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  • Paola De Simone

Artista: Stile Galante, Stefano Aresi Titolo: Porpora: L'amato nome Anno: 2018 Etichetta: Glossa Genere: Classico Durata totale: 02:28:17

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Pastori, pastorelle e ninfe, amori felici o infelici entro una cornice d'Arcadia fatta di fonti e ameni scorci bucolici narrati e intonati grazie all'incontro e all'intesa mirabile fra la preziosa cesellatura retorico-versale dei testi poetico-drammatici metastasiani e l'equilibrio tecnico-espressivo della linea della voce con il basso strumentale, a segno con arte rara nel genere "reservato", non teatrale, al femminile e vivacemente sperimentale della Cantata da camera da uno dei migliori esponenti della Scuola musicale napoletana nella prima metà del Settecento. Parliamo di Nicola Antonio Porpora (Napoli, 1686-1768), figlio di un artigiano con bottega in S. Biagio dei Librai (attigua a quella del padre di Giovan Battista Vico), nato cioè nel cuore del fervore intellettuale partonepeo e all'incrocio tra naturalismo, razionalismo cartesiano e poetica arcadica, formatosi al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo con Gaetano Greco, maestro al S. Onofrio dalla cui scuola sarebbero usciti castrati celeberrimi (oltre a Carlo Broschi in arte Farinelli, si annoverano il Porporino, il Caffarelli, il Salimbeni). E, non a caso, degno alfiere della vocalità italiana nel mondo a visione eurocentrica, nonché altissimo contraltare dal 1733 con l'allievo Farinelli e altre ugole d'oro (il Senesino, la Cuzzoni dal palco dell'Opera of the Nobility) del teatro d'opera parimenti di repertorio italiano (Royal Academy) capitanato, a Londra, dal grande Georg Friedrich Händel. Per quattro anni sarebbe rimasto in terra d'Albione, fino al definitivo rientro nella propria città natale nell'autunno del 1738. Non meno importante, il suo soggiorno austriaco tra Dresda e Vienna che conta, fra i suoi allievi, la cantante Regina Mingotti, la cantante-pianista-compositrice pupilla del Metastasio (Marianna Martinez) e, addirittura, Franz Joseph Haydn.

A restituirne all'ascolto un'opera-cardine edita nel 1735, ossia la raccolta delle XII Cantate op. 1 per soprano, contralto e basso continuo con ogni probabilità iniziata a Napoli ma confezionata nella capitale britannica con dedica "All'Altezza Reale Frederico Prencepe Reale di Vallia e Prencepe Reale di Hannover", per la prima volta in formula integrale e nei 250 anni dalla morte, è l'Ensemble Stile Galante, fondato nel 2010 dal musicologo e direttore del gruppo Stefano Aresi (in alto e accanto con Giuseppina Bridelli, nelle originalissime foto di Natasha Diamanti - Mood Photostudio), noto studioso specializzatosi appunto nell'opera di Porpora e attento quanto sensibile interprete italiano - residente ad Amsterdam e con imminente cittadinanza olandese - del repertorio barocco. Titolo del bel progetto sonoro appena uscito sul mercato discografico in doppio cd per l'etichetta Glossa (sopra, l'immagine di copertina), traendo spunto dall'incipit della quinta Cantata, è "Porpora. L'amato nome": circa due ore e mezza di musica tornita con rigore e sapienza esaltando le infinite relazioni fra il testo poetico e la musica, nella scelta dei tempi e degli accenti o dei colori nei versi sciolti dei Recitativi come nelle strofe perfette delle Arie, in combinazione architettonica seguendo la canonica alternanza dello schema ARA o RARA. Dunque calibrando al millimetro ed entro lo stile i respiri e le intenzioni espressive, gli equilibri sottilissimi fra la voce e i referenti del basso strumentale, modellando il cercar della nota, le anticipazioni di sillaba o suono e i vari portamenti alla luce del gusto barocco quanto nel rispetto delle risorse della voce. E così il Basso, parte di non minore interesse in cui si segnala la rarità di un doppio caso di clavicembalo obbligato - parziale o totale - nelle Cantate I e IX, va a polarizzarsi intorno ai due soli strumenti prediletti dal blasonato dedicatario. E parimenti sulla base dello studio delle fonti utili a ricostruire la prassi coeva, si è voluta fiorire la parte del canto, non solo nel virtuosistico A' ma, anche, lungo le altre due sezioni della mitica forma col Da Capo (ABA') dell'aria d'epoca metastasiana. A maggior ragione, considerate le radici del genere che risale alle ecloghe teocritee e virgiliane, quindi sviluppato in epoca tardo umanistica e rinascimentale entro il filone della poesia mista alla prosa o del dramma pastorale (emblemi per struttura, versi e argomenti anche dell'imminente opera di corte delle origini, l'Arcadia del napoletano Sannazaro, il Pastor fido del Guarini e l'Aminta del Tasso), particolarmente da apprezzare è stata l'idea di presentarne l'uscita a Napoli, città motore primigenio ovviamente con Roma dello stile arcadico oltre che canoro in tale campo e galante a venire. Tra l'altro, in uno dei suoi luoghi a tal fine ideali.

