top of page
  • Paola De Simone

Giunto quest’anno alla quinta edizione, il San Carlo Opera Festival spinge il suo format fin qui per lo più d'impronta turistica verso standard qualitativi più alti e stretti in tempi serrati, mirando a cast di bel primo piano con due titoli di massima punta quali la Tosca di Puccini (edizione del Teatro Massimo di Palermo) e il Rigoletto di Verdi (nuovo allestimento), in scena a giorni alterni ,più, in chiusura, un doverosissimo gala in omaggio al mito della danza Rudolf Nureyev, per gli 80 anni dalla nascita e i 25 dalla scomparsa. Il tutto, coinvolgendo ogni compagine artistica – Orchestra, Coro, Coro di Voci bianche e Compagnia di Balletto – della Fondazione in campo.

Le date per il via ai rispettivi tre spettacoli saranno giovedì 12 luglio, sabato 14 e sabato 28, con relative repliche indicate unitamente agli interi cast nella locandina al margine. Intanto, a legare le due opere per agevolarne l’avvicendamento, il denominatore comune dato dalla regia affidata a Mario Pontiggia, dalle scene firmate da Francesco Zito, dai costumi della sancarliana Giusi Giustino e dalle luci di Bruno Ciulli. Sul podio di Orchestra e Coro del San Carlo (più Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo) salirà prima il Direttore musicale della Fondazione, Juraj Valčuha, recentemente insignito del premio Abbiati come miglior direttore d’orchestra; quindi, con il secondo titolo in produzione inedita e dedica al maestro Tullio Serafin a 50 anni dalla scomparsa, Pier Giorgio Morandi (Nella foto di Francesco Squeglia, in apertura, il regista Pontiggia, il direttore Valčuha, il direttore artistico Pinamonti, il direttore Morandi e lo scenografo Zito alla conferenza stampa; a seguire, una foto di scena di Rudolf Nureyev. Sotto, i cantanti Ainhoa Arteta, Brian Jagde, Roberto Frontali, George Petean, Saimir Pirgu, Patrizia Ciofi, Nino Surguladze).

Notevolissima intanto, e per la prima volta rispetto alla disomogeneità delle scorse edizioni, la scelta delle voci: in Tosca, il soprano spagnolo Ainhoa Arteta per Floria Tosca (in alternanza con Monica Zanettin per la recita del 24 luglio), il tenore Brian Jagde per

Cavaradossi, Roberto Frontali in alternanza con Samuel Youn per Scarpia nelle repliche del 22 e del 24 luglio. In Rigoletto, il tenore Saimir Pirgu nel ruolo del Duca di Mantova in alternanza con Arturo Chacón-Cruz, il baritono rumeno George Petean (poi Àngel Òdena) per il ruolo del titolo, Patrizia Ciofi (che torna al San Carlo dopo 7 anni di assenza) e Marina Monzó nel ruolo di Gilda, mentre Nino Surguladze e Rossana Rinaldi saranno impegnate nel ruolo di Maddalena.

Infine, con le due serate per Rudolf Nureyev, ci saranno i solisti del Corpo di ballo del Teatro di San Carlo, il Direttore-étoile Giuseppe Picone e le stelle dello Staatsballet di Vienna, la bellissima Maria Yakovleva, Liudmila Konovalova, Jacob Feyferlik (nelle tre foto a seguire).

«Il San Carlo Opera Festival – ha spiegato Paolo Pinamonti, direttore artistico del Teatro San Carlo, in apertura della conferenza stampa svoltasi in sovrintendenza – è nato cinque anni fa con l’idea di offrire a tutti i frequentatori, anche provenienti al di fuori di Napoli, titoli del grande repertorio nel giro di poche giornate e a prezzi accessibili per ampliare l’utenza degli spettacoli. Per l’edizione di quest’anno abbiamo scelto due titoli del grandissimo repertorio, fra i punti di riferimento assoluto della storia dell’opera italiana: Tosca e Rigoletto, in due allestimenti curati in maniera tale da per poter allestire le due produzioni in una serrata staffetta a giorni alterni, al pari dei grandi teatri d’Europa». Pinamonti ha quindi sottolineato la modernità novecentesca della Tosca, posta ad apertura di secolo ma, ancor prima, anche del Rigoletto, opere entrambe in cui la musica «funziona come una macchina da presa – ha osservato il vertice artistico – agendo da zoom, grandangolo, fermo-immagine mediante fonti sonore collocate in postazioni differenti.

