date, presentate in precedenza e a seguire pubblicate in rete, non corrispondo all’effettiva andata in scena né, tantomeno, se ne riescono a vedere i cast. Viceversa, ben in evidenza sono i canali per la prenotazione e l’acquisto dei biglietti, con prezzi compresi fra i 158 e i 33 euro. Il tutto si spiega perché, dopo le tensioni fra il direttore artistico Alberto Veronesi (sotto, nella foto) e le masse artistiche coinvolte per Gli ultimi giorni di Pompei di Pacini, opera rara fissata in apertura per lo scorso 27 maggio ma a sua volta saltata causa nubifragio, il primo e unico titolo rimasto in piedi per il mese di agosto al Teatro Grande degli Scavi di Pompei nell’ambito del mega-progetto ideato dal direttore d'orchestra milanese, è la Tosca, slittata a domenica 9 agosto (ore 21) per un potenziale parterre da circa 1700 spettatori.
E, mentre il maestro lancia gli estremi di un ulteriore, ambizioso programma (il Mediterranean Opera Festival) che andrebbe già da quest’anno a valorizzare, tra l’altro pure formando un’orchestra lirica, i più importanti teatri in pietra del Sud (oltre alla cavea pompeiana ma in collegamento con il circuito pucciniano di Torre del Lago, della cui Fondazione Veronesi è presidente, l’idea va a coinvolgere il Teatro greco di Taormina e addirittura il Teatro romano dell’Antica Cartagine), sullo stesso sito si legge, come in un bollettino di guerra, la cancellazione di tutti gli altri appuntamenti: ossia, annullate le repliche di Tosca del 4, 16, 23, 30 agosto e del 6 settembre; per coloro che abbiano acquistato il biglietto della recita in programma il 4 agosto è prevista la copertura per la sera del 9 mentre, per le repliche de La traviata, si annuncia la cancellazione delle date dal 5 al 29 agosto, del 2, 5, e 12 settembre. Stesso destino per le repliche di Nabucco dal 4 al 27 agosto e del 3 settembre. Annullate anche tutte le repliche della Carmen Suite in programma dal 7 agosto al 18 settembre e così per il Carla Fracci Stars in programma dall'11 agosto all'11 settembre. Idem per il balletto Il lago dei cigni in programma dal 14 agosto al 14 settembre e per Il barbiere di Siviglia, dal 10 agosto al 18 settembre. In compenso, alla luce degli ultimi aggiornamenti, il tiro è stato così aggiustato: non trentasei ma quindici spettacoli che, intanto, propongono 4 repliche delle Stagioni di Vivaldi (14, 16, 23 e 27) al Quadriportico dei Teatri con l’Orchestra Accademia di Santa Sofia di Benevento e la sancarliana Cecilia Laca al violino solista, Gala lirico il 3 settembre, la Traviata (il 9, 16 e 19 settembre), Nabucco (10, 15 e 20), di nuovo Tosca (13 e 17). A pochi giorni dallo spettacolo, intanto, si attendevano ancora il palco e le prove sia del Coro che dell’Orchestra diretta dal violinista Gennaro Cappabianca. Pronto invece il cast vocale, formato da Francesca Rinaldi (Tosca), Mirko Matarazzo (Cavaradossi) e Mauro Buda (Scarpia). Scene e costumi del Festival pucciniano.
Che dire: siti archeologi e teatri unici al mondo che meriterebbero programmazioni solide e stellari possibilmente radicate nell’altissima tradizione culturale ed artistica del territorio, anziché essere giocate al momento come battaglie navali fra lo slancio di idee faraoniche e variabilissime navigazioni a vista. Discorso inverso per alcune delle più radicate Associazioni napoletane di concerti, storiche (pensiamo alla quasi centenaria ”Alessandro Scarlatti” oggi guidata da Chiara Eminente e affidata alle cure artistiche di un professionista quale Renato Bossa) o, anche, a manifestazioni più recenti (il Maggio della Musica con la direzione artistica del pianista Michele Campanella, buon calendario, promozione dei giovani talenti e creazione di un suo nuovo pubblico) che, anziché essere tutelate per quanto mirabilmente fin qui messo a segno, finiscono in ginocchio stando alle ultimissime notizie sulla distribuzione di un Fus andato definitivamente a premiare la quantità sulla qualità entro la formula algoritmica di quanto prescritto dalle direttive del più recente decreto ministeriale (D. M. 1° luglio 2014) per lo Spettacolo dal vivo. E se le reazioni, in merito, sono ancora tutte da raccogliere, resta il colpo di coda d’estate ma, anche, la responsabilità e la coscienza di un assetto concertistico-musicale di un’intera nazione che, già dall’immediato futuro, non sarà più lo stesso.