Vale a dire, in una delle belle e ricche sale del Museo Nazionale delle ceramiche Duca di Martina nella Villa Floridiana al Vomero (nelle foto sopra e accanto), fra esemplari molteplici dedicati dalle arti minori al genere bucolico. Il tutto, illustrando in prima persona l'iconografia del genere arcadico e le peculiarità delle elaborazioni musicali da camera attraverso una dottissima relazione-lezione corredata da un efficace percorso in power point, nonché al fianco di una delle voci protagoniste (il mezzosoprano-contralto piacentino Giuseppina Bridelli) dell'esecuzione inoltre affidata ai soprani Francesca Cassinari e Emanuela Galli, Marina De Liso (contralto) più basso realizzato dalla violoncellista polacca Agnieszka Oszanka e dal cembalista Andrea Friggi sotto la guida e direzione di Stefano Aresi.

Al timbro luminoso e intenso di Emanuela Galli spetta dar forma e sostanza alle controverse emozioni puntate sul binomio di Natura e Amore nelle Cantate scelte in apertura e chiusura del primo CD, ossia la V "Scrivo in te l'amato nome" e la VI "Già la notte si avvicina", quindi alla Cantata II "Nel mio sonno almen talora" (CD2). Il sempre assai apprezzato mezzosoprano con estensione in zona contraltile Giuseppina Bridelli, vincitrice nel 2012 del Concorso di Canto barocco "Francesco Provenzale" organizzato dalla Pietà de' Turchini e protagonista di una notevolissima carriera internazionale, valorizza i nessi fra il testo e la musica garantendo carattere e salda intonazione, rara tempra melodica e piena espressione fin nelle colorature più ardue entro i versi delle Cantate X "O se fosse il mio core", VII "Veggo la selva e il monte" e, in chiusura di raccolta come di incisione, XII "Dal povero mio cor". Di colore differente ma di non minore pregnanza la tersa vocalità di Marina De Liso ritaglia quindi con cura significati e significanti delle Cantate VIII "Or che una nube ingrata", IX "Destatevi, destatevi oh pastori" e XI "Oh dio, che non è ver". Infine l'altra voce di soprano, Francesca Cassinari, completa il prezioso tracciato interpretando le Cantate III "Tirsi chiamare a nome", IV "Queste che miri o Nice" e I "D'amore il primo dardo".

Il prodotto discografico progettato ed eseguito dallo Stile Galante di Stefano Aresi, sia nelle premesse che negli esiti d'esecuzione e produzione, si rivela pertanto un elaborato di grande impegno oltre che ottimo pregio ma, anche, d'impronta nuova, tanto nei postulati scientifici quanto nella grafica corredata da un originale servizio fotografico di respiro campestre (nelle foto sopra), a firma di Natasha Diamanti con targa Mood Photostudio.

Si riporta a seguire la riproduzione della novità discografica su Spotify e ITunes.

Stefano Aresi ha ottenuto il proprio diploma di dottorato in musicologia presso l’università di Pavia, con una tesi attinente le cantate da camera di Nicola Antonio Porpora. Autore di monografie, articoli ed edizioni legate alla nascita della musica galante e alla prassi esecutiva, ha pubblicato per ETS, SIdM, Pavia University Press, Baerenreiter (MGG), Laaber-Verlag, Gran Tonante. Allievo di G. Antonini, M.C. Vela e F. Bettini, ha lavorato come consulente musicologico, assistente e/o direttore di registrazione per alcuni tra i maggiori gruppi di musica antica, quali Accademia Bizantina, Il Giardino Armonico, Ensemble 415, La Venexiana, L’Arpeggiata, ecc. Nel 2010 ha fondato Stile Galante.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

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