Mercoledì 5 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 20.00 e ore 23.00
Maratona Bach: Concerti Brandeburghesi
I Solisti Aquilani
Ramin Bahrami, pianoforte
Massimo Mercelli, flauto
Musiche di Bach, Colasanti
Posto unico ore 20.00 € 25
Posto unico ore 23.00 € 25
Posto unico per i due eventi € 35
ore 20.00
I Solisti Aquilani
Massimo Mercelli, flauto
Johann Sebastian Bach (1685- 1750)
Concerto brandeburghese n. 3 in Sol Maggiore, BWV 1048
Daniele Orlando, Francesco Peverini, Federico Cardilli, violini
Gianluca Saggini, Riccardo Savinelli, Luana De Rubeis, viole
Giulio Ferretti, Michele Marco Rossi, Emanuele Crucianelli, violoncelli
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Ettore Maria del Romano, clavicembalo
Concerto Brandeburghese n. 6 in Si bemolle Maggiore, BWV 1051
Riccardo Savinelli, viola prima
Gianluca Saggini, viola seconda
Giulio Ferretti, Michele Marco Rossi, Emanuele Crucianelli, violoncelli
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Ettore Maria del Romano, clavicembalo
Concerto Brandeburghese n.4 in Sol Maggiore, BWV 1049
Daniele Orlando, violino principale
Massimo Mercelli, flauto
Fulvio Fiorio, flauto
Lorenzo Fabiani, Leonardo Spinedi, violini
Riccardo Savinelli, viola
Giulio Ferretti, violoncello
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Ettore Maria del Romano, clavicembalo
Silvia Colasanti (1975)
Partita per flauto e archi*
Michelangelo Galeati, direttoreMassimo Mercelli flauto
*Commissione di Ravello Festival, Emilia Romagna Festival, Associazione I Solisti Aquilani, Amiata Piano Festival
ore 23.00
I Solisti Aquilani
Ramin Bahrami, pianoforte
Massimo Mercelli, flauto
Johann Sebastian Bach
Sonata in Si minore, BWV 1030
Concerto Brandeburghese n.2 in Fa Maggiore, BWV 1047
Nello Salza, tromba
Massimo Mercelli, flauto
Emanuela Signorato, oboe
Daniele Orlando, Lorenzo Fabiani, Federico Cardilli, Eleonora Minerva, violini primi
Francesco Peverini, Alessandro Oliva, Leonardo Spinedi, Vanessa Di Cintio, violini secondi
Gianluca Saggini, Riccardo Savinelli, Luana De Rubeis, viole
Giulio Ferretti, Michele Marco Rossi, violoncelli
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Ettore Maria del Romano, clavicembalo
***
Concerto Brandeburghese n.1 in Fa Maggiore, BWV 1046
Alessandro Saraconi, corno primo
Alessandro Piras corno secondo
Massimo Ranieri, oboe primo
Emanuela Signorato, oboe secondo
Maria Chiara Braccalenti, oboe terzo
Giuseppe Ciabocchi, fagotto
Francesco Peverini, violino piccolo
Daniele Orlando, Lorenzo Fabiani, Eleonora Minerva, violini primi
Federico Cardilli, Alessandro Oliva, Leonardo Spinedi, Vanessa Di Cintio, violini secondi
Gianluca Saggini, Riccardo Savinelli, Luana De Rubeis, viole
Giulio Ferretti, Michele Marco Rossi, violoncelli
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Ettore Maria del Romano, clavicembalo
Concerto Brandeburghese n.5 in Re Maggiore, BWV 1050
Massimo Mercelli, flauto
Ramin Bahrami, piano concertante
Daniele Orlando, Lorenzo Fabiani, Federico Cardilli, Eleonora Minerva, violini primi
Francesco Peverini, Alessandro Oliva, Leonardo Spinedi, Vanessa Di Cintio, violini secondi
Gianluca Saggini, Riccardo Savinelli, Luana De Rubeis, viole
Giulio Ferretti, Michele Marco Rossi, violoncelli
Alessandro Schillaci, contrabbasso
Maestro di cappella, dal 1717, presso la corte di Köthen, Bach accoglie l’invito di Christian Ludwig, margravio del Brandeburgo, a scrivere dei pezzi per la sua orchestra.
