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  • Paola De Simone

Bach, il Barocco della sua Partita n. 1 BWV 825 e non solo: anzi, molto di più. È quanto avviene se la musica per tastiera bachiana incontra l’elettronica e se, a reinventarla, c'è il “maestro in jeans” Matthieu Mantanus, in arte MHU: pianista e direttore d’orchestra svizzero-belga, classe 1978, bacchetta associata di Maazel e per lungo tempo alla testa dell’Orchestra Città di Ravenna, passato già negli annali della storia più recente quale ideatore del progetto JeansMusic e sperimentatore di nuove forme di spettacolo sonoro. Al centro e in comune fra due espressioni musicali solo in apparenza agli antipodi - lo spettacolo è in programma oggi, domenica 3 marzo alle ore 18 al Museo Madre, promosso da Scabec S.p.A. e in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee nell'ambito della rassegna “Contemporaneamente Antica” ideata dalla Fondazione Pietà de’ Turchini - la libertà e la forza della ricerca creativa che, in tale sfida, risuona con un titolo preciso: BachBox.

Il risultato? Uno spettacolare viaggio multimediale realizzato da Mantanus in sinergia con la visual designer Sara Caliumi, giocando con i colori, le emozioni, le memorie e i rumori, notizie, spiritualità, viaggi, media o intelligenze artificiali germinati dalle note e dai temi musicali della Partita n. 1 in si bemolle suonata dallo stesso musicista fra pianoforte e computer, reinvenzioni e variazioni elettroniche a sua firma, in un continuo crossover entro le pareti aperte del “BachBox”, scatola sonora in perenne trasformazione che trascina il pubblico da un mondo all’altro.

Partendo infatti e non a caso dalla Partita n. 1 in si bemolle maggiore, BWV 825 per clavicembalo di Bach, vale a dire dall’incipit del primo tassello che apre la silloge speculativa in quattro parti denominata Klavier-Übung (letteralmente, “Esercizio per tastiera”, articolata in 6 Partite tedesche, nel Concerto Italiano più l’Ouverture nel gusto francese, due serie di Corali e nelle splendide Variazioni Goldberg), Mantanus coglie nel vivo la scintilla d’avvio di un’indagine sulla forma e su ogni altra risorsa tecnico-stilistica su tasto condotta dal Cantor di Lipsia nell’arco del decennio compreso fra il 1731 e il 1742, ossia all’indomani della produzione strumentale e profana alimentata durante gli anni di servizio trascorsi presso la Corte di Köthen, per la quale nacquero i non meno sperimentali Sei Concerti Brandeburghesi.

Ed è così che, sintonizzandosi sulla stessa lunghezza sperimentale delle sollecitazioni di Bach, il pianista, direttore e divulgatore svizzero-belga intraprende un nuovo viaggio crossover entro le pareti aperte di una magica scatola sonora, condivisa oltre il tempo fra spazio e spettatori, destrutturando e alternando egli stesso fra pianoforte e computer l'esecuzione dei singoli brani della Partita in campo con reinvenzioni e variazioni elettroniche a sua firma.

"BachBox", terza produzione del JeansMusic lab dopo “Revolution!” e “Intimacy”, nonché primo traguardo del percorso elettronico messo a segno da Matthieu Mantanus sotto il nome d'arte MHU, esprime dunque una diversa forma d’invenzione a più voci e dà corpo a un’idea di ricerca senz’altro più vicina al pubblico di oggi nel suo puntare ad evolvere la grande arte del passato e il pensiero. Il tutto, al di là dei margini stretti dello spazio e del tempo saldando in itinere, secondo binari meccanici non dissimili dalla scrittura automatica (fra un suono, un’immagine, lo sferragliare di un treno e magari la voce registrata del presidente Trump), stili e lessemi sonori oltre ogni etichetta di genere. Come a scoprire e a svelare una nuova terra di confine.

Biglietto unico € 3,00. Per informazioni 081402395, coordinamento@turchini.it, www.turchini.it

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Interpreti

Matthieu Manthanus, piano, keyboard & electronics

Sara Caliumi, visual design

Programma

Partita n. 1 in Sib BWV 825 di J.S. Bach BachBox, Electronic variations on Bach BWV825 di Matthieu Mantanus (MHU)

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