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Paola De Simone

Sullo sfondo mozzafiato della Valle dei Templi di Paestum, mercoledì 29 luglio alle ore 21, è di scena un vero e proprio fuoco d’artificio con alcune delle migliori stelle della danza internazionale chiamate in esclusiva e a raccolta dall’étoile partenopea Giuseppe Picone (a lato, nella foto di Cristian Donvito). Un Galà di Danza con artisti mondiali ma anche una vetrina attenta alla promozione dei nuovi talenti del territorio, in più col sigillo speciale del suo Bolero – qui ad oggi inedito – che lo vedrà in qualità sia di autore che d’interprete entro l’ideazione generale della spettacolare kermesse.

Obiettivo della manifestazione, accolta all’interno della Maratona d’estate 2015 diretta da Stefano Forti, la volontà dichiarata dallo stesso Picone «di portare in giro per il mondo étoiles internazionali per agevolare e diffondere l’arte della grande danza di tradizione non trascurando, al contempo, il futuro attraverso il linguaggio contemporaneo delle coreografie più moderne o di nuova creazione».

Accanto e in alternanza a Giuseppe Picone, napoletano nel sangue come per una formazione artistica che ne sigla con successo, da oltre vent’anni e ovunque nel mondo, una sintesi superba fra tecnica pura e autenticità d’espressione, eleganza di stile e agilità dei voli in palcoscenico, i superospiti saranno: in apertura per l’atto delle Ombre da La Bayadere di Marius Petipa, Liudmilla Konovalova (nella foto sotto), prima ballerina del Teatro dell’Opera di Vienna

«e artista bellissima che ha interpretato Clara – ricorda ​Picone – al fianco di Vladimir Shishov nello Schiaccianoci prodotto dal Wiener Staatsballet con regia e coreografia di Nureyev, appena uscito in dvd», il giovanissimo Nicolai Gorodiskii (nella foto a sinistra)​, formatosi alla Ballettschule della Wiener Staatsoper ed oggi ballerino solista del Teatro Colon di Buenos Aires, Ana Sophia Scheller del New York City Ballet, Sara Renda (nella foto sotto) del Balletto

di Bordeaux «splendida siciliana formatasi alla Scala – spiega ancora l’étoile – da me subito notata danzando insieme quattro anni fa in Giselle e di lì a breve vincitrice della medaglia di bronzo a Varna». Inoltre: Avetik Karapetyan del Balletto di Toulouse «danzatore armeno e vera bomba di tecnica» aggiunge il danzatore che oggi come sempre porta i nomi di Napoli e la sua formazione sancarliana in alto nel mondo, più la coppia Kateryna Kukhar e Alexander Stoyanov del Teatro dell’Opera di Kiev in “assoli” e “pas de deux” tratti dal grande repertorio classico. In programma, anche capitoli da La Bella Addormentata nel bosco, Le Corsaire, Don Chisciotte, Carmen, e fino alle coreografie più moderne e contemporanee culminanti appunto nel Bolero che Picone riserva per il suo Galà. Merita inoltre particolare attenzione, accanto al “pas de deux” d’apertura con il binomio Konovalova-Picone e coreografia ripresa da Sergey Pokhila, la presenza di ventiquattro ombre speciali: sono le ballerine d’età compresa fra i quindici e i diciannove anni selezionate attraverso il progetto didattico “Danza & Professione” di Sergio Ariota, allieve delle scuole di danza di Napoli e provincia scelte dalla coreografa Maria Grazia Garofoli in prima battuta e, successivamente, dallo stesso Giuseppe Picone. «Sono la testimonianza che in tante scuole private della Campania – sottolinea in merito il danzatore-coreografo – esistono talenti eccellenti, con il fuoco negli occhi, tanta volontà e passione. Ecco il senso concreto di un progetto di grande interesse culturale e formativo, un vero e proprio incontro tra i giovani ballerini e il mondo della danza. Infine, il Bolero (sotto, nella foto di Barbara Gallozzi) di Ravel,

con la sua coreografia (creata dopo gli assoli Lacrimosa, Carmina Burana, Adagietto sulle note di Mahler e l’omaggio a Verdi della scorsa estate tutti sperimentati su se stesso mentre, in cantiere, lavorerebbe finalmente al sogno di un Romeo e Giulietta) e con la partecipazione speciale dell’Ensemble della Lyric Dance Company diretta da Alberto Canestro. «Sono felicissimo di poterlo portare, dopo l’esordio a Piacenza, nella mia regione» dichiara Giuseppe Picone che, apprezzatissimo nel doppio ruolo di autore-interprete, sarà presente con i prossimi impegni italiani sui principali palcoscenici di Piacenza e Palermo grazie alla sensibilità per la danza dei rispettivi direttore artistico e sovrintendente. Quindi, conclude chiarendo il messaggio della sua elaborazione coreografica: «A metà del mio spettacolo quattro donne e due uomini usciranno dai sei specchi collocati sulla scena. Rappresentano la profondità e la forza, diciamo degli angeli custodi che tentano di spingere il protagonista oltre la vacuità delle immagini riflesse negli specchi. Ne sono la coscienza, l’anima e, invano, tentano di salvare l’uomo al centro di una vita fatta di vuote apparenze, di messaggini su WathsApp, mode e fisico al top. Ossia, di una vita ferma all’esteriorità delle immagini, alla bellezza fisica. Ritengo che, nella società, sia necessario imparare e saper crescere. E invece nella mia carriera, purtroppo, sono state tante le persone dimostratesi incapaci di andare oltre. Oltre quei loro specchi».

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