I Six concerts avec plusieurs instruments, inviati il 24 marzo 1721 da Johann Sebastian Bach, e battezzati nel 1873 dal grande biografo del compositore, Philipp Spitta, Concerti brandeburghesi, costituiscono un affascinante laboratorio delle possibilità di scrittura per gruppo strumentale, indagate attraverso una straordinaria varietà di soluzioni compositive. In realtà, piuttosto che ad una serie di concerti scritti per un’occasione specifica ci troviamo di fronte alla bella copia autografa di opere già in parte composte in precedenza. In vista della raccolta, i concerti vennero ordinati secondo un piano di perfetta simmetria. Nei Brandeburghesi il compositore coniuga la lezione assimilata dai modelli italiani (Vivaldi Corelli Albinoni e Alessandro Marcello) col contrappunto rigoroso e con alcune strutture della musica vocale, imprimendo una sigla personalissima a questo genere d’avanguardia nel panorama musicale dell’epoca.
Giovedì 6 agosto
Belvedere di Villa Rufolo
Day of Percussion
Ore 20.00
“Drumming” di Steve Reich
Antonio Caggiano, direttore
Chigiana Academy Percussion Ensemble
Irene Bianco, Simone Buttà, Federico Ciammaruconi, Giulio Cintoni, Fabio Macchia, Luca Paulucci, Matteo Rossi, Filippo Sinibaldi
Silvia Lee, soprano | Chiara Tavolieri, contralto | Pierluigi Tabachin, ottavino | Matteo Rossi, fischio
Ore 23.00
Pasquale Mirra meets Hamid Drake
Posto unico per i due eventi € 10
Steve Reich (1936)
Drumming, per quattro coppie di bongos accordati, tre marimbe, tre glockenspiel, soprano, contralto, ottavino e fischio
Drumming si colloca con selvaggia esuberanza in un mondo dove moderno e antico, occidentale e non-occidentale non sono più categorie separate. Steve Reich ne ultimò la composizione nell’autunno 1971 a seguito del suo viaggio in Africa, a metà del 1970.
Drumming apre la lunga strada della fusione tra il minimalismo e l’eredità classica e può considerarsi la prima grande opera scritta per strumenti a percussione.
Con una durata “tra 55 e 75 minuti”, Drumming è costruita intorno ad un singolo pattern ritmico-melodico suonato, interamente o in parte, per tutta l’estensione dell’opera e del quale vengono sviluppate le risorse attraverso cambi di intonazione, timbro e posizione di fase.
Venerdì 7 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.45
In Bach?
Danilo Rea & Ramin Bahrami, pianisti
Novità 2015
Posto unico € 35
Nell’imponente eredità musicale di Johann Sebastian Bach, la produzione per strumenti a tastiera occupa una posizione di assoluto rilievo, sia per valore intrinseco, sia per ruolo storico. Negli anni successivi alla scomparsa del compositore, infatti, della musica bachiana si persero quasi completamente le tracce. Gran parte della sua musica era infatti scritta, fino al XVIII secolo, per contesti locali e occasioni specifiche; pertanto raramente veniva stampata e tramandata: non era cosa di cui darsi pena, se ne sarebbe scritta altra, nuova, dal gusto più aggiornato. Ecco perché i brani che entrano a far parte di questo progetto, la cui complessità polifonica non lascia molti dubbi sulla loro attribuzione, sono stati per lungo tempo oggetto di studi filologici da parte del Bach Archiv di Lipsia, che li possiede tutt'ora.
Il progetto consiste nel dare nuova linfa e vigore ad un repertorio ricco di spiritualità, che per estetica e struttura rimanda senz’altro alla produzione bachiana. Abbiamo il dovere morale di restituire questi tesori all'umanità e liberarli dalla vincolante prassi esecutiva che ne ha fatto dei brani incompresi e dimenticati, talora svuotandoli della loro originalità. La felice fusione tra musica classica e jazz può realmente rappresentare un faro per le nuove generazioni, rendendo loro più accessibile il mistico mondo bachiano. Compendio di un’intera epoca musicale e frutto di un estro compositivo ineguagliabile, la produzione di Bach si pone ancora oggi come un momento centrale della cultura musicale occidentale. Le incertezze cronologiche che la circondano non fanno che rendere più affascinante la costruzione di percorsi di scoperta e di ascolto sempre nuovi, dai molti possibili profili. La musica di Bach si pone ancora oggi come un monumento aperto e dialogante, la mille volte evocata cattedrale di suoni: al visitatore il compito di entrarvi però con piedi leggeri e disposizione gioiosa.
