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  • Paola De Simone

«Il cappello di paglia di Firenze, geniale farsa musicale in quattro atti composta nel 1945 da Nino Rota con prima rappresentazione dieci anni dopo al Massimo di Palermo, offre senz'altro una nuova visione di cos'è la modernità. Una novità divenuta, oggi, un classico assoluto. Scritto a regola d'arte su un libretto altrettanto perfetto elaborato dallo stesso compositore ma a quattro mani con la madre Ernesta Rinaldi, prettamente novecentesco e pertanto - ha dichiarato il direttore artistico Paolo Pinamonti nel presentare l'opera in apertura di conferenza stampa - abbiamo ritenuto doverosissimo portarlo per la prima volta a Napoli e al Teatro San Carlo», in scena dal 10 al 13 maggio per cinque recite nell'allestimento della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari firmato dalla regista veneziana Elena Barbalich, con scene e i costumi di Tommaso Lagattolla. Tra l'altro nell'occasione, nel cast, svetta il soprano Daniela Mazzucato (una modista), non solo interprete speciale per il genere ma, soprattutto, voce presente nella storica incisione del 1975 per la RCA-Ricordi diretta dallo stesso Nino Rota, pluripremiato autore delle musiche di tanti cult felliniani e compositore milanese profondamente legato al Sud. All'epoca la sua farsa musicale riscosse un successo strepitoso innescando una circuitazione in Italia senz'altro inusuale per un’opera del Novecento. Infatti fu ripresa nel ’56, ’57 e nel 1958 (alla Piccola Scala di Milano con la regia di Giorgio Strehler), nell’87 a Reggio Emilia a firma di Pierluigi Pizzi e nel ’96 a Catania per poi varcare anche i confini nazionali. «È una partitura - ha aggiunto Pinamonti - ricchissima e variegata che, in una sintesi del tutto originale, gioca con gli schemi e le tradizioni dell'intero repertorio operistico, partendo dallo spettacolo nello spettacolo tipico del vaudeville per guardare alla farsa rossiniana ma, anche, alla solita forma verdiana, magari ribaltata, e fino a qualche omaggio pucciniano».

Il soggetto è assolutamente surreale: un giovane uomo (Fadinard) trascorre l'intero giorno del proprio matrimonio correndo da un luogo all'altro, assieme a un relativo corteo nuziale che neanche ha consapevolezza di dove si stia di volta in volta trovando, nel tentativo di salvare l'onorabilità di una signora alla quale il cavallo del proprio calesse, mentre lei era in compagnia dell'amante, ha mangiato il cappello di paglia di manifattura fiorentina regalatole dal marito. In campo, paradossali equivoci, scambi di persona, colpi di scena e naturalmente lieto fine. Situazioni che la musica di Nino Rota accompagna con levità e maestria, con un linguaggio musicale piacevole e dichiaratamente tonale. Scelta che, all'epoca, fece storcere il naso ai critici pronti a considerare Nino Rota un compositore poco avvezzo alla ricerca di percorsi innovativi. La connaturata abilità di scrittura di Rota fece invece del Cappello di paglia di Firenze una prismatica successione di travestimenti e parodie musicali che da Mozart arrivano a Mascagni, citando primo fra tutti Rossini. Così come la sapiente strumentazione e il forte senso drammaturgico del compositore milanese garantiscono dinamismo e unitarietà a un lavoro che poggia le proprie strutture non solo sul già citato vaudeville, ma anche sull’opera buffa e sull’operetta, senza tralasciare la musica per il cinema di cui Rota è stato autore di pagine di notevole bellezza.

«È come un grande gioco, molto divertente e dal ritmo estremamente incalzante. Non dissimile da un capolavoro quale Il barbiere di Siviglia. Per amarlo? Basta abbandonare la logica» ha sottolineato la regista Barbalich spiegando le peculiarità di uno spettacolo ideato collegando gli spunti del vaudeville originale di Eugène Labiche e Marc Michel, fonte del testo, con le immagini filmiche di René Clair (Un chapeau de paille d'Italie, 1928) accanto a una recitazione che ricorda con una certa leggerezza il cinema muto di Tempi moderni. Il tutto, alla luce di un taglio fondamentalmente d'avanguardia, in bilico tra futurismo, surrealismo, arti grafiche, grande schermo ed altre componenti estetiche della Parigi (luogo tra l'altro dell'azione) novecentesca. Di qui una scenografia non naturalistica, immaginata entro uno spazio-lego bidimensionale che, ricomponendosi geometricamente con cambi a vista affidati a figuranti-silhouette, dà vita ai diversi ambienti nei quali il cavallo è reso ad esempio da un bicicletta dalla testa equina e la pioggia da una caduta dall'alto degli ombrelli.

Nel cast ci saranno Pietro Adaini e Filippo Adami (in alternanza nel ruolo di Fadinard), Gianluca Buratto e Domenico Colaianni (Nonancourt), Anna Malavasi e Eufemia Tufano (La baronessa di Champigny), Zuzana Marková (nel ruolo di Elena), Bruno de Simone e Matteo D’Apolito (Beaupertuis), Anna Maria Sarra e Fulvia Mastrobuono (Anaide), Dario Giorgelè (Emilio), Marco Miglietta (Lo zio Vézinet), Daniela Mazzucato (Una modista), Roberto Covatta (Felice), Massimiliano Chiarolla (Achille di Rosalba).

Sul podio di Orchestra e Coro della Fondazione, al suo secondo impegno sancarliano dopo la Bohème dello scorso anno, salirà il giovane direttore livornese Valerio Galli che della partitura, come dichiarato all'incontro con la stampa, cercherà di restituire «il ritmo serrato e vivacissimo, accanto a un umorismo non troppo distante dalla sapidità di battuta della mia terra toscana».

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Nino Rota

Il Cappello di paglia di Firenze

Farsa musicale in quattro atti

Libretto di Nino Rota ed Ernesta Rinaldi

Dalla commedia Le Châpeau de paille d’Italie

di Eugène Labiche e Marc Michel

Direttore | Valerio Galli Regia | Elena Barbalich Scene e Costumi | Tommaso Lagattolla Luci | Marco Giusti Aiuto regia e Coreografia | Danilo Rubeca

Assistente ai Costumi | Concetta Nappi Interpreti Fadinard, Pietro Adaini /Filippo Adami (11, 12 maggio ore 21) Nonancourt, Gianluca Buratto/Domenico Colaianni (12 maggio ore 17) La baronessa di Champigny, Anna Malavasi/Eufemia Tufano (11, 12 maggio ore 21) Elena, Zuzana Marková Beaupertuis, Bruno de Simone/Matteo D’Apolito (11, 12 maggio ore 21) Anaide, Anna Maria Sarra/Fulvia Mastrobuono (12 maggio ore 17) Emilio, Dario Giorgelè Lo zio Vézinet, Marco Miglietta Una modista, Daniela Mazzucato Felice, Roberto Covatta Achille di Rosalba, Massimiliano Chiarolla

Allestimento della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Giovedì 10 Maggio 2018, ore 20 - Turno A

Venerdì 11 Maggio 2018, ore 20 - Turno C/D

Sabato 12 Maggio 2018, (doppio spettacolo) ore 17 – Turno B / 21 - Fuori Abbonamento

Domenica 13 Maggio 2018, ore 17 - Turno F

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