E Valčuha, in tal senso, è senz’altro un interprete ideale per restituire un Puccini del secolo Ventesimo». Il giovane quanto assai valente direttore slavo ha infatti citato l’esempio, in Tosca, di una serie di dodici suoni che, udibile prima dell’entrata del sagrestano al primo Atto, addirittura anticiperebbe la dodecafonia.

«La partitura di Puccini è ricca di elementi moderni – ha infatti ribadito Valčuha (a destra, nella foto di Francesco Squeglia) – che dimostrano quanto il compositore ben conoscesse la musica europea. È inoltre un’opera in cui c’è tutto: amore, libertà, sesso, religione, arte e teatro, politica. Un’opera straordinariamente teatrale».

Al regista argentino Pontiggia (nella foto in basso, sempre di Francesco Squeglia), invece, il compito di raccontare genesi e dettagli degli spettacoli: «La mia Tosca – ha spiegato – è nata a Firenze dieci anni fa, in un contesto assai simile. All’epoca, ossia nei giorni problematici dopo la crisi del 2007, i teatri puntarono a incrementare la produzione e ad attirare più pubblico. Fu così che il Maggio Musicale Fiorentino mi propose di metter su con lo scenografo Francesco Zito tre opere e un balletto da alternare nel giro di un mese e una settimana. Una sfida da me mai tentata prima, poi portata anche a Palermo. La Tosca (la mia ventitreesima dopo la prima, affrontata nel ‘92), fu abbinata a Bohème, alla Cavalleria rusticana e a un balletto.

Per quel che riguarda il Rigoletto, intanto, ritengo possa essere considerato il primo esempio di Grand-guignol per il suo soggetto truculento; Tosca, invece, è la prima opera che parla di noi artisti: una cantante che è fidanzata con un pittore, ossia artisti paragonabili a due rockstar di oggi che, per problemi politici, si trovano a vivere una storia tremenda. In più, con un Angelotti che sarebbe dovuto finire già in carcere per aver partecipato alla Repubblica partenopea, ben conosciuto dalla regina di Napoli, Maria Carolina, quanto dagli Hamilton (e noi aggiungiamo con la strana quanto significativa presenza, nel dramma di Sardou, di un personaggio-chiave dell’ambiente culturale-massonico partenopeo quale Diego Naselli, nelle sue partiture noto con la firma in anagramma di Egidio Lasnel).

Ad ogni modo – ha rassicurato – niente paura: gli spettacoli saranno tradizionali ma attenti a potenziare al massimo la parola scenica, l’immagine, il segno sonoro nelle ambientazioni del Cinque e Ottocento ma entro una visione moderna e novecentesca. Un esempio? Pensiamo a Puccini: in partitura notiamo la sequenza di scena-corona, pausa-corona e fermo-immagine sul quel momento dell’azione, quindi ripresa della scena. La tecnica, se ci si fa caso, non è dissimile da quella della soap-opera, di una telenovela in sostanza. È un modo per fissare, in forma efficacissima, la situazione. Così come, in Rigoletto, il tessuto è una sequela di scene e duetti al di là della Ballata e della Canzone del Duca. Ossia, anticipa in misura sorprendente una continuità drammaturgica che Wagner avrebbe teorizzato e compiuto, da gran furbo, di lì a breve. Da qui il nostro lavoro, sulla profondità dell’espressione e sulla forza della parola scenica».

A Francesco Zito, dunque, il taglio scenico degli allestimenti in linea con le esigenze delle rapide operazioni di montaggio e smontaggio: «In Tosca – ha precisato – la prima scena appare dominata dalla cupola di Sant’Andrea della Valle, simbolo del potere temporale che sovrasta la Chiesa; il secondo quadro è ispirato agli affreschi di Palazzo Farnese mentre, il terzo, è una riformulazione di Castel Sant’Angelo, con l’elemento di nostra invenzione della grata-ghigliottina in grado di risolvere l’incongruenza del fatto che, per quanto facile e ragionevole essendo a pochi passi dalla protagonista, nessuno degli astanti ferma il suicidio di Tosca. Rigoletto è stato quindi concepito nello spazio scenico dell’opera del primo titolo, ovviamente portandone l’azione nei luoghi cinquecenteschi previsti dal soggetto».