Ramin Bahrami
Sabato 8 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.45
Stefano Bollani piano solo
Posto unico € 40
Stefano Bollani è un puzzle di musica, di simpatia, di estemporaneità che si fondono continuamente per cogliere e plasmare i suoni in un assiduo dialogo fra improvvisazione e canzone, fra pubblico e pianista. Nel suo concerto in piano solo non chiedetegli cosa farà: Stefano Bollani lo saprà veramente solo quando appoggerà le due dita sui tasti, iniziando a ripercorrere il proprio io, tra memoria e sentimenti.
Piano Solo è un viaggio nella sua musica interiore, nelle sue emozioni, un viaggio che parte dal Brasile passa per la canzone degli anni '40 ed approda ai bis, a richiesta, in cui Bollani riesce a mescolare dieci brani come se fosse dj. Un viaggio incredibile, in cui il pianista sembra prendere per mano ogni spettatore per portarlo accanto a sé, nella sua musica piena di sentimento e di divertimento, destrutturando e ricostruendo ogni volta in modo diverso i brani che spesso abbiamo conosciuto nei suoi dischi, in un percorso compositivo che non ha mai fine.
Dopo il grande successo del programma televisivo su Rai3 Sostiene Bollani, andato in onda per due stagioni, ed il nuovo spettacolo teatrale, La Regina Dada, da lui scritto ed interpretato insieme a Valentina Cenni, non si può più definire Stefano Bollani semplicemente un pianista jazz.
Inizia a suonare all'età di sei anni e si diploma al Conservatori di Firenze, avviando la propria attività professionale a quindici anni al fianco di gruppi pop-rock e di ensemble jazz.
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione, iniziata nel 1996, con il suo mentore Enrico Rava, insieme al quale tiene centinaia di concerti e incide tredici dischi.
La rivista specializzata Musica Jazz lo proclama miglior nuovo talento nel 1998 e musicista dell'anno nel 2006.
Artista a tutto tondo, Bollani ha realizzato il dvd Live a La Scala assieme alla Filarmonica del teatro milanese diretta da Riccardo Chailly, con il quale ha registrato anche Sounds of the 30's e Rhapsody in blue al fianco della Gewandhousorchester di Lipsia; ha collaborato con il disegnatore di Rat-man Leo Ortolani; ha condotto per sei stagioni, insieme a David Riondino e Mirko Guerrini, il programma di grande successo di Radio3 Il Dottor Djembè; ha composto per il teatro e per il cinema.
Pluripremiato per i suoi dischi, nel 2013 l’album O que serà, in duetto con il mandolinista brasiliano Hamilton De Holanda, è stato giudicato uno dei migliori lavori dell’anno dalla rivista americana DownBeat e dalle italiane Musica Jazz e JazzIt.
Bollani ha ricevuto il disco d’oro, nel 2013, per l’album Sounds of the 30’s e, nel 2014, per il suo progetto Carioca. Nel 2015 ha vinto il referendum della rivista Musica Jazz che ha proclamato miglior disco dell’anno il suo lavoro Joy in Spite of Everything, registrato a New York con Jesper Bodilsen e Morten Lund, con la partecipazione di Mark Turner e Bill Frisell.
Tra gli altri riconoscimenti, nel 2007 Bollani ha ricevuto l'European Jazz Prize come miglior musicista jazz europeo dell'anno e, nel 2010, la laurea Honoris Causa dal Berklee College of Music di Boston.
Domenica 9 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.45
Niccolò Fabi & GnuQuartet
Posto unico € 25
Niccolò Fabi, voce e chitarra
GnuQuartet
Raffaele Rebaudengo, viola | Francesca Rapetti, flauto | Roberto Izzo, violino | Stefano Cabrera, violoncello
Dopo il concerto alla prestigiosa Arena di Verona, lo scorso 30 luglio Niccolò Fabi ha concluso nella sua Roma un tour straordinario, condiviso con gli amici e colleghi Daniele Silvestri e Max Gazzè. Un tour che li ha visti calcare prima i palchi europei in trio e poi quelli italiani, supportati stavolta da una big band composta da raffinati interpreti del cantautorato italiano. Mai sazio di musica, Niccolò ha deciso di tornare sui palchi estivi, oltre che per alcuni appuntamenti solistici, anche in un concerto con GnuQuartet, scelta anticipata da un tour segreto che l'ha visto andare alla scoperta di locali, centri culturali e piccoli club impegnati sulla cultura e sulla musica emergente.