Infine, le parole di Patrizia Ciofi sul ruolo che andrà a interpretare: «Gilda è un personaggio che mi accompagna da sempre, scoperto e amato nei suoi molteplici aspetti dal 1992, grazie al mio grande maestro – Claudio Desderi – che ho purtroppo perso proprio in questi giorni. In un’opera così nera e cupa, accanto a un mondo maschile crudele, lei è come un raggio di luce. Un personaggio profondo, intenso, meraviglioso. L’unico in scena ad avere un vero percorso umano, da ragazzina a donna in grado di sacrificarsi in nome non del Duca, bensì della sua idea dell’Amore: non a caso, per lei, Verdi ha scritto una musica perfetta e celestiale».

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

SAN CARLO OPERA FESTIVAL

TOSCA

Melodramma in tre atti

di Giacomo Puccini

Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal dramma omonimo di Victorien Sardou

Direttore | | Juraj Valčuha

Regia | Mario Pontiggia

Scene | Francesco Zito

Costumi | Giusi Giustino

Luci | Bruno Ciulli

Interpreti

Floria Tosca, Ainhoa Arteta / Monica Zanettin (24 luglio)

Mario Cavaradossi, Brian Jagde

Il barone Scarpia, Roberto Frontali /Samuel Youn (22, 24 luglio)

Cesare Angelotti, Carlo Cigni

Il Sagrestano, Roberto Abbondanza

Spoletta, Nicola Pamio Sciarrone, Donato Di Gioia

Carceriere, Carmine Durante / Rosario Natale (15, 20, 24 luglio)

Un Pastore, Pina Acierno/Franca Iacovone (15, 20, 24 luglio)

Produzione del Teatro Massimo di Palermo

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo

Giovedì 12 Luglio 2018, ore 20.00 Turno A

Domenica 15 Luglio 2018, ore 17.00 Turno F

Mercoledì 18 Luglio 2018, ore 18.00 Turno B

Venerdì 20 Luglio 2018, ore 20.00 Turno C/D

Domenica 22 Luglio 2018, ore 17.00 Fuori Abbonamento

Martedì 24 Luglio 2018, ore 20.00 Fuori Abbonamento

**

RIGOLETTO

Melodramma in tre atti

di Giuseppe Verdi

Libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo Le roi s’amuse.

Direttore | Pier Giorgio Morandi

Regia | Mario Pontiggia

Scene | Francesco Zito

Costumi | Giusi Giustino

Luci | Bruno Ciulli

Interpreti

Il Duca di Mantova, Saimir Pirgu / Arturo Chacón-Cruz (19, 25 luglio)

Rigoletto, George Petean /Àngel Òdena (25 luglio)

Gilda, Patrizia Ciofi / Marina Monzó (19 luglio)

Maddalena, Nino Surguladze / Rossana Rinaldi (25 luglio)

Sparafucile, George Andguladze / Gianvito Ribba (25 luglio)

Marullo, Donato Di Gioia

Giovanna, Giovanna Lanza

Il Conte di Monterone, Gianfranco Montresor

Matteo Borsa, Cristiano Olivieri

Il Conte di Ceprano, Enrico Di Geronimo

La Contessa di Ceprano, Angela Fagnano

Un usciere di corte, Rosario Natale Un paggio della Duchessa, Silvana Nardiello / Linda Airoldi (19, 21, 25 luglio)

Nuova produzione del Teatro di San Carlo

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Sabato 14 Luglio 2018, ore 20.00

Martedì 17 Luglio 2018, ore 20.00

Giovedì 19 Luglio 2018, ore 18.00

Sabato 21 Luglio 2018, ore 20.00

Mercoledì 25 Luglio 2018, ore 18.00

Spettacolo Fuori Abbonamento

**

SERATA OMAGGIO A RUDOLF NUREYEV

ad 80 anni dalla sua nascita e a 25 dalla sua scomparsa

Etoile Ospite, Maria Iakovleva, Prima Ballerina Wiener Staatsballett, Liudmila Konovalova, Prima Ballerina Wiener Staatsballett Etoile, Giuseppe Picone, Jakob Feyferlik Primo Ballerino Wiener Staatsballett

Solisti Claudia D'Antonio Anna Chiara Amirante Luisa Ieluzzi Candida Sorrentino Alessandro Staiano Salvatore Manzo Stanislao Capissi Ertugrel Gjoni

Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Sabato 28 Luglio 2018, ore 20.00 - Abbonamento Danza

Domenica 29 Luglio 2018, ore 17.00 - Spettacolo in Abbonamento

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page