Fabi ritrova così una dimensione più intima, valorizzata dalla presenza del quartetto che, grazie ad un’assidua attenzione alla sperimentazione e ad una qualità tecnica indiscutibile, da tempo è diventato compagno d'avventura del cantautore romano.
A Ravello Niccolò Fabi proporrà brani di repertorio con nuovi ed eleganti arrangiamenti, oltre ad alcune preziose novità.
Martedì 11 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 4.45
Concerto all'Alba
Orchestra Filarmonica La Fenice
Alvise Casellati, direttore
Michelangelo Carbonara, pianista
Josu De Solaun*, pianista | Stefan Tarara*, violinista | Eun-Sun Hong*, violoncellista
Musiche di Beethoven, Dvořák, Fauré, Carrara**
*Primo premio al Concorso Internazionale “George Enescu” 2014
**Prima esecuzione assoluta
Posto unico € 60
Cristian Carrara (1977)
War Silence per pianoforte e orchestra
Prima esecuzione assoluta
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Triplo Concerto per pianoforte, violino e violoncello in Do Maggiore, op. 56
Gabriel Fauré (1845-1924)
Pelléas et Mélisande, Suite op. 80
Antonín Dvořák (1841-1904)
Sinfonia n. 7 in Re minore, op. 70
Concerto di Pace in collaborazione con AMUSART & EMMA for Peace
con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
Il programma dell’Alba 2015 si apre con la prima esecuzione assoluta di “War Silence”, un brano che Cristian Carrara ha composto su commissione del Ravello Festival per celebrare il secolo dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra. Dotato di una grande facilità di scrittura, Carrara – le cui musiche sono eseguite per l’Accademia di Santa Cecilia, il Maggio Musicale Fiorentino e la Berliner Hall – raggiunge il pubblico con uno stile evocativo, avolgente e, all’occorrenza, ritmicamente intenso, in cui si avverte anche l’eco di sonorità jazz storicamente pertinenti.
Noto comunemente come Triplo Concerto, il lavoro di Beethoven fu composto durante le estati del 1803 e 1804, probabilmente per l’arciduca Rodolfo d’Austria. In pubblico, l’opera 56 venne presentata all’Augarten di Vienna solo nel 1808. Composizione unica nella produzione di Bethoven, il Triplo è stato un po’ tenuto in ombra dalla critica come lavoro esteriore e “alla moda”. In realtà Beethoven, che lo definiva Sinfonia Concertante, vuole rifarsi qui al concertismo parigino, più brillante ed estroverso di quello viennese, legato a Haydn e Mozart.
L’arte di Fauré, compositore d’elite più che idolo del grande pubblico, riflette il riserbo del musicista e l’elegante discrezione del suo linguaggio. L’autentica cifra stilistica di questo autore risulta caratterizzata – secondo Bellingardi - da un costante senso d’intimismo, da un colore strumentale e da un’atmosfera espressiva di estrema suggestione nelle sfumature, da una bellezza tutta interiore, da una scrittura dalle tonalità incerte e sfuggenti. A tali caratteristiche non si sottrae Pelléas et Mélisande, scritto nel 1898 come musica di scena per la rappresentazione del dramma omonimo di Maurice Maeterlinck.
Nata tra la fine del 1884 e il marzo del 1885, la Sinfonia n. 7 di Dvořàk fu eseguita per la prima volta al St. James Hall di Londra il 22 aprile dello stesso anno sotto la direzione dell’autore. Nonostante la buona accoglienza, Dvořàk ebbe dei ripensamenti e ne rielaborò alcuni passi, soprattutto del movimento lento. Ma la sensazione di aver colto nel segno la ebbe soltanto allorché assistette, nel 1889, a due straordinarie esecuzioni dirette a Berlino da Hans von Bülow a capo dei Filarmonici. “In essa – come scrive Sablich- Dvořàk tenta una delle sue più ambiziose mediazioni: dare a un contenuto tragico una dimensione epica senza perdere di vista l’ideale di una omogenea coesione formale, attraverso e oltre Brahms”.